Cartoceto (Marche): visita alla cittą dell'olio nella valle del Metauro
Cartoceto, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Cartoceto dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Ad appena 15 km dall’Adriatico, Cartoceto occupa l’entroterra più bello della scenografica Vallata del Metauro e con i suoi quasi 8.000 abitanti arricchisce di vitalità, storia e tradizione una porzione di Marche già crepitante a livello di paesaggi, natura e cultura.
Altri due titani risultano essere Palazzo Marcolini e Teatro del Trionfo, ubicato quest’ultimo con il suo sipario dipinto all’interno di un frantoio caduto in disuso presso Piazzale Marconi (normalmente denominato dagli autoctoni La Turchia per la tendenza dei cartocetani a segnalare nell’area il sopraggiungere dal mare dei pirati saraceni).
La frazione più importante di Cartoceto è invece Lucrezia, che conta poco più di 7.000 abitanti.
Dall’olivicoltura si torna a parlare di preziosi tesori monumentali, tra cui non può non figurare la decana delle chiese locali, l’antica Pieve dei Santi Pietro e Paolo tanto pregevole quanto il suo affresco quattrocentesco raffigurante la Crocifissione. La Collegiata di Santa Maria della Misericordia include il Santuario della Madonna delle Grazie che custodisce una Madonna con Bambino e Angeli finemente affrescata. Rappresentazioni pittoriche cinquecentesche della Madonna del Soccorso e della Madonna del Latte le ritroviamo insite nella Chiesa di Santa Maria del Soccorso attigua al Convento dei Padri Agostiniani.
Molto in voga soprattutto fra Cinquecento e Ottocento le residenze di campagna che oggi si fanno ammirare nell’hinterland: Villa Corbelli è seicentesca, mentre a partire dal secolo successivo vennero erette Villa Beatrice, Villa Bellaria e Villa Salomone, che si dice serbi un pianoforte suonato in passato dal famoso compositore Franz Liszt.
Storia
Il borgo in provincia di Pesaro Urbino, riconoscibile per il fiero strutturarsi in antico castrum circondato da mura scarpate e contraddistinto da case abbarbicate su molteplici livelli lungo gradinate e stradine piuttosto ripide, possiede un cuore di memoria romana, rimasto assopito fino al Medioevo, quando iniziò a battere con vigore facendo fiorire i tratti più radiosi e significativi. La Rocca fu la prima a sbocciare nel 1351 e, ahinoi, a scomparire nel 1572 in seguito a scosse telluriche troppo potenti. L’abitato tutt’intorno prese forma più definita con i Malatesta, ai quali subentrò il controllo di Fano, di cui Cartoceto fu “consorte” fino al XVIII secolo. È di fine ‘800 l’annessione al Regno d’Italia, positiva la prima metà del Novecento che, nonostante le due guerre mondiali, fu ampiamente sostenibile dalla popolazione.Cosa vedere a Cartoceto
La conformazione a spina di pesce dell’apparato urbano fa del paese un unicum che si fregia di un ventaglio di imponenti monumenti raggiungibili partendo dal centro storico costituito da Piazza Garibaldi nobilitata da un edificio rappresentativo che vi si affaccia, ovverosia il trecentesco Palazzo del Popolo, complesso annoverante la snella Torre dell’Orologio e l’arco che introduceva in passato al castello la cui anticamera era il consueto ponte levatoio.Altri due titani risultano essere Palazzo Marcolini e Teatro del Trionfo, ubicato quest’ultimo con il suo sipario dipinto all’interno di un frantoio caduto in disuso presso Piazzale Marconi (normalmente denominato dagli autoctoni La Turchia per la tendenza dei cartocetani a segnalare nell’area il sopraggiungere dal mare dei pirati saraceni).
La frazione più importante di Cartoceto è invece Lucrezia, che conta poco più di 7.000 abitanti.
L'olio di Cartoceto
Per un attimo è lecito aprire la parentesi gastronomica relative alle olive di Cartoceto, da cui si ottiene un olio DOP (prima Denominazione di Origine Protetta nelle Marche in ambito oleario) protagonista nel mese di novembre di una Festa e mostra mercato dell'Olio considerata dal 1977 fra le più influenti della regione in termini di attrattiva turistica e commerciale. Il borgo ha la nomina prestigiosa di “Città dell’Olivo e dell’Olio”, ma è d’obbligo ricordare che in paese viene altresì prodotta una prelibatezza sempre più rara, il formaggio di fossa.Dall’olivicoltura si torna a parlare di preziosi tesori monumentali, tra cui non può non figurare la decana delle chiese locali, l’antica Pieve dei Santi Pietro e Paolo tanto pregevole quanto il suo affresco quattrocentesco raffigurante la Crocifissione. La Collegiata di Santa Maria della Misericordia include il Santuario della Madonna delle Grazie che custodisce una Madonna con Bambino e Angeli finemente affrescata. Rappresentazioni pittoriche cinquecentesche della Madonna del Soccorso e della Madonna del Latte le ritroviamo insite nella Chiesa di Santa Maria del Soccorso attigua al Convento dei Padri Agostiniani.
Molto in voga soprattutto fra Cinquecento e Ottocento le residenze di campagna che oggi si fanno ammirare nell’hinterland: Villa Corbelli è seicentesca, mentre a partire dal secolo successivo vennero erette Villa Beatrice, Villa Bellaria e Villa Salomone, che si dice serbi un pianoforte suonato in passato dal famoso compositore Franz Liszt.