Vardzia (Georgia): visita alla cittą rupestre della Regina Tamara
Vardzia, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Vardzia dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Tra le eccezionalità che il mondo riserva ai grandi viaggiatori, Vardzia è certamente una delle meglio piazzate nella speciale classifica dei “luoghi mai visti”. In effetti non è cosa da tutti i giorni trovarsi al cospetto di un’antichissima città rupestre, più propriamente un monastero scavato in una parete del monte Erusheli in Georgia nel lontano 1185 su volontà della regina Tamara, figlia di Giorgio III.
All’epoca Vardzia venne costruita per ergersi a baluardo cristiano nel bel mezzo di una terra circondata da regni musulmani e presa d’assalto dall’orda mongola desiderosa di sempre nuove conquiste volte a espandere l’impero in ascesa. Non ve n’è l’assoluta certezza, ma è almeno probabile che il celeberrimo scrittore J.R.R. Tolkien conoscesse abbastanza bene Vardzia, così da creare per l’epica saga letteraria de "Il Signore degli Anelli" quella Minas Tirith descritta visivamente nell’omonimo trittico cinematografico diretto da Peter Jackson.
Decorato dal Giorgi, il monastero mostra sulle pareti un ciclo pittorico raffigurante le Dodici Feste ma a far scalpore è il Mandylion, un telo che ritrae il volto di Gesù, straordinario perché si crede che questo genere di opera non sia realizzata da mano umana bensì soprannaturale, forse divina. Osservando la volta del portico, ecco affiorare il motivo decorativo del Giudizio Universale fiancheggiato dall’Ascensione e Glorificazione della Croce. Esiste poi la Cappella rupestre ricolma di affreschi duecenteschi, eseguiti poco prima del terribile terremoto del 1283, cui seguì nel 1551 il depauperante avvento dei Persiani precedente a quello turco.
Vardzia tiene ancora alta nella regione del Samtskhe-Javakheti la gloria della propria storia, attrae i turisti che spuntano come funghi, desiderosi di essere impressionati da un monumento di questa portata, imponente, affascinante, un avamposto sacro oggi controllato e presieduto da un ordine di monaci locali. Il percorso di visita, per quanto impegnativo, non presenta particolari asperità tanto che periodicamente lo compiono diverse scolaresche, portate qui per conoscere quella che potrebbe a ragione essere considerata l’ottava meraviglia del mondo.
All’epoca Vardzia venne costruita per ergersi a baluardo cristiano nel bel mezzo di una terra circondata da regni musulmani e presa d’assalto dall’orda mongola desiderosa di sempre nuove conquiste volte a espandere l’impero in ascesa. Non ve n’è l’assoluta certezza, ma è almeno probabile che il celeberrimo scrittore J.R.R. Tolkien conoscesse abbastanza bene Vardzia, così da creare per l’epica saga letteraria de "Il Signore degli Anelli" quella Minas Tirith descritta visivamente nell’omonimo trittico cinematografico diretto da Peter Jackson.
La città rupestre di Vardzia
Il monastero reale quasi non sembra esserlo, dato che risulta difficile credere che questo complesso monastico possa contenere ben 6.000 stanze (oggi ne sono visitabili pressoché la metà, tutte comunque in ottimo stato di conservazione) distribuite su tredici piani, numeri da capogiro in relazione agli usuali standard architettonici. L’enorme roccaforte cittadina in passato era dotata peraltro di una chiesa, un Salone Reale e terrazze coltivate doverosamente irrigate grazie a un complesso sistema di raccolta e incanalamento dell’acqua dal fiume Mtkvari, nei pressi del quale si trovavano le entrate alla cittadella sotto cui serpeggiavano numerosi tunnel nascosti.Decorato dal Giorgi, il monastero mostra sulle pareti un ciclo pittorico raffigurante le Dodici Feste ma a far scalpore è il Mandylion, un telo che ritrae il volto di Gesù, straordinario perché si crede che questo genere di opera non sia realizzata da mano umana bensì soprannaturale, forse divina. Osservando la volta del portico, ecco affiorare il motivo decorativo del Giudizio Universale fiancheggiato dall’Ascensione e Glorificazione della Croce. Esiste poi la Cappella rupestre ricolma di affreschi duecenteschi, eseguiti poco prima del terribile terremoto del 1283, cui seguì nel 1551 il depauperante avvento dei Persiani precedente a quello turco.
Vardzia tiene ancora alta nella regione del Samtskhe-Javakheti la gloria della propria storia, attrae i turisti che spuntano come funghi, desiderosi di essere impressionati da un monumento di questa portata, imponente, affascinante, un avamposto sacro oggi controllato e presieduto da un ordine di monaci locali. Il percorso di visita, per quanto impegnativo, non presenta particolari asperità tanto che periodicamente lo compiono diverse scolaresche, portate qui per conoscere quella che potrebbe a ragione essere considerata l’ottava meraviglia del mondo.