Cilavegna (Lombardia): visita alla cittadina della Lomellina
Cilavegna, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Cilavegna dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Cilavegna è un ridente comune di oltre 5.000 abitanti che espande il suo sorriso lungo un territorio pianeggiante della Lomellina, laddove la provincia di Pavia conosce l’impressionante elogio del Bosco Oliva, area a gestione aperta e tutelata.
Da contemplare per le sue linee rare il Santuario di Sant’Anna, la cui ubicazione fra castagneti e vigne è uno sfondo apprezzabile ai limiti dell’onirico. L’esteriorità alimentata da un portico a sei colonne collegate da archi di diversa ampiezza dà respiro all’edificio che riserva tre navate interne dirette ad altrettanti altari: il maggiore è sovrastato dall’affresco raffigurante Sant’Anna con la Vergine Maria e San Gioacchino, opera ascrivibile alla scuola di Gaudenzio Ferrari. Qui s’officia ogni 26 luglio la Santa Messa preliminare alla partecipata Festa di Sant’Anna, che coinvolge diversi devoti pellegrini.
Di modesta entità è la Chiesa della Beata Vergine d’Oropa, mentre un alto valore artistico è attribuibile alla Chiesa della Beata Vergine del Carmine, seicentesco luogo sacro che accoglie un marmoreo altare maggiore contenente la statua della Beata Vergine, opera che si accompagna a un pregevole coro ligneo e a un’acquasantiera quattrocentesca. La gotica Chiesa di San Martino va ritenuta nel complesso incompleta per un’eccessiva sintesi di abside, presbiterio e campanile legati da un’essenzialità chiaramente percepibile. Neutra per stile ed erezione la Chiesa di Santa Maria, medesimo discorso per la Chiesa di Sant’Antonio.
Storia ed origine del nome
Salubre l’aria, paradisiaco il luogo, riposante la placida distesa di vigne: i tasselli concordano nell’offrire una visione estremamente positiva di quel borgo conosciuto già nel X secolo con il nome di Cilavinnis, posto fra Mortara e Vigevano e perciò al centro di numerose scorribande che per tutto il Medioevo hanno infastidito non poco l’intera area lombarda. Nel ‘300 sono i Visconti a decidere gli assetti di potere, assegnando il feudo di Cellavegna prima ai Beccarla, poi ai Castellino e successivamente a Francesco di Castelbarco. Quando nel 1447 la contea di Pavia passò agli Sforza, fu allora che il paese conobbe i lustri della conformazione comunale, un notevole slancio economico e un ragionato sfruttamento di una situazione felice a più livelli.Eventi, sagre e manifestazioni
Oggi lo ritroviamo crogiolarsi in una pianura contraddistinta da molteplici canali, fontanili, campi coltivati intensamente e risaie, insomma un paesaggio coniato dal progredire dell’agricoltura la cui punta di diamante resta da tanti anni l’Asparago di Cilavegna, gustato specialmente nei giorni che vedono stanziarsi nel giubilo popolare la Sagra dell’Asparago, coacervo trentennale di stand gastronomici, folclore e persino sfilate di carri allegorici e cortei in costume.Cosa vedere a Cilavegna
Visitare Cilavegna significa accedere a un patrimonio architettonico completamente definito dalla presenza di chiese poiché il medievale castello sopravvive soltanto per mezzo di un torrione massiccio e una porta arcuata, resti dell’antica struttura risalente al 900 d.C. Gli edifici religiosi godono invece di ottima salute e l’ansia di sfoggiare la propria bellezza di fronte agli sguardi dei turisti è grande. È cosa buona e giusta iniziare un giro cittadino con la Parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, affacciata su Piazza della Liberazione. Settecentesca, contiene una sola navata a 3 campate di pianta curvilinea, forte di una scenografia tessuta da archi, cassettoni e colonne che armonizzano uno spiccato stile barocco a sostegno di un magnifico altare maggiore di straordinaria raffinatezza ed eleganza. D’impatto la Cappella delle Sante Reliquie, decorata sapientemente dal pittore Stefano Bossi.Da contemplare per le sue linee rare il Santuario di Sant’Anna, la cui ubicazione fra castagneti e vigne è uno sfondo apprezzabile ai limiti dell’onirico. L’esteriorità alimentata da un portico a sei colonne collegate da archi di diversa ampiezza dà respiro all’edificio che riserva tre navate interne dirette ad altrettanti altari: il maggiore è sovrastato dall’affresco raffigurante Sant’Anna con la Vergine Maria e San Gioacchino, opera ascrivibile alla scuola di Gaudenzio Ferrari. Qui s’officia ogni 26 luglio la Santa Messa preliminare alla partecipata Festa di Sant’Anna, che coinvolge diversi devoti pellegrini.
Di modesta entità è la Chiesa della Beata Vergine d’Oropa, mentre un alto valore artistico è attribuibile alla Chiesa della Beata Vergine del Carmine, seicentesco luogo sacro che accoglie un marmoreo altare maggiore contenente la statua della Beata Vergine, opera che si accompagna a un pregevole coro ligneo e a un’acquasantiera quattrocentesca. La gotica Chiesa di San Martino va ritenuta nel complesso incompleta per un’eccessiva sintesi di abside, presbiterio e campanile legati da un’essenzialità chiaramente percepibile. Neutra per stile ed erezione la Chiesa di Santa Maria, medesimo discorso per la Chiesa di Sant’Antonio.