Terralba (Sardegna): vacanze e mare in provincia di Oristano
Terralba, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Terralba dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Il territorio della Sardegna sud-occidentale è un arlecchino variopinto, un patchwork di colori brillanti dalla superficie ora liscia ora increspata, vellutata o aspra, a seconda che si passeggi in pianura, in collina, o sulla costa sabbiosa affacciata sul Mediterraneo. Qui si inserisce l’abitato di Terralba, cittadina di circa 10 mila abitanti in provincia di Oristano, a 23 km dal capoluogo provinciale e a 75 km da Cagliari. Incastonata nella parte settentrionale del Campidano, una vasta pianura alluvionale, Terralba è vegliata sul fronte orientale dal Monte Arci e dalla Marmilla.
Visitare il paese e trascorrervi un periodo di vacanza significa calarsi in una realtà nuova, un piccolo mondo a sé stante e tuttavia accogliente verso i turisti, pronto a raccontare di sé e delle sue tradizioni, costellato di testimonianze preziose che sembrano cartoline inviate dal passato.
Ai ricordi di una vecchia Sardegna, un po’ sbiaditi ma incredibilmente affascinanti, si aggiunge la bellezza delle feste popolari, del paesaggio selvaggio e delle spiagge di sabbia o di roccia, poco lontane dal paese.
La seconda chiesa che vale la pena di visitare è quella di San Ciriaco, fondata nella prima metà del Settecento e custode di un quadro storico dipinto da Padre Lilliu, del sarcofago di Maria Bambina, delle campane e del tabernacolo dell’antica chiesa.
Aldilà dei luoghi di culto, Terralba propone ai visitatori una grande quantità di edifici a carattere civile, molto interessanti ma con un tratto originale: nonostante la storia millenaria del borgo sardo, nel centro non ci sono costruzioni anteriori all’Ottocento, in quanto un tempo la pietra risultava un materiale troppo costoso e per l’edilizia si utilizzavano i mattoni crudi, più economici ma poco resistenti allo scorrere del tempo. La cittadina è quindi una fotografia fedele delle atmosfere novecentesche, con la casa comunale del 1932 in inconfondibile stile liberty, l’ex casa del fascismo dello stesso anno oggi adibita a Teatro Civico e sala conferenze, e le suggestive scuole elementari di Via Roma, risalenti al 1912. Quest’ultimo è un altro esempio di architettura liberty, ma la parte più affascinante è all’interno: in alcune aule si trovano ancora i vecchi banchi con il foro per il calamaio, così come le stufe in terracotta usate per il riscaldamento.
Spostandosi al di fuori del centro di Terralba si incontrano alcune frazioni comunali interessanti: adagiato nella laguna omonima c’è Marceddì, un pittoresco villaggio di pescatori incorniciato da una pineta secolare. Quasi disabitato nei mesi più freddi, il borgo si vivacizza durante l’estate, ma conserva un sapore antico e umile: le abitazioni sono molto povere, molte strade non sono neppure asfaltate e ci sono ancora i lampioni del periodo fascista o dell’immediato dopoguerra, tanto che il tempo pare davvero essersi fermato. Un’altra frazione interessante è Tanca Marchese, nata con la bonifica fascista, che per le sue particolari architetture ricorda più un villaggio del nord che un paesino della solare Sardegna.
Visitare il paese e trascorrervi un periodo di vacanza significa calarsi in una realtà nuova, un piccolo mondo a sé stante e tuttavia accogliente verso i turisti, pronto a raccontare di sé e delle sue tradizioni, costellato di testimonianze preziose che sembrano cartoline inviate dal passato.
Ai ricordi di una vecchia Sardegna, un po’ sbiaditi ma incredibilmente affascinanti, si aggiunge la bellezza delle feste popolari, del paesaggio selvaggio e delle spiagge di sabbia o di roccia, poco lontane dal paese.
Clima e quando andare
L’ingrediente fondamentale però, che condisce tutto il resto di luce e calore, è il clima favoloso del litorale sardo: mediterraneo temperato, dolce grazie all’influsso del mare, concentra le piogge nel tardo autunno e in primavera ma conserva perfette le estati di Terralba. A seconda dell’umore dei venti la costa è accarezzata o schiaffeggiata dalla brezza, che rinfresca costantemente l’aria della zona: da nord-ovest soffia spesso il Mistral, specialmente nei mesi più freddi, mentre lo Scirocco viene da sud-est nella bella stagione e viene chiamato dai locali “su bentu de soli”, il vento del sole, per il suo calore caratteristico. Le temperature medie, sempre miti, in gennaio vanno da una minima di 8°C a una massima di 13°C, mentre in luglio si passa dai 21°C a 29°C, e il mese più piovoso è novembre, con una media di 92 mm di pioggia.Cosa vedere a Terralba
Con queste condizioni climatiche è un piacere passeggiare per Terralba, alla scoperta dei suoi monumenti più interessanti. Tra le chiese spiccano la cattedrale di San Pietro Apostolo e la chiesa di San Ciriaco: la prima è stata modificata a partire dal 1821 assumendo le linee tipiche tardo-barocche, nel sito occupato in precedenza dall’antica cattedrale romanica del 1144. Le modifiche più consistenti sono state quelle della navata centrale, l’aggiunta delle cappelle laterali e la fondazione di due campanili, di cui uno è tuttora incompiuto. All’interno si possono ammirare splendidi capitelli di Neapolis, rinvenuti durante la demolizione dell’abside della chiesa antica, oltre a un fonte battesimale del 1626, un pulpito ligneo del Seicento e una pregiata croce spagnola in argento. Del XVII secolo sono anche le statue in legno di San Pietro, della Madonna del Rosario e della Madonna del Rimedio.La seconda chiesa che vale la pena di visitare è quella di San Ciriaco, fondata nella prima metà del Settecento e custode di un quadro storico dipinto da Padre Lilliu, del sarcofago di Maria Bambina, delle campane e del tabernacolo dell’antica chiesa.
Aldilà dei luoghi di culto, Terralba propone ai visitatori una grande quantità di edifici a carattere civile, molto interessanti ma con un tratto originale: nonostante la storia millenaria del borgo sardo, nel centro non ci sono costruzioni anteriori all’Ottocento, in quanto un tempo la pietra risultava un materiale troppo costoso e per l’edilizia si utilizzavano i mattoni crudi, più economici ma poco resistenti allo scorrere del tempo. La cittadina è quindi una fotografia fedele delle atmosfere novecentesche, con la casa comunale del 1932 in inconfondibile stile liberty, l’ex casa del fascismo dello stesso anno oggi adibita a Teatro Civico e sala conferenze, e le suggestive scuole elementari di Via Roma, risalenti al 1912. Quest’ultimo è un altro esempio di architettura liberty, ma la parte più affascinante è all’interno: in alcune aule si trovano ancora i vecchi banchi con il foro per il calamaio, così come le stufe in terracotta usate per il riscaldamento.
Spostandosi al di fuori del centro di Terralba si incontrano alcune frazioni comunali interessanti: adagiato nella laguna omonima c’è Marceddì, un pittoresco villaggio di pescatori incorniciato da una pineta secolare. Quasi disabitato nei mesi più freddi, il borgo si vivacizza durante l’estate, ma conserva un sapore antico e umile: le abitazioni sono molto povere, molte strade non sono neppure asfaltate e ci sono ancora i lampioni del periodo fascista o dell’immediato dopoguerra, tanto che il tempo pare davvero essersi fermato. Un’altra frazione interessante è Tanca Marchese, nata con la bonifica fascista, che per le sue particolari architetture ricorda più un villaggio del nord che un paesino della solare Sardegna.