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Sanza (Campania): cosa vedere e cosa fare nel comune del Cilento

Sanza, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Sanza dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Sanza non è soltanto il comune più esteso della provincia di Salerno (12.711 ettari a elevata boscosità), ma rappresenta indubbiamente un valore aggiunto del Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.

Composto gruppetto di case abitate complessivamente da 2.500 persone, si posiziona a 558 metri s.l.m. incastonandosi in un territorio dominato dai maestosi monti Centaurino e Cervati (la vetta più alta della Campania in virtù dei suoi 1.899 metri s.l.m.) e mediando fra il Vallo e lo splendido Golfo di Policastro.


L’inghiottitoio di Vallivona

Alle pendici del titano carsico, il paese gode di un autentico volano turistico, vale a dire l’inghiottitoio di Vallivona. È questo un ambiente molto particolare, accessibile (è l’unico in Europa a esserlo) percorrendo un tunnel artificiale scavato nella montagna, lungo 500 metri - bissabili a piedi munendosi di torcia, una felpa o k-way, oppure in bicicletta - e completamente al buio. L’escursione termica fra la galleria e l’esterno raggiunge i 12°C, ma una volta arrivati all’inghiottitoio si beneficia di un microclima caldo-umido difficile da descrivere se non lo si prova sulla propria pelle.

Quello che i paesani chiamano in dialetto “Affonnaturo” è in realtà una sorta di radura in cui convivono diversi caratteri naturali, ristagni d’acqua, pareti di roccia a strapiombo, fanghi, sabbie e persino cascate adorne di piante che in inverno si ricoprono di una patina di ghiaccio in grado di assumere le forme di stalattiti appuntite. Il tutto risulta così assai suggestivo, oasi di rara bellezza in cui ci si sente fuori del mondo e in una dimensione quasi onirica.

L’hinterland di Sanza si identifica con precisione per la marcata macchia mediterranea che costella il territorio di viti e ulivi ma altresì di querce e castagni, esemplari di abete bianco ultracentenario, faggete e conifere, aggiungendovi betulle, orchidee spontanee e lavanda.


Storia

Le ricchezze florofaunistiche e storicoambientali dunque abbondano in un contesto di accentuata biodiversità, laddove la presenza antropica si è fatta sentire in tempi antichi soprattutto tramite il sopraggiungere dei Lucani e dei Romani. Concitato il Medioevo poiché il borgo, ove intanto aveva prosperato una congrega di monaci italo greci, si trovò a difendere la fortezza di Policastro dalle incursioni saracene.

I Sanseverino assicurarono alla comunità sanzese oltre 200 anni di sostanziale tranquillità, sostenendo un notevole incremento demografico e parimenti economico. Secolo buio a parte (il ‘600), la potente famiglia fu fautrice di una memorabile espansione urbanistica, a tal punto che Sanza si riempì di dimore signorili, cappelle gentilizie e opere d’arte convogliate negli edifici sacri, in particolare nella Chiesa Madre.


Cosa vedere a Sanza

Il passato del paese si riflette parzialmente nell’architettura rurale fatta di tenute terriere, casini (dimore dagli spiccati elementi difensivi) e mulini. Non è poi inusuale imbattersi durante un’escursione campestre nei ruderi di sensazionali edifici religiosi come l’abbazia di San Pietro. Rimane ancora in buone condizioni la Cappella della Madonna della Neve, caratterizzata dall’unione di due corpi di fabbrica appartenenti a epoche diverse, altomedioevale uno, settecentesco l’altro. Non distante si colloca la grotta con l’antico simulacro della Madonna col Bambino.

Fin qui si è parlato principalmente del patrimonio naturalistico che fa da sontuoso sfondo all’abitato, ma è nel cuore del comune l’essenza dei principali tesori architettonici. Orgoglio e vanto, la Parrocchiale dell’Assunta si presenta agli occhi del turista con il suo portale in pietra di Padula, il Crocifisso ligneo posto sull’altare maggiore e la preziosa statua della Madonna la cui metodologia scultorea viene ascritta alla matrice napoletana. Merita una menzione la croce processionale in argento risalente al Settecento.

Insieme alla Chiesa di San Francesco d’Assisi e alla Cappella di San Vito, svetta la vecchia torre campanaria di San Martino, sopravvissuta alla parrocchiale che vi sorgeva addossata. Merita estrema attenzione il centro storico di Sanza, brulicante di portali ch’erano in tempi non sospetti chiaro segno di agiatezza e lustro delle più influenti famiglie locali. In via San Giovanni si trova uno dei più begli esemplari della categoria, ovverosia il portale di casa Graziani, datato 1739. L’Ottocento è il secolo di costruzione del fiero Palazzo Campolongo facilmente riconoscibile per la facciata a intonaco rosso in cui si intravedono finte lesene.

Il cippo di Pisacane testimonia e ricorda la tragica fine di Carlo Pisacane, eroe risorgimentale ucciso il 2 luglio 1857. Ricorrono alcune commemorazioni legate a questo personaggio, ma la vera festa è il 5 agosto, giorno della patronale dedicata alla Madonna della Neve, portata in processione a fine luglio sul Monte Cervati e poi riposta compiendo a ritroso il percorso lungo le mulattiere del rilievo montano.

Altro evento molto sentito coincide con la Festa della Lavanda, che a fine estate dedica una due giorni di balli, musica e canti alla pianta officinale spontanea raccolta e lavorata soprattutto negli anni Sessanta. Oggi l'indotto economico a essa riferito si è molto ridotto, ma la tradizione continua a permanere.


Come arrivare

In auto si deve percorrere la SS 517 e uscire a Sanza; la stazione ferroviaria più vicina si trova nel capoluogo salernitano e da qui bisogna completare il viaggio in autobus copendo una distanza di ca. 115 km; l’aeroporto di Napoli Capodichino è quello di riferimento.

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 Pubblicato da - 20 Settembre 2020 - © Riproduzione vietata

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