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Miasino (Piemonte): cosa vedere nel comune sul lago d'Orta

Miasino, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Miasino dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Il piccolo comune di Miasino in provincia di Novara giace con assoluta discrezione a est del lago d’Orta, bagnandovi delicatamente una delle sue due frazioni, Carcegna che, insieme a Pisogno, ne costituisce l’hinterland.

Oggi parliamo di una minuscola entità territoriale popolata da 820 abitanti, ma la sua rilevanza storica si attribuisce in particolar modo a origini che sono antichissime.

La storia di Miasino

in località Campello recenti ritrovamenti archeologici risalgono all’età del Ferro, cui apparterrebbero cimeli etruschi, in maggioranza vasellame e terrecotte fregiate.

In epoca medievale, l’esistenza di Miasino (nato Meniasino) si lega ai fatti della riviera d’Orta infeudata dai vescovi di Novara per poi procedere sull’onda di una relativa autonomia delineata da una marcata autosufficienza in campo culturale, sociale ed economico, come testimoniato da un complesso collegiale gestito privatamente e persistente fino al XIX secolo con l’obiettivo di promuovere il corretto insegnamento della lingua latina ma anche della grammatica, delle materie umanistiche e della musica con focus sul clavicembalo. L’istituzione ecclesiastica ha esplicitamente voluto conservare un certo grado di disciplina a livello formativo e, ça va sans dire, religioso: sussistevano perciò un seminario e un monastero fondato nel 1667 per accogliere le monache francescane prima e le Orsoline poi.

La visita del centro e le frazioni

Il paese seguita attualmente a preservare il proprio carattere ecumenico ma in parallelo alla cura di una risonante prestanza turistica vista l’allettante vicinanza al lago d’Orta, uno specchio d’acqua ch’è forse da considerare una lacustre miniera d’oro sempre in relazione ai movimenti massivi del turismo nazionale e internazionale. In quest’ottica,

Miasino sfodera un corredo di edifici con i quali elegantemente si presenta a quanti vogliano visitare il borgo. La Parrocchiale di San Rocco, dichiarata monumento nazionale, ha memoria dal 1566, anno della sua edificazione sulle ceneri di una cappelletta romanica. La facciata è una giovincella classe 1933, progettata dall’architetto Carlo Nigra per essere realizzata in granito bianco di Alzo e pietra di Oira, giusto preludio ch’apre a un interno ricco di pregevoli opere barocche e quadri di fini artisti come Giorgio Bonola e Giuseppe Zanatta, solo per citarne alcuni.

Le altre due parrocchiali si trovano l’una in frazione Pisogno, l’altra a Carcegna: s’intendano rispettivamente la Chiesa di San Gottardo e la Chiesa di San Pietro. Il primo edificio sacro ha subito una positiva trasformazione strutturale che l’ha emancipata da cappella a parrocchiale per merito dell’architetto Andrea Biffi, intenzionato fermamente a valorizzare la costruzione entro la quale prende posto la Galleria di Santi, elegante affresco dipinto da Fermo Stella da Caravaggio.

Nei pressi è ubicata la chiesetta del Crocifisso al “Castello”, che custodisce appunto la statua di un Crocifisso portata in processione ogni 25 anni nel giorno precedente la festa dell’Esaltazione della Croce nel mese di settembre (viceversa, la statua della Madonna dell’Addolorata è condotta in processione il giorno seguente alla festività ma ogni 5 anni).

Il secondo edificio – parliamo della Parrocchiale di San Pietro – è anch’esso una rilettura della precedente cappella duecentesca le cui vestigia sono riportate nel basamento del campanile pendente ma anche nell’abside semicircolare. Gli interni pullulano di affreschi riferibili al ‘700 (secolo successivo a quello di nascita) firmati da Rossetti e Bianchi, accompagnati da un’icona dello Scaramuzza e da una coppia di quadri i cui fautori sono Luigi Garzi e Giorgio Bonola. Altresì degni di nota sono gli oratori di San Carlo e di Santa Maria, entrambi del XVII secolo.

L’architettura signorile vive in Palazzo Sperati, ereditato dal Comune su indicazione di quella che fu la proprietaria, Elena Sperati Razzini, ma soprattutto in Villa Nigra, una fra le più belle residenze aristocratiche di campagna presenti nel Cusio. Si tratta di una villa costituita da tre nuclei di epoche differenti (la parte centrale è cinquecentesca, il corpo di fabbrica risale al ‘600 e l’ala sud con annessa torretta e arancera appartiene al ‘700), restaurata dall’architetto Carlo Nigra, divenuto poi proprietario al quale successe nel 2004 l’Amministrazione Comunale, che da allora se ne prende cura effettuandovi regolari interventi di preservazione. Qui è ospitato ogni primo weekend di agosto il Classic Jazz Festival Live.

Escursioni in mountain bike

> Tutt’intorno a Miasino, il territorio accoglie la possibilità di praticare escursioni all’aria aperta, camminate attraverso i boschi e tanto sport, in particolare ciclismo con mountain bike, per il quale sono stati studiati tre precisi itinerari di certo stimolo, ovvero i tratti Miasino-Massimo Visconti (21.53 km), Orta San Giulio-Monte Mesma (3.77 km) e Vacciaghetto-Ameno (5.29 km).

La località ha ricevuto a febbraio 2016 una grande notizia: il Castello di Miasino riaprirà ufficialmente i battenti nell’estate 2017, a dieci anni dalla confisca al boss camorrista Pasquale Galasso, che aveva acquistato negli anni ’80 questo maniero affacciato sul lago, gioiello architettonico di 29 stanze affrescate circondato da un parco di 60 mila metri quadrati.

Come arrivare a Miasino

In auto, percorrere l’Autostrada A26 con uscita a Borgomanero se si arriva da Genova, ad Arona se si giunge da Milano e a Carpugnino o Meina qualora si provenisse da Gravellona Toce; Miasino si trova lungo la linea ferroviaria Novara-Domodossola e la stazione è quella di Orta-Miasino; disponibili gli autobus Comazzi della linea Omegna-Borgomanero-Arona; gli aeroporti più vicini sono il Milano Malpensa (65 km) e il “Sandro Pertini” di Caselle Torinese.
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