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Luxor (Egitto), cosa vedere tra i templi di Karnak e la Valle dei Re

Luxor, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Luxor dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

A Luxor i turisti arrivano solitamente al mattino presto, dopo essersi svegliati in piena notte per attraversare il deserto partendo dalle principali località sul Mar Rosso con i tour organizzati.
Altri, invece, dormono in città e possono prendersela un po’ più comoda, anche se conviene comunque muoversi di buon’ora per evitare le ore più calde della giornata – in particolare in estate – e soprattutto la ressa delle comitive in arrivo con i pullman.

C’è però anche chi viaggia direttamente via Nilo, perché partecipa alle sempreverdi crociere sulle enormi imbarcazioni che solcano il secondo fiume più lungo al mondo.
Qualsiasi sia il mezzo di trasporto che vi porta in città, Luxor è una meta imprescindibile di un viaggio in Egitto.

Durante il nostro viaggio nella terra dei faraoni siamo partiti alle 5:30 del mattino da Soma Bay.
Per chi arriva dalla costa la levataccia è dura, ma ne vale assolutamente la pena.
Bisogna percorrere 300 km, ma la strada che da Safaga s’incunea tra le valli formate dalle montagne aguzze del Deserto Orientale apre alle 6 del mattino e non c’è possibilità di muoversi prima. La polizia controlla infatti il varco e solo a quell’ora lascia passare i veicoli diretti a Qena, da dove poi raggiungeranno Luxor.

Le prime luci dell’alba accompagnano i viaggiatori assonnati nella loro avventura nel deserto. Arrivare il prima possibile permette poi di scandire meglio i tempi della giornata e di vedere più cose.

Tra Qena e Luxor, nella verdissima Valle del Nilo – veramente impressionante lo stacco netto con le aride tonalità gialle e ocra del deserto circostante – si alternano campi di canna da zucchero, di cereali e alberi di banano.
L’agricoltura, resa possibile dai canali che prendono l’acqua dal Nilo, è la principale occupazione degli abitanti di queste zone. Il mite inverno egiziano è periodo di raccolta, e capita così di incontrare lungo la strada i carretti trainati dagli asini o dai cavalli che trasportano le canne appena tagliate, mentre grossi trattori provenienti dai campi procedono a passo lento e sembrano sempre in procinto di perdere i loro dolcissimi carichi.

L’arrivo a Luxor, l’antica Tebe, riporta i viaggiatori al motivo per cui si sono spinti fin quaggiù: vedere i resti dei templi, delle statue e delle tombe degli Egizi, che 3000 anni fa avevano fatto di questo luogo il centro del proprio mondo.

Cosa vedere a Luxor

Il Nilo era, allora più che mai, il riferimento della civiltà egizia.
Secondo l’interpretazione che si dava al mondo e alle divinità dell’epoca, la sponda occidentale – dunque quella dove il sole spariva, alla sera – era quella adibita ad ospitare la necropoli, il regno dei morti. Per questo ad ovest del fiume si trovano ancora oggi le tombe dei faraoni, nell’incredibile Valle dei Re, che avevano il compito di custodire i corpi mummificati.

Non ci sono piramidi da vedere, contrariamente a quanto si potrebbe pensare: la concreta possibilità che edifici così riconoscibili potessero continuare ad essere oggetto dei furti dei tombaroli, i quali già all’epoca trafugavano le sepolture dei faraoni attratti dalle immense ricchezze che li accompagnavano nel loro viaggio nell’aldilà, aveva suggerito una maggiore cautela. Per questo le tombe furono realizzate in un luogo nascosto e apparentemente impenetrabile.

Sulla sponda orientale, invece, sorgeva Tebe (l’attuale Luxor), che ospita oggi ciò che resta dello straordinario complesso dei Templi di Karnak, il Viale delle Sfingi e lo stesso tempio di Luxor.

La sponda occidentale del Nilo

Arriviamo circa alle 9 del mattino, in tempo utile per non soffrire troppo il caldo, mentre la ressa dei turisti inizia già ad essere notevole.
La prima sosta la facciamo ai Colossi di Memnone, due enormi figure sedute rivolte verso il Nilo, ovvero dove sorge il Sole.
Le statue, alte 18 metri e ricavate da blocchi di pietra del peso di 1000 tonnellate, sono visibili liberamente lungo la strada o fermandosi nel piazzale antistante.
Un tempo si trovavano presso l’ingresso del Tempio di Amenhotep III, il più grande edificio sacro dell’antico Egitto, di cui si stanno ancora cercando resti e reperti negli scavi archeologici in corso.
Nell’antichità, probabilmente in seguito al terremoto del 27 a.C., una spaccatura che si era aperta nella roccia aveva dato vita a un fenomeno per il quale al mattino, con il Sole che scaldava la pietra bagnata dalla rugiada, si staccavano particelle di sabbia che cadendo creavano un suono simile a un lamento.

La seconda tappa del mattino è il Tempio di Hatshepsut, regina della XVIII dinastia (XV secolo a.C.). Nonostante sia stato in gran parte ricostruito in epoca recente, già da lontano la sua vista impressiona per lo stile architettonico della struttura e per la maestosità del luogo in cui sorge: il tempio funerario di Hatshepsut si trova infatti sotto l’imponente parete di roccia calcarea di Deir el-Bahari, che domina la vallata con i suoi 300 metri d’altezza.
L’edificio è realizzato su tre livelli e si presenta con un inaspettato stile che fonde la tradizione egizia con quella classica ellenistica. Vi si possono ancora ammirare geroglifici e rilievi, ma anche alcune splendide statue. Purtroppo molti dettagli e pitture dell’edificio che rimandavano alla figura della regina furono volutamente danneggiati dal figliastro Tuthmosi III, così come nei secoli successivi altre distruzioni mirate hanno irreparabilmente cancellato importanti tracce del tempio, che resta comunque uno dei siti più spettacolari della zona di Luxor.

La Valle dei Re e la Valle delle Regine

È difficile immaginare come quasi tremila anni fa si sia potuta realizzare un’opera di tale complessità, soprattutto considerando il contesto climatico e geologico in cui è stata fatta. Si trova infatti in una stretta valle che si staglia alle spalle di Deir El-Bahari, tra la polvere delle montagne ispide fatte di roccia friabile. La collocazione non è però frutto solo del caso o della possibilità di mimetizzare le tombe: la cima della montagna che sovrasta la valle ha un profilo incredibilmente simile a quello di una piramide. Ecco spiegato uno dei tanti perché si scelse proprio questo posto.

L’idea era quella di scavare in profondità nel ventre delle montagne per ricavarne tombe nelle quali i sovrani potessero riposare in eterno.
Mentre i templi dei faraoni erano costruiti nella zona pianeggiante a ovest del Nilo, dove i sacerdoti e i sudditi potevano perpetuare la propria devozione, le tombe vere e proprie in cui si custodivano le mummie dei regnanti e le immense ricchezze che li dovevano accompagnare nel viaggio nell’aldilà vennero nascoste tra le colline per sfuggire alla depredazione dei tombaroli.

Pare evidente che non fossero state nascoste così bene, dal momento che solo una, tra le circa sessanta scoperte fino ad ora, è stata rinvenuta inviolata. Si tratta della tomba di Tutankhamon, un faraone considerato di minore importanza storica perché morto molto giovane, all’età di 18 anni. L’immenso tesoro recuperato al suo interno nel 1922 comprendeva la famosa maschera funeraria in oro che è ormai diventato un simbolo turistico commerciale dell’Egitto. D’altro canto, è vero anche il contrario: gli scavi continuano ancora oggi perché, dati alla mano, vi è certezza che non ancora tutte le tombe siano state riscoperte.

Per visitare la Valle dei Re si acquista un biglietto che dà diritto alla visita a tre tombe a scelta fra quelle aperte al pubblico. Attenzione perché tra quelle più interessanti e nelle migliori condizioni, vige il principio della rotazione delle aperture, per preservarle nel tempo. Le più spettacolari sono probabilmente quelle di Amenhotep II, Tuthmosi III e di Horemheb, mentre per quelle di Tutankhamon, Ramses VI e Ay è necessario acquistare un biglietto specifico.
Le tombe ipogee (cioè scavate nella roccia) hanno solitamente una struttura ricorrente, ovvero quella di un corridoio che scende verso il cuore della montagna lungo le cui pareti sono rappresentate con rilievi dai colori vivissimi le storie dei faraoni e delle divinità di quel tempo. A distanza di tanti anni, colpisce ancora la qualità realizzativa delle immagini e la lucidità con cui venivano allestite queste strutture.

È importante segnalare che all’interno dei sepolcri è normalmente vietato alle guide di dare spiegazioni e ai turisti stessi di fotografare. Il permesso specifico per scattare foto si acquista alla biglietteria e costa 15 €. Un consiglio: evitare di fare i furbi provando a fare foto di nascosto, perché i guardiani sono lì apposta e possono richiedere immediatamente l’intervento della polizia.

In realtà, tra le montagne e le valli ad ovest del Nilo non riposano solo i faraoni: nobili di vario grado, ma anche gli operai che dedicavano la propria vita a scavare le tombe dei ricchi, ebbero sepoltura in questa zona. I fori nelle rocce arse dal Sole sono chiaramente visibili in lontananza anche percorrendo la strada sul fondovalle.
Associare questo territorio alla necropoli di Tebe era così scontato, che nei secoli gli abitanti della zona vi costruirono sopra le proprie abitazioni senza curarsi dell’enorme patrimonio storico del quale vivevano circondati. È il caso del villaggio di Gurna, costruito proprio sulle sepolture; per questo dagli anni Duemila il governo egiziano ha deciso di abbattere le vecchie case e di trasferire la popolazione per permettere di intraprendere nuovi scavi archeologici.

A poche centinaia di metri da qui, Ramses II fece costruire il cosiddetto Ramesseo, un enorme complesso funerario (il famoso "Tempio di milioni di anni") che purtroppo non è sopravvissuto, come altri siti vicini, alle piene del Nilo e allo scorrere del tempo. Oggi se ne possono comunque visitare le rovine.
Ramses III, dal canto suo, realizzò invece il Medinet Habu, un tempio funerario altrettanto impressionante per dimensioni e qualità artistica ed architettonica. Solitamente le gite organizzate tendono ad evitarlo per questioni di tempo, ma è un vero peccato perderselo: se rimanete in città qualche giorno, vale la pena ritagliarsi qualche momento per una visita.

Non distante si trova anche la valle di Biban el-Harim, meglio conosciuta come Valle delle Regine. Sono state rinvenute al momento circa ottanta tombe di regine e principesse, ma anche dei giovani principi morti in età infantile durante la XIX e XX dinastia, anche se molte purtroppo sono in pessime condizioni. Il sepolcro più famoso è quella della regina Nefertari, bellissima moglie di Ramses II, ma tra le più impressionanti da vedere c’è sicuramente quella di Amunherkhepshef, figlio di Ramses III, rappresentato negli splendidi rilievi perfettamente conservati.

La sponda orientale del Nilo: i templi di Karnak e Luxor

La lunga giornata a Luxor può proseguire tornando sulla sponda orientale del Nilo, dove si trovano i due principali templi, il museo e la moderna città.
Uno dei più spettacolari siti archeologici non solo dell’Egitto, ma di tutto il mondo, è senza dubbio il complesso dei Templi di Karnak, che si estende su una superficie di oltre 300.000 m².
Si tratta di una cittadella sacra fortificata, a poche centinaia di metri dalla riva del Nilo, nella quale viveva il clero dell’epoca celebrando misteriose cerimonie liturgiche dedicate ad Amon-Ra, le due principali divinità del pantheon egizio. Nell’antica Tebe la costruzione del Recinto di Amon-Ra (uno dei quattro recinti del complesso) cominciò nel XX secolo a.C.
Ogni sovrano aggiungeva monumenti, statue e obelischi ai Templi di Karnak, tanto che oggi, a distanza di quasi quattromila anni, rimane una serie maestosa di rovine di edifici religiosi, colonne e sfingi, diretta testimonianza dell’avvicendarsi dei faraoni e dei sovrani.

La parte più suggestiva del Tempio di Amon è probabilmente la Grande Sala ipostila, dove una foresta di gigantesche colonne (sono 134 in tutto) simboleggia una palude di papiri. Le decorazioni sulle colonne sono semplicemente straordinarie e meritano davvero di essere spiegate da una guida esperta che le sappia interpretare, perché raccontano storie antiche inimmaginabili per la nostra concezione del mondo. Si può camminare tra le sale dei templi, attraversare i cortili e arrivare fino al Lago Sacro, dove i sacerdoti si immergevano per la rituale purificazione.

Il complesso di Karnak è collegato dal Viale delle Sfingi ad un altro tempio, costruito principalmente tra il XIV e il XIII secolo a.C. per volere dei faraoni Amenhotep III e Ramesse II.
Il Viale delle Sfingi corre per 3 km parallelo al Nilo e conduce all’elegante Tempio di Luxor, all’ingresso del quale si ergevano sei enormi statue di Ramses II (quattro sedute e due in piedi, che gli archeologi e i restauratori stanno cercando di ricollocare nella posizione originaria), assieme a due altissimi obelischi di granito rosa, uno dei quali è ancora lì.
Superato l’ingresso, il Grande Cortile di Ramses II è circondato da colonne con capitelli dalla forma di fiori di loto. È qui che sorge anche la moschea di Abu el-Haggag, edificata inizialmente nel XIII secolo sulle rovine di una chiesa copta. Come da rituale, agli orari prestabiliti dal minareto si alza il canto della preghiera, rendendo ancora più suggestiva la visita.

Proseguendo la passeggiata nel tempio, il Colonnato di Amenhotep III e l’adiacente Cortile del Sole, con le sue altissime colonne, introducono alla Sala ipostila. Una volta passate le colonne, si giunge alla camera di Amon e poi al Santuario della Barca di Amon, il cuore del tempio; in quest’ultima camera si notano i rilievi in cui Alessandro Magno è ritratto nelle vesti di faraone.

Consigli e informazioni utili per visitare Luxor

Sono davvero tanti i consigli e gli accorgimenti che si possono mettere in atto durante una visita a Luxor.
Innanzitutto è fondamentale sapere che le strade di accesso e uscita dalla città per i turisti aprono alle 6 del mattino e chiudono tassativamente alle ore 18, senza eccezioni.
Le visite ai siti archeologici devono pertanto terminare con il giusto anticipo, perché i posti di blocco non fanno più passare i mezzi e costringono i turisti a pernottare in città per la notte.
Chi partecipa ai tour organizzati ha generalmente una tabella di marcia pensata apposta per rispettare queste consegne e non deve fare altro che seguire le indicazioni della guida.

L’alternativa, secondo noi molto valida (ma anche più costosa), è quella di partecipare a un’escursione che preveda almeno una notte a Luxor, in modo da potere vedere più cose e dilatare i tempi delle visite, anche considerando che i templi di Karnak e di Luxor diventano ancora più suggestivi grazie all’illuminazione serale dei siti e agli ultimi raggi del Sole che tramonta sul Nilo, lì a pochi passi.

In generale è preferibile andare alla scoperta di Luxor e dei suoi tesori con una guida locale preparata, che sappia raccontare fedelmente la storia dell’Antico Egitto e trasmettere il senso di un percorso di visita tanto ampio quanto complicato ed emozionante al tempo stesso. A nostro avviso i turisti fai da te che scelgono di entrare nei siti senza un’adeguata preparazione o una spiegazione che li introduca a ciò che stanno per vedere, rischiano di perdere davvero l’opportunità di capire e scoprire cose nuove.

Ci rivolgiamo sempre ai turisti indipendenti che intendono raggiungere Luxor con un mezzo proprio, magari un’auto a noleggio: oltre agli orari tassativi che abbiamo indicato, sono necessari anche permessi speciali per entrare a Luxor. I posti di blocco della polizia si susseguono ogni pochi chilometri ed è necessario in continuazione fornire le proprie generalità e quelle del veicolo. Partecipare a un tour organizzato è quindi consigliabile perché elimina le difficoltà e gli intoppi burocratici.

L’area dell’antica Tebe è veramente immensa – tanti definiscono questa zona “il più grande museo a cielo aperto del mondo” – ed esiste anche la possibilità di volare sopra a Luxor e alla Valle dei Re: i tour in mongolfiera hanno molto successo e accompagnano i visitatori nel sorvolo del territorio con le prime luci dell’alba, offrendo l’opportunità di ammirare uno spettacolo unico.

Come facilmente intuibile, Luxor è ricca di negozi che vendono chincaglierie, statuine e souvenir.
Oltre alle immancabili calamite per il frigorifero, gli oggetti più richiesti sono quelli di alabastro, secondo una lunga tradizione artigianale della zona. In molti casi i venditori tenteranno di vendere i propri prodotti spacciandoli per autentici, mentre si tratta di articoli di bassa qualità made in China. Se non siete intenditori, fatevi aiutare dalla vostra guida e chiedete di essere accompagnati in negozi e laboratori dalla provata affidabilità.

Dove dormire

Ci piace molto l’idea di dormire a Luxor e di prenderci il tempo per visitare con maggiore calma tutto ciò che c’è da vedere, o almeno ciò che è possibile seguendo ritmi sostenibili.
In questo caso l’ottimo Hilton Luxor Resort & Spa è un 5* davvero superlativo ed è affacciato direttamente sul Nilo. L’hotel offre sistemazioni eleganti, un ristorante di qualità, una spa tra le migliori dell’Egitto e, nel giardino, una meravigliosa infinity pool che sembra unirsi al lento scorrere del fiume.

Come arrivare a Luxor

La città è dotata di un proprio aeroporto di riferimento, il quale però non è collegato da voli diretti all’Italia.
Per questo la nostra scelta ricade su easyJet, che propone due comodi collegamenti a settimana tra Milano Malpensa e Hurghada, con tariffe a partire da 27,99 € solo andata.
Con circa 4 ore di volo dall’Italia si può quindi raggiungere la località sul Mar Rosso e poi da qui partire per un tour organizzato. Il tragitto tra Hurghada e Luxor è di circa 350 km e le comitive fanno solitamente andata e ritorno in giornata, partendo prima dell’alba e rientrando in serata, ma esistono anche tour che prevedono una o più notti da trascorrere in loco.

Ci sono molti turisti che raggiungono Luxor a bordo delle grandi navi da crociera che solcano il Nilo. In questo caso le navi attraccano presso i moli di Luxor e i passeggeri possono scendere liberamente per cominciare le proprie visite alla città. Ovviamente a bordo si possono acquistare le escursioni organizzate che conducono alla scoperta dei siti.
Un’alternativa piacevole alle affollatissime crociere è quella di optare per la dahabiya, una barca tradizionale dalle dimensioni più piccole e dotata di due vele, che ospita generalmente una decina di cabine per i viaggiatori. In questo modo si gode maggiormente il piacere di una gita sul Nilo tra Aswan e Luxor, con tappe programmate nelle località lungo il tragitto.
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