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L'Alfama, tour nell'antico quartiere arabo di Lisbona

Alfama è il quartiere più antico di Lisbona, che domina il centro sormontato dal castello di San GIorgio.

L’Alfama è il più antico quartiere di Lisbona, la capitale del Portogallo, nonché uno dei più caratteristici e gradevoli in cui passeggiare. Il nome deriva dalla parola araba al-Hamma, che significa “fontane” oppure “bagni”. Dopo la recente riorganizzazione territoriale, ora fa parte del quartiere di Santa Maria Maior.

Dopo la dominazione sveva e visigota, nel VIII secolo qui si insediarono i musulmani e vi rimasero per oltre quattro secoli, a partire dal 711. Fu durante la loro dominazione che vennero ricostruite le mura del castello e sorse una tipica casbah, una cittadella fortificata. In quest’epoca l'Alfama in pratica costituiva l’intera città ed era divisa in due parti, l’Alfama do Alto dove risiedevano le classi più abbienti e l’Alfama do Mar, il quartiere popolare dove viveva la la maggior parte della popolazione. Solo in epoche successive l’abitato si sviluppò in direzione del mare con la nascita del quartiere della Baixa. Nel 1147 Alfonso I, il primo re del Portogallo, aiutato da una flotta di crociati in viaggio verso la Palestina, riconquistò la città dopo quattro mesi di assedio e mise fine all’epoca musulmana. Vennero costruite le prime chiese come quelle di San Miguel, di San Esteban e di Santa Luzia.

Successivamente i confini dell’Alfama si allargarono sempre più verso l’interno e verso il mare, al punto di diventare un importante mercato di pesce fresco, rendendo i pescatori una componente importante per questo quartiere. Furono infatti costoro a contribuire sensibilmente allo sviluppo del quartiere facendo costruire la Ermita de lo Remedios (conosciuta anche come Ermita del Espiritu Santo) e il piccolo ospedale al suo fianco. Verso la fine del XII secolo viene realizzata una zona chiamata Scuole Generali, residenza degli studenti universitari che rimase in funzione fino al trasferimento dell’università a Coimbra, avvenuta nel XVI secolo. Nell’Alfama medievale convivevano pacificamente cristiani, musulmani ed ebrei, quest’ultimi nel quartiere ebraico sorto dove ora si trova Rua da Judaria, il cui nome dice tutto.

Il fortissimo terremoto del 1755 fu dannoso come in tutta Lisbona ma meno disastroso che in altri quartieri perché, grazie alla posizione elevata, l’Alfama non venne raggiunta dalle onde del maremoto generatosi. Pertanto la ricostruzione del quartiere non avvenne ex-novo secondo le idee di Sebastiao José de Carvalho e Melo – il capo del governo sotto il regno di Giuseppe I, famoso per aver velocemente risollevato le sorti di Lisbona dal grande sisma – ma conservò l’impianto labirintico, di ispirazione araba, costituito da stradine, vicoli e scalinate. Durante i 48 anni del governo autoritario di Salazar, intercorsi tra il 1926 e il 1974, l’Alfama conobbe un periodo di abbandono e degrado, che portò a un considerevole aumento della criminalità e dopo la Rivoluzione dei Garofani, pur migliorando le cose, la situazione non progredì particolarmente, al punto che negli anni ’80 era uno dei luoghi dove il traffico di droga trovava il terreno più fertile. Fu verso la fine degli anni ’90 che il quartiere cominciò a recuperare terreno, grazie a un’importante opera di riqualificazione dei monumenti più importanti, che però non ha potuto riguardare le abitazioni private, molte delle quali ancora in condizioni di degrado. Ciò nonostante il quartiere è diventato in poco tempo il più sicuro della città nonché il più vivace e ora pullula di locali e visitatori, un esempio da seguire per altre zone cittadine.

Ora l’Alfama è il cuore turistico della città, pur mantenendo quell’atmosfera che più che a un pezzo di una grande città la fa sembrare un villaggio dove tutti si conoscono e si salutano. Oltre alle fontane, alle chiese e agli altri edifici storici, è un crogiolo di ristoranti dove gustare la cucina lisboeta e di luoghi dove ascoltare il fado, la malinconica musica popolare tipica di Lisbona. Qui sono molto sentiti i festeggiamenti religiosi, in particolare la Notte di San Antonio che si tiene a metà giugno.

La collina dell'Alfama è dominata dal castello medievale di São Jorge che si erge in posizione dominante sul centro storico offrendo dalle sue mura merlate la migliore vista della città sottostante. Fu la conquista di questa fortezza che sancì il definitivo ritorno della città in mani cristiane. Secondo la leggenda, l’assedio ebbe successo grazie al sacrificio del cavaliere Martim Moniz che, vedendo una delle porte del castello aperte, ci si buttò col proprio corpo per impedirne la chiusura e permettendo agli assalitori di entrare, un gesto che gli costò la vita. Il castello resistette agli attacchi delle successive incursioni moresche e nel 1255, quando Lisbona divenne la capitale del regno, divenne Palazzo Reale. Le ristrutturazioni che seguirono portarono le mura ad avere ben 77 torri sparse su un perimetro di 5400 metri, strutture che servirono per resistere ai diversi assedi da parte dell’esercito del Regno di Castiglia nella seconda metà del XIV secolo. Nel XVI secolo, Manuele I fece costruire una nuova residenza, il Palazzo Reale di Ribeira, nel quale spostò la corte e pertanto il castello cominciò a perdere importanza. Un terremoto del 1531 lo danneggiò, qualche anno dopo re Sebastiano lo fece restaurare per tornare ad abitarlo ma durante il periodo della dominazione spagnola venne utilizzato come prigione e caserma. Il terremoto del 1755 provocò danni ancora maggiori e fu l’inizio di un periodo di abbandono che perdurò fino agli anni Quaranta, epoca in cui iniziarono i vasti lavori di ristrutturazione che, eliminando le strutture aggiunte nel tempo in stili contrastanti, l’hanno portato allo stato attuale. Sui pendii attorno al castello si aprono dei belvedere dalle quali ammirare la città, come il Miradouro de Santa Luzia, che si trova nei pressi dell'omonima chiesa o il Miradouro das Portas do Sol.

L’Alfama è costellata di chiese, la più antica delle quali è la Cattedrale di Lisbona, il più importante luogo di culto della capitale portoghese. Costruita all’indomani della Reconquista in stile romanico, è caratterizzata da due torri campanarie gemelle merlate che racchiudono il portale sormontato da un grande rosone circolare. L’imponente ma sobrio interno a forma di croce latina con tre navate, ospita alcuni sarcofagi del XIV secolo e due organi a canne. Il Convento e la Chiesa di Graça, costruiti sulla collina omonima nei pressi del castello di São Jorge dalla quale si gode di una delle migliori vedute sulla sottostante città, sono stati ricostruiti dopo il terremoto del 1755 in stile barocco e gli interni, in stile rococò, sono rivestiti da splendidi azulejos. Il Monastero di São Vicente de Fora (così chiamato perché all’epoca della sua prima costruzione, nel 1147, era “fuori dalle mura”) è un convento agostiniano in stile manierista realizzato dall’architetto italiano Filippo Terzi tra il 1582 e il 1627, noto anche per essere il Pantheon della Casata di Braganza, la dinastia che governò il Portogallo e tutti i suoi possedimenti oltremare dal 1640 al 1910. Stesso destino è spettato alla barocca Chiesa di Santa Engrácia, la cui costruzione richiese poco meno di tre secoli, e ora luogo di sepoltura di alcuni dei più importanti personaggi della storia del paese, da Enrico il Navigatore a Vasco de Gama.

Un capitolo a parte lo meritano le fontane, che come abbiamo visto sono alla base del nome del quartiere, in cui vennero incanalate le acque minerali - dalle proprietà curative - di una faglia presente nella collina, cosa che ha reso per secoli questa parte della città quella con le migliori strutture idriche, fino alla costruzione dell’Acquedotto delle Acque Libere. Le fontane sono la Charafiz de El-Rei, la prima fontana pubblica della città, costruita nel XIII secolo, anche se la sua facciata classica è opera della seconda metà dell’Ottocento e la Chafariz de dentro, detta anche Chafariz de los Caballos, meno spettacolare ma la più antica, già esistente nel 1285. L’altra antica fontana, la Chafariz de la Playa, non è più in funzione. Nel 1868 le acque dell’Alfama sono state inserite nella rete di distribuzione pubblica e raccolte in una cisterna che raccoglie l’acqua grazie a un ascensore a vapore, sopra la quale si trova il Museo del Fado. Le acque sono ufficialmente classificate come medicinali fin dalla fine del XIX secolo e sono state sfruttate come bagni pubblici anche per la loro temperatura. Le fonti termali dell’Alfama hanno temperature che vanno dai 24/28° dei Baños de Dona Clara e del Doctor fino ai 30/34° delle fonti del Duque e del Baptista.

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 Pubblicato da il 28/03/2016 - 16.493 letture - ® Riproduzione vietata

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