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Vigoleno (Emilia-Romagna): il borgo medievale e il castello

Vigoleno, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Vigoleno dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Geograficamente categorizzata come frazione del comune di Vernasca, nella provincia di Piacenza, Vigoleno assurge a Cenerentola romantica dell’intero hinterland costituendosi a tutti gli effetti borgo, e non certo uno qualunque, considerando la sua iscrizione a buon diritto il 14 settembre 2002 fra i “Borghi più belli d’Italia”, status conferito a conferma di un considerevole patrimonio architettonico e storico. La domanda sorge spontanea: dove precisamente risiederà cotanta bellezza?

Il borgo ed il Castello

Siamo al cospetto di un borgo fortificato che rappresenta invero un monumento storico eccezionale, in grado di troneggiare nel territorio piacentino per il suo porsi elegante e per un impianto che ha saputo resistere alle volubilità della storia. La caratteristica e inusuale forma ellissoidale è solo la base costituente una meraviglia cinta da imponenti mura merlate percorribili attraverso un lungo camminamento di ronda il cui scopo per il turista è la piena ed esaltante ammirazione del panorama relativo all’immensa Val Stirone.

Il tessuto urbano erge quale struttura di spicco il sontuoso mastio quadrangolare (crogiuolo di sale museali custodenti documenti storici e fotografie inestimabili) provvisto di feritoie, beccatelli e merli ghibellini, preceduto da un “rivellino” funzionale come fortificazione preludio all’ingresso al borgo, uno e unico. Il mastio – parte fondamentale del castello medievale fondato nel X secolo (dove la duchessa Maria Ruspoli Grammont Hugo accolse personaggi di elevata statura intellettuale come Jean Cocteau, Elsa Maxwell e Gabriele D’Annunzio) - non è tuttavia la sola torre presente nel complesso: una seconda (su cui è presente l’antica Meridiana del mezzodì) sorge in prossimità della zona residenziale, in cui si pone centrale la piazza di Vigoleno, sulla quale si affacciano gli edifici religiosi autoctoni.

Cosa vedere a Vigoleno

Si parli in primis della Pieve di San Giorgio, di matrice romanica e risalente al XII secolo. Dotata di un trittico di navate coronato da otto pilastri rotondi con capitelli scolpiti, ha subito altresì influenze stilistiche dall’epoca barocca e da quella più propriamente rinascimentale, tornando all’impianto originale grazie al restauro compiuto nel 1963 per infondere il primigenio aspetto austero.

La facciata consta di un bel portale al quale si aggiungono colonnine dai capitelli fogliati e una lunetta con scultura che ritrae San Giorgio, presente anche in un affresco in abside insieme a San Benedetto, ritratto invece su un pilastro.

La chiesa è provvista poi di un campanile a pianta quadrangolare sormontato da bifore. L’oratorio di Santa Maria è un piccolo edificio settecentesco non privo, però, di eleganza e interesse, notevole per la sua pianta a crociera e la scalinata sulla piazza. Oggi la struttura si presta a numerose mostre, allestimenti e concerti in virtù di un’acustica pressoché perfetta.

Eventi, sagre e manifestazioni

Per quanto piccola, la frazione di Vigoleno non rinuncia a preservare qualche tradizione di lunga data: la questua del cantamaggio (festa stagionale che omaggia l’arrivo dell’attesa primavera dopo l’inverno) vede il 30 aprile un gruppo di canterini portare l’augurio di maggio per le case del centro abitato, ricevendo in segno di ringraziamento uova e altri doni calati dalle finestre con la cavagna appesa a uno spago.

Enogastronomia e prodotti tipici

Il borgo, insomma, ha di che vantarsi e ogni anno incanta centinaia di turisti, a conoscenza inoltre del fatto che Vigoleno è stato insignito della Bandiera Arancione, riconosciuta dal Touring Club Italiano quale marchio prestigioso di qualità turistica e ambientale che premia vari aspetti di un sito, tra cui il bagaglio culturale, la ricettività, l’ospitalità e la capacità di offrire ai visitatori prodotti tipici genuini come, nella fattispecie, i rinomati funghi, la patata di Vezzolacca e il Vin santo di Vigoleno, un vino passito conservato in botti di legno per un periodo non inferiore a 5 anni, con una produzione limitata di ca. 2.500 bottiglie l’anno non certo alla portata di tutti.

Prelibatezze più inflazionate ma non certo di secondo piano sono il Parmigiano Reggiano, il prosciutto di Parma, la coppa piacentina, il culatello di Zibello e la pancetta arrotolata.
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