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Castello Estense: visitare la grande fortezza in centro a Ferrara

Il Castello di San Michele o Estense di Ferrara con la sua Torre dei Leoni e l'imbarcaderi ospita le opere di Giovanni Boldini e Filippo de Pisis oltre che essere famoso per la leggenda dei fantasmi di Ugo e Parisina.

Il fossato ancora pieno d’acqua, le quattro imponenti torri angolari in mattoni rossi, i rivellini e le infinite ricchezze custodite al suo interno: per questo, e non solo, il Castello Estense (o Castello di San Michele) è l’edificio più amato dagli abitanti di Ferrara, quello di cui vanno maggiormente fieri e a cui sono più legati. Quantomeno paradossale è scoprire che la sua costruzione, avviata simbolicamente il 29 settembre 1385, giorno di San Michele, avvenne proprio per difendere la famiglia estense dalla stessa cittadinanza, al tempo severamente provata da fame e miseria.

A commissionare l’opera fu Niccolò II d’Este che, nel maggio del 1385, incaricò Bartolino da Novara di costruire un apparato difensivo il cui aspetto ricalcasse quello del poco distante castello di Mantova, progettato dallo stesso architetto piemontese. La fortificazione sorse inglobando un’antica preesistenza duecentesca, la Torre dei Leoni, a fianco della quale sorsero altri tre torrioni angolari a pianta quadrata: Marchesana, San Paolo e Santa Caterina. Quadrato è anche il cortile interno all’edificio, protetto da innovativi apparati tecnologici difensivi quali rivellini e ponti levatoi che lasciano trasparire il terrore con cui Niccolò II intraprese la costruzione dell’opera. Malgrado l’originario carattere spiccatamente difensivo, il castello perse rapidamente la propria connotazione, subendo a partire dalla seconda metà del Quattrocento numerosi interventi di restauro tesi alla sua progressiva trasformazione in palazzo nobiliare. A questa categoria si ascrivono lavori operati da artisti del calibro di Raffaello, Giovanni Bellini e Tiziano per conto di Ercole I, della moglie Eleonora d’Aragona e dei loro successori prima che, nel 1597, con la morte dell’ultimo erede degli Estensi, Alfonso II, il castello passasse sotto il controllo del papato chiudendo di fatto la sua fase di maggior splendore.

Nel 1999, grazie all’impegno profuso dall’ente provinciale, è stata avviata una grande campagna di restauro che ha interessato l’intero complesso, riaperto al pubblico in tutto il suo splendore nel 2006. A curare il nuovo percorso di visita e la progettazione dei moderni apparati museali è stato l’architetto milanese Gae Aulenti, il cui intento è stato quello di consentire l’accesso ai visitatori al maggior numero di sale possibile. Di recente, nel maggio del 2012, il violento terremoto che ha scosso l’Emilia ha danneggiato in maniera piuttosto seria alcune parti del castello, ed in particolare la torretta dei Leoni; ciò nonostante, il grande sforzo compiuto fin dai giorni successivi alle scosse ha consentito il ripristino totale dell’architettura e la sua completa riapertura al pubblico. Inoltre dal 31 gennaio 2015 il Castello ospita una mostra semi-permanente dedicate a due grandi e illustri cittadini: si chiama L'arte per l'arte - Il Castello Estense ospita Giovanni Boldini e Filippo de Pisis, con opere dei due pittori che rimarranno esposti fin quando le rispettive sedi non saranno restaurate dopo i gravi danni inferti dal terremoto del maggio 2012.

L’accesso al castello avviene da diversi punti, a seconda che ci si avvicini dal lato di piazza del Duomo o da quello di Palazzo dei Diamanti. Raggiunta la corte centrale si accede alla biglietteria, al piano terra, dopo la quale ha inizio l’itinerario espositivo vero e proprio. Le prime sei sale riguardano l’inquadramento storico del complesso, le cui vicende sono raccontate intrecciandole a quelle del ducato ferrarese e della casata degli Estensi. Successivamente si entra nelle cucine, realizzate durante gli ampliamenti cinquecenteschi sfruttando il materiale di risulta delle demolizioni della Porta dei Leoni. A livello del fossato, e per questo intrise di umidità, si trovano le lugubri prigioni, ricavate nei sotterranei della Torre dei Leoni. Al loro interno non furono quasi mai rinchiusi criminali comuni, ma bensì persone macchiatesi di crimini di stato, il cui ricordo è testimoniato dalla presenza di numerose incisioni ricavate sui mattoni delle spesse murature.

Salendo al primo piano si accede al nucleo vero e proprio della corte estense. Il percorso di visita introduce immediatamente al meraviglioso Giardino degli Aranci, il giardino pensile commissionato originariamente da Alfonso I nel 1531. Fin da quell’epoca a fare capolino in questa incantevole terrazza panoramica furono numerose piantumazioni di aranci, collocati all’interno di ampi contenitori di legno riparati nella loggia durante tutta la stagione invernale. Dopo il giardino si accede al Camerino dei Baccanali, un ambiente decorato da numerosi affreschi incentrati soprattutto sulla figura del “bacchino” un tempo utilizzato per l’esposizione di svariate opere d’arte e oggetti di valore.

Poco oltre c’è la Cappella Ducale, fatta progettare dall’ultimo sovrano estense del castello, Alfonso II, nel 1590; da notare gli affreschi raffiguranti i quattro evangelisti circondati da angioletti che alcuni attribuiscono a Giulio Marescotti, importante pittore di corte della fine del XVI secolo. Più antica della cappella è la Sala dell’Aurora, ribattezzata Camera dello Specchio dallo stesso Alfonso II nella seconda metà del Cinquecento, quando il regnante stabilì proprio in queste sale il suo appartamento di rappresentanza. Successivamente si passano in rassegna la Saletta dei Veleni, decorata da un’opera moderna di Carlo Parmeggiani, la Saletta dei Giochi, così chiamata per il tono dei suoi affreschi, ed il Salone dei Giochi, la sala principale dell’Appartamento dello Specchio, nonché il luogo dove venivano accolti gli ospiti illustri del castello.

L’ingresso alla Camera della Pazienza sancisce l’inizio del cosiddetto Appartamento della Pazienza, interamente affrescato da Girolamo da Carpi secondo un preciso programma iconografico dedicato alla virtù della “pazienza”. Purtroppo però l’aspetto originario dell’appartamento, di cui facevano parte altre tre camere, una loggetta e molto probabilmente un giardino pensile, è solo intuibile a causa delle improvvide ristrutturazioni operate nella prima metà del Novecento, quanto furono alterate quasi tutte le decorazioni d’epoca. La successiva Anticamera della Galleria chiude virtualmente l’Appartamento della Pazienza introducendo i visitatori alla galleria istituita da Ercole II per ospitare le proprie vaste collezioni artistiche.

Quest’ala del castello è stata oggetto più di altre di aggiunte, modifiche e superfetazioni, come quelle presenti nella Sala di Ettore e Andromaca e nella Sala della Galleria, letteralmente divisa in due e trasformata in archivio dopo la fine della dinastia estense. Da qui ci si sposta verso l’angolo sud-occidentale del castello, quello della Torre di San Paolo, verso l’Anticamera del Governo e la successiva Sala del Governo, la stanza più importante degli appartamenti di Ercole II, come si può evincere dalla ricchezza del soffitto ligneo finemente decorato. Altrettanto affascinante è il soffitto dipinto a grottesche della Sala della Devoluzioni, o Sala Rossa, mentre la Sala dei Paesaggi è coperta da un solaio a padiglione affrescato in momenti diversi tra il XVIII e il XIX secolo.

Tra le ultime sale del percorso di visita spiccano la Sala degli Stemmi e la Sala delle Geografie, anche detta "Marchesana" per via della collocazione all’interno dell’omonima torre. La prima, tra la volta di copertura e l’attacco alle pareti, presenta una fascia decorata a partire dall’inizio del Seicento dagli stemmi pontifici e cardinalizi relativi alle famiglie dei rispettivi papa e cardinale dell’epoca. La Sala delle Geografie, invece, ha le pareti coperte dagli affreschi eseguiti tra il 1709 e il 1710 da Anton Felice Ferrari, che volle rappresentare alcune carte topografiche della zona. Infine non resta da vedere che la Sala dei Comuni, utilizzata per un’ottantina d’anni come sede del consiglio pronvinciale di Ferrara, nella quale ammirare pregevoli decorazioni moderne in stile liberty.

Infine non manca la leggenda di un paio di fantasmi a rendere più emozionante la visita al castello estense di Ferrara: sarebbero quelli di Ugo  e Parisina (Laura Malatesta), rispettivamente figlio e moglie di Niccolò III d'Este, e che vennero fatti giustiziare perchè sorpresi in flagranza d'adulterio. Non pago il sovrano fece giustiziare tutte le donne adultere della città, mentre si narra che i due amanti fossero stati scoperti grazie ad un gioco di specchi organizzati dello stesso Niccolò III.

Il Castello Estense è aperto tutto l’anno a orari differenti; da settembre a maggio tutti i giorni, eccetto il lunedì tra ottobre e dicembre, dalle 9.30 alle 17.30, da giugno ad agosto tutti i giorni dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 15.00 alle 19.00 (la biglietteria chiude puntualmente 45 minuti prima del complesso). Per accedervi si pagano 8 € (intero) o 6 € (ridotto), mentre altre agevolazioni riguardano gruppi scolastici, minori di 12 anni e famiglie.

 Pubblicato da il 14/10/2015 - 24.624 letture - ® Riproduzione vietata

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