Bonorva (Sardegna): visita alla cittadina del Logudoro
Bonorva, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Bonorva dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Bonorva s’erge nella zona rurale dell’hinterland di Sassari in Sardegna, a nord dell’altopiano di Campeda in regione Logudoro. Posto a 47 km dal capoluogo, conta poco meno di 3.500 abitanti e la sua storia ha avuto inizio nel Medioevo sebbene, relazionandoci al territorio, l’età nuragica ha sparso ovunque tracce antiche ed elementi archeologici oggi sottoposti costantemente a studi rigorosi.
La zona si trova a 10 km dal nucleo urbano, nei pressi della Chiesa di Santa Lucia, edificio religioso trecentesco realizzato in stile romanico ma purtroppo poco fedele all’impianto originale, stravolto da interventi successivi atti a preservarne la struttura nel tempo. Poche centinaia di metri e ci si imbatte nella fonte preistorica di Lumarzu, accompagnata dai nuraghi Puttu de Inza e Monte Donna.
Il culto cattolico non viene meno, sicché oltre alla già citata Chiesa di Santa Lucia, sorgono molte altre ancelle esemplari cristiane. Ecco dunque la Chiesa di San Giovanni Battista, consacrata nel 1174 e modificata in pieno Settecento senza però intaccare all’interno l’altare ligneo e il quadro di Baccio Gorini raffigurante gli Angeli musicanti e i santi Carlo Borromeo, Antonio Abate e Gavino di Torres. Pregevole anche la Chiesa di Santa Vittoria, seicentesco modello ecclesiastico che conserva le icone scultoree di San Francesco Saverio, Santa Maria de Cunzadu e la Vergine dormiente.
La Chiesa di San Simeone è annessa all’omonimo sito archeologico sul Campeda, mentre campestre è la Chiesa di San Lorenzo di Rebeccu, che colpisce per l’aspetto molto arcaico e la facciata bicroma costituita da cinque archetti e il caratteristico campaniletto a vela sovrastante il portale d’ingresso architravato.
L’edificio appartiene al XII secolo esattamente come la Chiesa di Santa Giulia, collocata nel villaggio medievale abbandonato di Rebeccu, ch’è anche frazione di Bonorva. La tardogotica Parrocchiale della Natività di Maria, costruita fra la fine del ‘500 e l’inizio del ‘600, è dotata di campanile e contiene una lunga serie di cappelle laterali culminanti dell’abside quadrata con volte a crociera.
Storia
Una preistorica valenza la possiede l’incredibile ma vera necropoli di Sant’Andrea Priu, un’area di matrice funeraria in cui prendono posto ben 20 domus de janas pre-neolitiche (IV millennio a.C.). In particolare, si possono notare per la loro imponente grandezza e lo straordinario stato di conservazione tre tombe, su cui spicca la Tomba del Capo (adattata sotto Romani e Bizantini a chiesa intitolata a Sant’Andrea), che con le sue 18 camere rappresenta uno dei luoghi di sepoltura sotterranei più ampi del Mediterraneo.La zona si trova a 10 km dal nucleo urbano, nei pressi della Chiesa di Santa Lucia, edificio religioso trecentesco realizzato in stile romanico ma purtroppo poco fedele all’impianto originale, stravolto da interventi successivi atti a preservarne la struttura nel tempo. Poche centinaia di metri e ci si imbatte nella fonte preistorica di Lumarzu, accompagnata dai nuraghi Puttu de Inza e Monte Donna.
Cosa vedere a Bonorva
Il centro di Bonorva è costellato di case funzionali alla vita condotta in un tipico borgo agreste, inoltre le viuzze strette, le stradine sterrate e i cortili interni rimandano a un passato che ha consegnato un’importante memoria, cioè quella artigiana imperniata su una tradizione sempre viva, perpetrata di generazione in generazione. Fervente e prolifica risulta l’arte tessile che dirama nel ricamo e nella produzione specifica di tappeti e arazzi eseguita con telai orizzontali fedeli alle prime tecniche utilizzate.Il culto cattolico non viene meno, sicché oltre alla già citata Chiesa di Santa Lucia, sorgono molte altre ancelle esemplari cristiane. Ecco dunque la Chiesa di San Giovanni Battista, consacrata nel 1174 e modificata in pieno Settecento senza però intaccare all’interno l’altare ligneo e il quadro di Baccio Gorini raffigurante gli Angeli musicanti e i santi Carlo Borromeo, Antonio Abate e Gavino di Torres. Pregevole anche la Chiesa di Santa Vittoria, seicentesco modello ecclesiastico che conserva le icone scultoree di San Francesco Saverio, Santa Maria de Cunzadu e la Vergine dormiente.
La Chiesa di San Simeone è annessa all’omonimo sito archeologico sul Campeda, mentre campestre è la Chiesa di San Lorenzo di Rebeccu, che colpisce per l’aspetto molto arcaico e la facciata bicroma costituita da cinque archetti e il caratteristico campaniletto a vela sovrastante il portale d’ingresso architravato.
L’edificio appartiene al XII secolo esattamente come la Chiesa di Santa Giulia, collocata nel villaggio medievale abbandonato di Rebeccu, ch’è anche frazione di Bonorva. La tardogotica Parrocchiale della Natività di Maria, costruita fra la fine del ‘500 e l’inizio del ‘600, è dotata di campanile e contiene una lunga serie di cappelle laterali culminanti dell’abside quadrata con volte a crociera.