Ramiseto (Emilia-Romagna): il Lago Calamone e la visita alla cittadina
Ramiseto, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Ramiseto dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Fino alla fine del 2015, sulla carta d’identità di Ramiseto c’era il bollino che lo indicava come Comune della provincia di Reggio Emilia in Emilia-Romagna, ma dal 1° gennaio 2016 quel bollino è scomparso poiché insieme a Busana, Ligonchio e Collagna la località è stata fusa nella nuova realtà comunale di Ventasso, fusione sancita da un referendum a partecipazione popolare.
E’ cambiata la sua conformazione amministrativa ma non certo l’integrità intrinseca che rende fieri i 1.260 abitanti di un nucleo urbano che oggi ha la fisionomia di un grazioso borgo inserito a un’altitudine di 800 metri nel formoso territorio dominato dall’Appennino Reggiano e incluso perciò nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Si pone voluttuosamente in un pertugio di una conca ospitata dalla Valle della Lonza, al centro geografico della cosiddetta Valle dei Cavalieri.
Essendo il borgo piuttosto piccolo, si consiglia di pianificare passeggiate ed escursioni d’ampio respiro per riuscire a visitare un po’ tutte le frazioni di Ventasso, ognuna con qualche perla interessante. In breve è necessario toccare località che celano timidi tesori: Cecciola è un crogiuolo di corti, loggiati, portali e sottopassi ad arco; la chiesa antica di Miscoso risale al 1667 e custodisce un bel portale del secolo successivo; l’Oratorio di San Francesco, che reca la data di nascita 1657, si trova a Montedello e vi si celebra messa; Pieve San Vincenzo pagò dazio nel terremoto del 1920 e la sua chiesa andò distrutta per poi essere ricostruita in falso stile romanico insieme al campanile grazie a un fondo stanziato da un gruppo nazionale di domestiche e badanti; Succiso ospita i resti di una vecchia chiesa, più che altro la facciata e il campanile, ma il luogo è famoso piuttosto per un accadimento triste, essendo stato abbattuto qui nel 1949 l’ultimo esemplare di lupo dell’Appennino.
E’ cambiata la sua conformazione amministrativa ma non certo l’integrità intrinseca che rende fieri i 1.260 abitanti di un nucleo urbano che oggi ha la fisionomia di un grazioso borgo inserito a un’altitudine di 800 metri nel formoso territorio dominato dall’Appennino Reggiano e incluso perciò nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Si pone voluttuosamente in un pertugio di una conca ospitata dalla Valle della Lonza, al centro geografico della cosiddetta Valle dei Cavalieri.
Storia e origine del nome
Battezzato Ramacetum in epoca romana, il nucleo urbano visse parte del Medioevo quale feudo fra i tanti posseduti dalla famiglia Terzi, per poi passare ai Vallisneri delegati dalla potente casata degli Estensi. La sua elezione a comune avvenne nel 1860 e come tale dovette affrontare le drammatiche asprezze della Seconda Guerra Mondiale, in seguito alla quale entrò nella lista delle Città decorate al Valor Militare, forte di una Croce di Guerra ottenuta in virtù della tenace lotta partigiana contro l’occupazione nazista.Cosa vedere a Ramiseto
Ramiseto si è notevolmente modernizzata rispetto al passato senza tuttavia snaturarsi, mantenendo caratteristico il centro storico dagli specifici tratti architettonici funzionali alla permanenza in un comprensorio montano che vede ampie macchie di caseggiati estendersi con peculiari stalle-fienili a due falde e copertura con tetto a lastre, la cui struttura sommaria contempla la muratura con gradevoli pietre a vista di tradizionale lignaggio costruttivo. Spicca con un bel colpo d’occhio la sovrastante Parrocchiale dei Santi Cipriano e Giustina, edificio religioso sorto nel 1256 ma ricostruito nel 1827, collegato al pittoresco Borgo Vecchio da una vetusta strada selciata lungo la quale si dispongono ben 14 stazioni della Via Crucis impresse su lastre di pietra. Tra le bellezze da vedere si segnala ancora il monumento al Cavallo di Ventasso, una magnifica fontana rappresentata da tre sculture recanti immagini equine su monoliti in pietra.Essendo il borgo piuttosto piccolo, si consiglia di pianificare passeggiate ed escursioni d’ampio respiro per riuscire a visitare un po’ tutte le frazioni di Ventasso, ognuna con qualche perla interessante. In breve è necessario toccare località che celano timidi tesori: Cecciola è un crogiuolo di corti, loggiati, portali e sottopassi ad arco; la chiesa antica di Miscoso risale al 1667 e custodisce un bel portale del secolo successivo; l’Oratorio di San Francesco, che reca la data di nascita 1657, si trova a Montedello e vi si celebra messa; Pieve San Vincenzo pagò dazio nel terremoto del 1920 e la sua chiesa andò distrutta per poi essere ricostruita in falso stile romanico insieme al campanile grazie a un fondo stanziato da un gruppo nazionale di domestiche e badanti; Succiso ospita i resti di una vecchia chiesa, più che altro la facciata e il campanile, ma il luogo è famoso piuttosto per un accadimento triste, essendo stato abbattuto qui nel 1949 l’ultimo esemplare di lupo dell’Appennino.