Arizzano (Piemonte): visita al balcone sul Lago Maggiore
Arizzano, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Arizzano dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Sulla sponda piemontese del limpido lago Maggiore, Arizzano e le 1.995 anime che lo popolano testimoniano lo spirito indomito del placido Verbano-Cusio-Ossola, che pervade colline, spunti montani, distese pianeggianti e litorali lacustri.
In merito ai possessi feudali, il solito avvicendamento fra i Visconti e i Borromeo disciplinò fino alla caduta del sistema politico medievale la situazione territoriale dell’intero hinterland lacuale. La comunità arizzanese seppe prosperare sotto il sapiente controllo amministrativo dei Moriggia di Frino nel 1723, in seguito al quale i continui “smottamenti giurisdizionali” che interessarono comune e frazioni non collassarono lasciando il posto a una completa autonomia di cui Arizzano s’appropriò risolutamente.
Oggi il paese si rivela un ricco agglomerato residenziale con le due appendici Cissano e Cresseglio, che si estendono in una zona attraversata e irrorata dal Rio Ballona, elemento geo-idrico focale per la vecchia economia locale imperniata sull’esistenza di una pletora di mulini e sullo sfruttamento delle aree boschive per evincere il legname utilizzato a molteplici livelli. Anche il turismo, in relazione però a tempi ben più recenti e globalizzati, si è saputo introdurre come settore fondante, meritocratico se si pensa alla straordinaria vicinanza del lago Maggiore, un’attrattiva che lega insieme tutti i comuni coronanti lo specchio d’acqua al confine fra Piemonte e Lombardia.
Si evidenziano sulla struttura parecchie decorazioni musive concentrate all’interno, a rivestimento delle pareti e del pavimento sotto forma di sontuosi mosaici orditi con meticolosa cura e realizzati dal parroco di Arizzano don Italo De Cesari nel 1954. Ci si deve poi spostare nella vicina Cissano per poter ammirare dal vivo l’Oratorio di San Rocco, dall’impianto sobrio, senza sussulti di rilievo che non appartengono nemmeno all’Oratorio di Sant’Anna, locato invece in frazione Cresseglio.
Abbiamo poc’anzi accennato ai mosaici della parrocchiale ma non al mosaico monumentale troneggiante nella piazza dell’ex Palazzo comunale, un’opera trionfale e trionfante eseguita da Walter Ferrarini che, per la sua creatura, ha utilizzato una commistione armoniosa di pietre, mattoni, ceramiche, marmi, graniti, ori e persino smalti veneziani. Questo mosaico è alquanto emblematico poiché racconta per immagini la storia di Arizzano lanciando un messaggio significativo volto a sensibilizzare in merito alla memoria locale, che non deve andare perduta ma, anzi, essere adeguatamente valorizzata.
Storia
La storia lo partorisce Ariciano, borgo formatosi lentamente nel XII secolo sotto l’egida ecclesiastica di Intra e successivamente assegnato alla degagna di San Martino.In merito ai possessi feudali, il solito avvicendamento fra i Visconti e i Borromeo disciplinò fino alla caduta del sistema politico medievale la situazione territoriale dell’intero hinterland lacuale. La comunità arizzanese seppe prosperare sotto il sapiente controllo amministrativo dei Moriggia di Frino nel 1723, in seguito al quale i continui “smottamenti giurisdizionali” che interessarono comune e frazioni non collassarono lasciando il posto a una completa autonomia di cui Arizzano s’appropriò risolutamente.
Oggi il paese si rivela un ricco agglomerato residenziale con le due appendici Cissano e Cresseglio, che si estendono in una zona attraversata e irrorata dal Rio Ballona, elemento geo-idrico focale per la vecchia economia locale imperniata sull’esistenza di una pletora di mulini e sullo sfruttamento delle aree boschive per evincere il legname utilizzato a molteplici livelli. Anche il turismo, in relazione però a tempi ben più recenti e globalizzati, si è saputo introdurre come settore fondante, meritocratico se si pensa alla straordinaria vicinanza del lago Maggiore, un’attrattiva che lega insieme tutti i comuni coronanti lo specchio d’acqua al confine fra Piemonte e Lombardia.
Cosa vedere a Arizzano
Complice il tessuto architettonico e i corredi artistici correlati, Arizzano s’impone come località abbastanza isolata ma che non si sottrae agli usuali flussi avventori, con le sue belle vestigia storiche e una selezione di edifici religiosi da visitare seguendo un itinerario nel verde più verde della vegetazione lussureggiante. Proprio nel centro comunale svetta fiera la Parrocchiale di San Bernardo, chiesa tardo barocca sorta nel Seicento sui resti di un vecchio oratorio che custodisce un acquaio in marmo selvatico di Ornavasso risalente con precisione al 1595.Si evidenziano sulla struttura parecchie decorazioni musive concentrate all’interno, a rivestimento delle pareti e del pavimento sotto forma di sontuosi mosaici orditi con meticolosa cura e realizzati dal parroco di Arizzano don Italo De Cesari nel 1954. Ci si deve poi spostare nella vicina Cissano per poter ammirare dal vivo l’Oratorio di San Rocco, dall’impianto sobrio, senza sussulti di rilievo che non appartengono nemmeno all’Oratorio di Sant’Anna, locato invece in frazione Cresseglio.
Abbiamo poc’anzi accennato ai mosaici della parrocchiale ma non al mosaico monumentale troneggiante nella piazza dell’ex Palazzo comunale, un’opera trionfale e trionfante eseguita da Walter Ferrarini che, per la sua creatura, ha utilizzato una commistione armoniosa di pietre, mattoni, ceramiche, marmi, graniti, ori e persino smalti veneziani. Questo mosaico è alquanto emblematico poiché racconta per immagini la storia di Arizzano lanciando un messaggio significativo volto a sensibilizzare in merito alla memoria locale, che non deve andare perduta ma, anzi, essere adeguatamente valorizzata.