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Gaby (Aosta): visita al villaggio della valle di Gressoney

Gaby, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Gaby dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Per chi ama la natura volendo rimanere a stretto contatto con la potenza visiva di una montagna che caldeggia ispirazioni tanto in inverno quanto in estate, Gaby è di certo il posto ideale, pacifico e trascendente per bellezza e insaziabile capacità di accoglienza turistica.

La valle dei Walser

Questo paese alpino mignon dà residenza a soli 471 abitanti, giace nella Valle del Lys (inglobante il vallone di Niel, che contempla la suggestiva cascata dell’omonimo torrente e il villaggio con i caratteristici Stadel, ovvero le case walser) e imperla una regione, la Valle d’Aosta, desiderosa di pace ma al contempo di vivacità che solo gli avventori di stagione possono infondere con le repentine incursioni, i soggiorni, le esplorazioni e i viaggi in lungo e in largo per l’area montana. Gaby s’eleva a 1.040 metri s.l.m. giacendo placida nell’abbraccio premuroso di boschivi manti e delicati ruscelli che ne fanno quasi una minuscola cittadina-eremo, a due passi dal Monterosa Ski, un attrezzato comprensorio sciistico in voga già da parecchi anni e frequentato anche da abitanti e visitatori di Issime, Gressoney Saint Jean e Gressoney La Trinité, congiunti insieme a Gaby in una grande realtà territoriale, la Comunità Montana Walser.

Storia

Nato insediamento e sviluppatosi in feudo dominato dai Vallaise durante il XVI secolo prima della cessione ai Troc-Drisquer, divenne comune affrancandosi dall’ingombrante giurisdizione di Issime, dal quale si disgiunse rivendicando e ottenendo la totale autonomia amministrativa. Sembra un viatico storico molto breve e lineare, ma nel bagaglio del passato sono stati trasportati valori folcloristici e retaggi che vedono nella lingua un fulgido specchio dei tempi, decantati in una vera isola linguistica dove è ancora determinante il parlato in patois, che amalgama l’identitario dialetto walser con gli influssi francofoni e idiomi ancor più localizzati di derivazione celtica e germanica, quasi scomparsi se ci riferiamo a quanti sono ancora in grado di diffonderli verbalmente.

Costi quel che costi, mai scomparirà invece nella memoria l’ottocentesco Costume femminile di Gaby, un abito da sposa confezionato dalle donne del paese, personalizzato a tal punto da risultare sempre esemplare unico, utilizzato anche per diversi eventi, manifestazioni e cerimonie, occasioni per sfoggiarlo e creare colore per le strade, una volta tanto meno sobrie e più allegre, vive di quella vita che solo la tradizione può di fatto preservare.

Cosa vedere a Gaby

L’architettura vigente a Gaby non ha davvero nulla a che fare con le località più in vista o le cittadine sovraccaricate di monumentali complessi e reti urbane. Parliamo di un piccolo fulcro montano dove convivono piuttosto modesti araldi della storia, messaggeri di un’essenza echeggiante: la Casa Forte di Fourvill, oggi di proprietà privata, risale al 1676 (anno in cui venne fatta costruire dalla famiglia Albert) ed è tra le maisons-fortes quella più celebre.

Molto più antica pare la Casa Jaccond – conosciuta altresì come Maisonnasse o Soala – eretta nel XII secolo, alta cinque metri e nel ‘600 utilizzata come lazzaretto all’incombere di una grave epidemia di peste; il Palatz rimanda ai nobili Troc-Drisquer che vissero nel XVII secolo e consta in sostanza di una tenuta facente parte delle cosiddette “case della pouhrta”, cioè “case del portale”, raccolte entro un cortile il cui ingresso era rappresentato da un portale in legno di larice, composto da due battenti e sormontato da un arco in pietra e tetto in lose.

Gli edifici religiosi qui non fanno assolutamente scalpore poiché tengono al sacro raccoglimento, motivo fondante dell’erezione di ciascuna chiesa su questa terra. Opportuno però segnalare la Parrocchiale di San Michele Arcangelo, chiesa settecentesca che serba al suo interno due begli altari barocchi, di cui il maggiore è sovrastato finemente da un baldacchino ligneo scolpito da Carlo del Ponte e attualmente unico esemplare ammirabile in tutta la Valle d’Aosta.

Il Santuario di Voury accoglie il culto mariano in Valle del Lys, infatti non si nasconde l’affresco in facciata raffigurante la Madonna delle Grazie, preludio a un possente portale in noce intarsiato che introduce all’interno a un’unica navata. Meraviglioso l’altare maggiore, in legno dorato e intagliato, adorno di quattro colonne tortili, ben sei candelabri lignei e la statua ritraente la Dormitio Mariae custodita in una speciale urna.

Presenti due altri altari laterali, ciascuno con crocifisso e candelabro, ornati rispettivamente dal Gesù coi bambini e dal San Giuseppe con Gesù Bambino, tele molto interessanti. Tutto è stato attentamente restaurato, dalla cappella centrale al santo sepolcro, dagli oratori dei misteri al chiostro fino alla singolare Via Crucis lungo il pendio. Qui confluisce un pellegrinaggio diocesano che ha luogo ogni anno il 12 agosto.

Eventi a Gaby

Di altra natura è l’evento che viene organizzato puntualmente a Ferragosto, ovvero la Marcia degli Alpini – Memorial Leonardo Follis, una corsa di montagna che si snoda fra sentieri, boschi, villaggi e vallate.

Come arrivare

In auto si arriva tramite l’Autostrada A5 della Valle d’Aosta con uscita a Pont-Saint-Martin e imbocco della SR 44; la linea ferroviaria Aosta-Chivasso passa dalla stazione di Pont-Saint-Martin, collegata ai principali comuni (Gaby compreso) dalla linea bus Pont-Saint-Martin-Gressoney; aeroporti di riferimento sono il Corrado Gex di Aosta e il Sandro Pertini di Caselle Torinese.

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