Brebbia (Lombardia): visita alla localitą sul Lago Maggiore
Brebbia, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Brebbia dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Nel Medio Verbano Orientale giace il piccolo comune di Brebbia, che in provincia di Varese in Lombardia è bagnato dal Lago Maggiore rimanendo comunque ben protetto da una cornice collinare invisa al vento e a repentine intemperie.
Ampiamente sfruttata risulta essere la Piana di Brebbia, vasta area seminativa dove è rigogliosa la crescita di mais, frumento e altri virgulti cerealicoli posti in parallelo alla proliferazione di selve fitte e una fauna molto ricca ispessita dalla presenza di fagiani, lepri, volpi, scoiattoli e ghiri.
Gli spifferi dell’era moderna hanno visto Brebbia fomentare lo sviluppo industriale, il settore alimentare (insistita e proficua è la coltivazione del Fagiolo di Brebbia, divenuto Presidio Slow Food) e, di lontano rimando, quello artigianale incarnato dal Museo delle Pipe, che dal 1979 espone pezzi autentici di un’arte tramandata nel tempo di generazione in generazione, compresa una bella pipa che usava fumare uno dei giornalisti sportivi più celebrati in Italia, il bravo Gianni Brera. Va da sé che nel borgo si può trovare dell’ottimo tabacco da fumare.
La storia di Brebbia visse dapprima all’ombra della dominazione romana ma seppe imporsi intorno all’anno Mille accogliendo la sede arcivescovile tradotta in un castello fortificato, distrutto nel 1263 dai Torriani e sostituito con il Castellazzo che ancora adesso palesa le sue chiare vestigia. Le migliori narratrici del passato rimangono il più delle volte le chiese, spesso godenti di un’immunità innata pregna d’aura sacra.
In tal caso l’edificio di culto assurto a centrico monumento di Brebbia riveste l’austerità della Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, forte di un paramento murario che completa perfettamente una struttura ampiamente decorata ma sobria e innocente.
Le tre navate all’interno mostrano lunghi tratti di affreschi parietali, alcuni ben conservati, altri purtroppo vinti dall’umidità e dall’incuria: espongono le tappe fondamentali della Passione, stazioni costruite su scene come l’Entrata di Cristo in Gerusalemme, Cristo davanti a Pilato e la Crocifissione. Si dice che questa parrocchiale sia stata fondata da San Giulio e iniziata in qualità di Pieve influente su tutta la zona prolungata fino a Besozzo.
Inquadramento geografico
Con il suo clima accomodante e un’altimetria che degrada dolcemente senza eccessivi sbalzi, la località può ritenersi a ragione un ameno borgo considerando la sua esigua popolazione formata da poco più di 3.000 abitanti, accorpati per la maggior parte dal nucleo di Brebbia Centro, il cui hinterland si estende alle frazioni di Brebbia Superiore, Bozza e Ronchée, ognuna bacino di vecchie cascine ancora attive e funzionali in ambito soprattutto agricolo.Ampiamente sfruttata risulta essere la Piana di Brebbia, vasta area seminativa dove è rigogliosa la crescita di mais, frumento e altri virgulti cerealicoli posti in parallelo alla proliferazione di selve fitte e una fauna molto ricca ispessita dalla presenza di fagiani, lepri, volpi, scoiattoli e ghiri.
Cosa vedere a Brebbia
Alle cascine si accosta una tradizione al crepuscolo eppure ancora flebilmente viva correlata all’attività degli antichi mulini, oggi rappresentati unicamente dall’ultimo sopravvissuto e di seicentesca estrazione, il Mulino Piona. Il manto orografico si completa con il laghetàsch, anfratto paludoso pregevole dal punto di vista naturalistico sia per il permanere del cipresso calvo delle paludi, sia per il sentiero facente parte delle Vie Verdi del Verbano, che gli sportivi usano spesso percorrere a piedi o in bicicletta per vivere appieno il territorio con dinamismo e passione.Gli spifferi dell’era moderna hanno visto Brebbia fomentare lo sviluppo industriale, il settore alimentare (insistita e proficua è la coltivazione del Fagiolo di Brebbia, divenuto Presidio Slow Food) e, di lontano rimando, quello artigianale incarnato dal Museo delle Pipe, che dal 1979 espone pezzi autentici di un’arte tramandata nel tempo di generazione in generazione, compresa una bella pipa che usava fumare uno dei giornalisti sportivi più celebrati in Italia, il bravo Gianni Brera. Va da sé che nel borgo si può trovare dell’ottimo tabacco da fumare.
La storia di Brebbia visse dapprima all’ombra della dominazione romana ma seppe imporsi intorno all’anno Mille accogliendo la sede arcivescovile tradotta in un castello fortificato, distrutto nel 1263 dai Torriani e sostituito con il Castellazzo che ancora adesso palesa le sue chiare vestigia. Le migliori narratrici del passato rimangono il più delle volte le chiese, spesso godenti di un’immunità innata pregna d’aura sacra.
In tal caso l’edificio di culto assurto a centrico monumento di Brebbia riveste l’austerità della Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, forte di un paramento murario che completa perfettamente una struttura ampiamente decorata ma sobria e innocente.
Le tre navate all’interno mostrano lunghi tratti di affreschi parietali, alcuni ben conservati, altri purtroppo vinti dall’umidità e dall’incuria: espongono le tappe fondamentali della Passione, stazioni costruite su scene come l’Entrata di Cristo in Gerusalemme, Cristo davanti a Pilato e la Crocifissione. Si dice che questa parrocchiale sia stata fondata da San Giulio e iniziata in qualità di Pieve influente su tutta la zona prolungata fino a Besozzo.