Mtskheta (Georgia): i monasteri di Jvari e Samtavro e la Cattedrale di Svetitskhoveli
Mtskheta, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Mtskheta dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Tanto difficile da pronunciare quanto stimolante da visitare, Mtskheta è in Georgia una delle città più antiche, di fondazione presumibilmente antecedente al 1000 a.C.
Risale al 1994 la nomina di Mtskheta a città Patrimonio dell’Umanità UNESCO e al 2009 quella di Patrimonio in pericolo: il primo titolo si deve al pingue corredo di edifici storici presenti nell’ambito urbano, il secondo al loro precario stato di conservazione.
Ci sono poi i resti del famigerato Ponte di Pompeo (I secolo a.C.), i ruderi del palazzo reale e la trecentesca Fortezza di Bebris Tsikhe. Civicamente parlando, sono ancora rilevabili l’Istituto di Archeologia, prestigioso a livello accademico, e il Giardino di Mikheil Mamulashvili.
Risalente all’XI secolo è conosciuta come chiesa ortodossa nella quale sarebbe stata sepolta la tunica di Gesù (stretta al petto del corpo esanime di Sidonia, sorella del georgiano Elia, colui che avrebbe acquistato la reliquia da un soldato romano sul Golgota immediatamente dopo la crocifissione).
Per questo rappresenta il luogo più venerato, o per lo meno tra i più venerati, inoltre costituisce la seconda cattedrale più grande della Georgia, sulla scia della Cattedrale della Santissima Trinità di Tbilisi. Capofila dell’architettura ecclesiastica georgiana, è anch’essa Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1994. L’edificio era inizialmente in legno ma nel Medioevo si decise di ricostruirlo in pietra rispettando l’impianto di basilica, restaurarlo nel corso del Quattrocento e fortificarlo: è infatti dotato di cinta muraria, postazioni di artiglieria e ben otto torri. Dei tanti affreschi, quello che ancora si vede nitidamente è il Cristo Pantocratore sovrastante l’altare. Nella cattedrale sono presenti le tombe di dieci sovrani georgiani.
Storia
La sua è una storia di progressiva ascesa da semplice avamposto caucasico a Capitale fra il III a.C. e il V secolo d.C., proprio dove il Cristianesimo venne proclamato religione di Stato. Oggi ben sappiamo che la maggiore città a livello politico della nazione georgiana è Tbilisi (artefice di questo cambio amministrativo fu Re Dachi I Ujarmeli, che la ritenne meglio difendibile), eppure Mtskheta ha mantenuto buona parte della sua importanza essendo tuttora sede della Chiesa apostolica autocefala ortodossa georgiana.Risale al 1994 la nomina di Mtskheta a città Patrimonio dell’Umanità UNESCO e al 2009 quella di Patrimonio in pericolo: il primo titolo si deve al pingue corredo di edifici storici presenti nell’ambito urbano, il secondo al loro precario stato di conservazione.
Cosa vedere a Mtskheta
Sta tuttavia al turista in visita decretare il reale valore di questa gloriosa località che si fregia di luoghi simbolo indiscutibili, per primo il sito ove giacciono le rovine della Fortezza di Armaztsikhe, che sorsero nel III secolo a.C. proprio là dove dal I millennio a.C. era già presente la famosa acropoli.Ci sono poi i resti del famigerato Ponte di Pompeo (I secolo a.C.), i ruderi del palazzo reale e la trecentesca Fortezza di Bebris Tsikhe. Civicamente parlando, sono ancora rilevabili l’Istituto di Archeologia, prestigioso a livello accademico, e il Giardino di Mikheil Mamulashvili.
La Cattedrale di Svetitskhoveli
Tenete gli occhi ben aperti, occorre farlo specialmente al cospetto della monumentale Cattedrale di Svetitskhoveli (unione dei termini sveti, cioè "pilastro", e tskhoveli, ovvero "vivifico", in relazione all’evento miracoloso che vide il settimo pilastro della chiesa rilasciare della mirra dopo essersi librato da terra e ridisceso in seguito alla notte di preghiera di Santa Nino).Risalente all’XI secolo è conosciuta come chiesa ortodossa nella quale sarebbe stata sepolta la tunica di Gesù (stretta al petto del corpo esanime di Sidonia, sorella del georgiano Elia, colui che avrebbe acquistato la reliquia da un soldato romano sul Golgota immediatamente dopo la crocifissione).
Per questo rappresenta il luogo più venerato, o per lo meno tra i più venerati, inoltre costituisce la seconda cattedrale più grande della Georgia, sulla scia della Cattedrale della Santissima Trinità di Tbilisi. Capofila dell’architettura ecclesiastica georgiana, è anch’essa Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1994. L’edificio era inizialmente in legno ma nel Medioevo si decise di ricostruirlo in pietra rispettando l’impianto di basilica, restaurarlo nel corso del Quattrocento e fortificarlo: è infatti dotato di cinta muraria, postazioni di artiglieria e ben otto torri. Dei tanti affreschi, quello che ancora si vede nitidamente è il Cristo Pantocratore sovrastante l’altare. Nella cattedrale sono presenti le tombe di dieci sovrani georgiani.