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Mortara (Lombardia): visita alla cittą della Lomellina

Mortara, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Mortara dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Mortara figura fra le cittadine più ricche e popolose dell’hinterland di Pavia, inserita nel territorio della Lomellina ed equidistante dal capoluogo di provincia e da Milano, 41 km. È un dato da non sottovalutare turisticamente perché questo centro urbano rientra in tal modo in numerosi itinerari ed è talvolta un passaggio obbligato che spinge i visitatori verso l’accesso diretto e contemplativo ai suoi tesori.

Storia

Mortara si rivela in parte il frutto di un’estesa romanizzazione che ha interessato la quasi totalità della Lombardia, infatti il nome attuale deriva proprio da un toponimo d’estrazione latina. Si deve però doverosamente accennare a una versione nominale che vorrebbe far riferimento alla denominazione Mortis Ara (altare della morte), a indicare il luogo ove si consumò la sanguinosa e cruenta battaglia fra l’esercito franco di Carlo Magno e le milizie longobarde guidate da Desiderio, uno scontro che secondo le cronache storiche costò la vita nell’ottobre 773 d.C. a 70.000 guerrieri. Due di questi, ravvisa la leggenda, pare siano stati seppelliti nell’Abbazia di Sant’Albino lungo la Via Francigena percorsa dai pellegrini.

L'Abbazia di Sant'Albino

Il complesso, inizialmente formato da un monastero e una chiesa, venne distrutto e riedificato nell’XI secolo eccettuato il campanile, appartenente al tardo XIII secolo. L’ultimo rifacimento ecclesiale risale al 1540, poi nel 1578 la struttura ricevette la visita di San Carlo Borromeo. Ma quella dei Santi Amelio e Amico è davvero una leggenda? I nodi da sciogliere non sono pochi specialmente dopo essere trascorsi centinaia d’anni, eppure nel 1928 il rinvenimento di due loculi contenenti ossa fu il primo passo verso una flebile verità affiorata nel 1999, quando un esame al carbonio 14 emise il verdetto: i resti sono riferibili al periodo intorno all’anno 1000, quindi potrebbero tranquillamente risalire al 773 d.C. L’urna sacra è un buon motivo per visitare la chiesa, che si presenta a navata unica e dispensa arte nelle linee, nei colori e nella forma di tantissimi affreschi, fra i quali si segnalano Sant’Antonio Abate, il Battesimo di Gesù e una Vergine coi Santi Albino, Iacopo, Agostino e il Committente, opere queste di Giovanni da Milano, pittore molto attivo nel ‘400.

Cosa vedere a Mortara

Esattamente nel XV secolo Mortara assurse a residenza di caccia dei Visconti e successivamente degli Sforza. Oltre, la storia ci racconta dei fatti preliminari all’Unità d’Italia e dello sviluppo economico post unificazione, ma è importante indugiare sempre sul XV secolo, epoca in cui videro la luce la Basilica di San Lorenzo e il Santuario della Madonna del Campo. In realtà la prima è stata costruita fra il 1375 e il 1380, ma gli implementi e le decorazioni a rinforzo dell’estetica gotico lombarda sono pienamente quattrocenteschi. Fedele al medesimo stile è il santuario, che accoglie in tutto il suo sommo splendore la bella Madonna del Latte affrescata nel 1514 da Tommasino da Mortara.

Per onestà occorre aggiungere menzione di altre meraviglie artistiche occupanti le varie nicchie laterali all’unica navata, la Madonna con Bambino del 1630, il San Carlo Borromeo in preghiera davanti al Crocefisso e la Vergine con il Bambino e i Santi Rocco e Domenico, più San Domenico in Soriano con tre sante domenicane, interessante per il suo essere l’ultima opera realizzata da Agostino Santagostini. Nell’arco trionfale, infine, appare in posizione magnifica la Battaglia di Mortara.

All’appello delle architetture di rilievo su sponda religiosa risponde l’Abbazia di Santa Croce, un generoso contenitore di manufatti pittorici dai quali emergono l’Adorazione dei Magi di Bernardino Lanino, San Michele che atterra il demonio descritto dal Moncalvo, l’Annunciata e l’Arcangelo Gabriele ritratti da Bernardino Ferrari. A fiancheggiare il complesso c’è il Palazzo Lateranense, che si ricorda essere stato sede della Repubblica Lomellina.

Nell’ambito dei monumenti architettonici di stampo civile spiccano l’ordinato e austero Teatro Comunale Vittorio Emanuele II datato 1846 (la facciata non mente), l’esemplare scuola elementare Teresio Olivelli che ben sintetizza il Razionalismo Italiano d’inizio Novecento e l’Auditorium Città di Mortara, costruzione identificata come la più recente fra gli edifici di pubblica utilità. A dispetto delle pingui aree urbane, Mortara ottempera alla logica delle quote verdi ospitando numerose zone parcali, Viale Dante, i giardini di Piazza Italia, il parco Nuovi Nati, il parco di Piazza d’Istria e persino il Dog Park, dedicato ai cani e ubicato in Via Mirabelli.

Eventi, sagre e manifestazioni

L’economia della cittadina viaggia su binari idilliaci. Il turismo è fomentato dalla collocazione lungo la Via Francigena e la vocazione prevalentemente agricola con le industrie a farle da ausiliarie nei processi di trasformazione offre non poche soddisfazioni. Il culto del riso e del mais è alto ma non supera quello riposto nell’allevamento delle oche, dalla cui carne si ricava il Salame d’Oca di Mortara I.G.P., protagonista della sagra che si tiene normalmente l’ultima domenica di settembre insieme al Palio di Mortara. Gli altri due eventi da considerare sono la Festa patronale di Santa Croce con annessa fiera il primo lunedì di maggio e la Festa del quartiere San Pio X di scena la prima domenica di settembre.

Come arrivare a Mortara

Partendo da Pavia conviene imboccare la SS 35, superare Borgo Ticino e proseguire sulla SS 596 che, dopo Carbonara al Ticino e Garlasco giunge a Mortara; la stazione si trova sulle linee ferroviarie Milano – Mortara, Arona – Alessandria, Castagnole – Asti – Mortara e Pavia – Mortara – Vercelli; l’aeroporto obiettivamente più comodo è il Milano Malpensa che dista 50 km ca., un po’ più vicino rispetto al Milano Linate, 60 km dalla cittadina.

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 Pubblicato da - 13 Settembre 2018 - © Riproduzione vietata

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