Ton (Trentino): dalle frazioni di Masi, Toss e Vigo fino a Castel Thun
Ton, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Ton dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Sulle prime alture trentine, a pochi chilometri da Trento, si trova Ton, un grazioso e poco conosciuto comune montano. Pur essendo di piccole dimensioni e scarsamente abitato, Ton conta tre frazioni: Masi, Toss e Vigo, quest’ultima sede comunale.
La sua storia non è caratterizzata da eventi particolarmente significativi, anche perché il comune unico di Ton ha una data di nascita relativamente recente: il 1929, quando per Regio Decreto venne stabilito che i comuni limitrofi legati ad uno stesso mandamento avrebbero dovuto unificarsi in un solo comune.
Prima di questa data il territorio della Pieve di Tono era controllato prevalentemente da antiche famiglie della locale nobiltà rurale ed abitato da contadini e pastori, sui quali esercitava un certo potere il clero, al quale anche i Signori dovevano prestare ascolto.
Quest’alternanza fra chiesa e nobiltà ben si rispecchia nell’architettura locale dove in un territorio piuttosto limitato si contano numerose chiese e ben quattro castelli.
Uno di questi era il Castello Fortificato della Rocchetta, oggi interamente demolito. Costruito nella prima metà del XIV secolo per ordine di Volcmaro di Burgstall, aveva lo scopo di controllare il passo di comunicazione fra Valle dell’Adige e Val di Non. Ci viene descritto come un edificio imponente, utilizzato dall’esercito principesco-vescovile in occasione delle rivolte contadine che fra ‘400 e ‘500 turbarono la zona. Nel 1810 venne fortemente danneggiato dall’esercito austriaco e venne quindi ristrutturato come un moderno forte militare. Quasi un secolo più tardi venne dichiarato inutile e demolito per sempre, utilizzandone i materiali per nuove e più importanti costruzioni, come il ponte sul Noce.
Estremamente scenografico e ancora oggi ammirabile è invece Castel Thun, risalente al XIII secolo e voluto dai membri della nobile famiglia che ne dà il nome. A 609 m s.l.m., il Castello domina l’intera vallata e dalle sue finestre si può ammirare un paesaggio unico. A renderlo speciale è inoltre la tipica architettura castellana trentina che riunisce in sé elementi gotici e medievali. Il corpo centrale, a pianta quadrangolare, è protetto da un complesso sistema difensivo fatto di torri, bastioni lunati, fossati e cammino di ronda. Agli angoli quattro torri quadrate delimitano il perimetro dell’edificio e altre due torri merlate segnano il muro difensivo. Al Castello si accede attraverso un ponte levatoio che conduce al cortile, da cui, percorrendo un lungo colonnato, si arriva al portone di ingresso del palazzo comitale. La disposizione degli spazi interni è quella classica, con stanze pubbliche al piano terra e stanze private al primo piano. Ogni ambiente è ancora riccamente ed elegantemente arredato e fra tutti gli spazi, a risaltare per la bellezza è la Camera del Vescovo, dalle pareti completamente coperte di legno di cirmolo, pregiato soffitto a cassettoni e una porta monumentale datata 1574.
È possibile raggiungere il castello sia da Vigo che da Toss, attraverso due percorsi di differente difficoltà. Escursionistico il primo, più semplice il secondo. In entrambi i casi le bellezze naturali fanno da cornice ai sentieri che si inerpicano negli ombrosi boschi e che conducono infine al maestoso edificio.
Spostandosi nella zona cosiddetta delle “Visioni” è suggestivo ammirare i resti della Tor de Vision. Si tratta dei ruderi di un castello costruito nel 1199, distrutto due secoli più tardi da Pietro di Sporo e particolarmente importante per la nobile famiglia de Tono. Si ritiene che la costruzione sia stata sviluppata a partire da un forte già esistente e verosimilmente innalzato in epoca romana, quando la rupe era l’unico passaggio a sud della Val di Non. La Torre è raggiungibile attraverso un semplice percorso semipianeggiante che passa attraverso un fresco faggeto e che offre scenografici spazi per soste e picnic.
Non distante, si trova il Castello di San Pietro, innalzato dai romani sull’antica strada che collegava Val d’Adige e Val di Non. In posizione discretamente elevata si trova a 864 m s.l.m. e domina l’incolta valle del torrente Rinassico. Il paesaggio selvaggio e i ruderi del castello creano un atmosfera suggestiva ed emozionante che ricorda certi quadri romantici in cui la natura ha la meglio sull’uomo e sui suoi sentimenti. Estremamente affascinante è la grande torre cilindrica, distrutta nella sommità, accanto alla quale venne realizzato il castello con annessa cappella, dedicata a San Pietro. Per raggiungerlo è possibile cimentarsi in un intenso percorso escursionistico che attraversa il torrente e segue un’antica mulattiera notevolmente panoramica. Attraversando il bosco di faggi la fatica è ampiamente ripagata dallo spettacolo offerto dai ruderi e dalle valli sottostanti.
Il castello, appartenuto a clero e nobiltà, venne progressivamente abbandonato dagli ultimi proprietari, i Thun, i quali acquistarono tutta la montagna di Roccapiana e di Malachino ma si stabilirono nel più moderno Castel Thun, dove fecero costruire anche la bella Chiesetta di San Martino.
Quest’ultima, datata 1422, si trova all’interno del parco del castello, sulla strada che porta a Nosino. La sua architettura è semplice, vivacizzata dall’aguzzo campanile con copertura di scandole. La sua storia è caratterizzata da un susseguirsi infinito di restauri e abbandoni, fino a che fra 1963 e 1964 il conte Zdenko Thun decise di farne la tomba di famiglia. Poco distante si trova anche la graziosa piccola cappella di San Giovanni Nepomuceno, in cui riposano i membri della famiglia Thun morti nel XIX secolo.
Da qui è possibile fare una piacevole passeggiata lungo il Sentiero Romano o della Madonna Vecia, che attraverso l’antico percorso delle scalette porta alla valletta del Buson, proseguendo fino al fondovalle della Forra del Pongaiola e ai pianori boscati del Monte di Vervò, da cui è possibile raggiungere Verginaz, in cui riposarsi nel bel parco attrezzato con punti fuoco e tavoli da picnic.
All’estremità più alta del paese si trova il cimitero comunale e accanto ad esso la Chiesa dei Santi Fabiano e Sebastiano. L’edificio sacro, isolato dalle altre costruzioni, si appoggia al fianco della montagna e sovrasta parte della verde Val di Non permettendo di ammirare il bel panorama fatto di boschi e frutteti.
Ubicata su di un isolato colle poco distante dal centro abitato e di datazione incerta è la Chiesa di San Nicolò a Toss. Si tratta di un edificio non particolarmente grande, dal colore chiaro e dall’architettura semplice. Nicchie, affreschi particolareggiati e una bella vetrata caratterizzano la facciata. La copertura a capanna e il campanile particolarmente slanciato danno alla costruzione un aspetto slanciato e leggero, nonostante lo stile barocco che definisce gli elementi architettonici. L’interno è ad un’unica navata con volte a botte e ha un presbiterio leggermente rialzato. Tre sono gli altari, quello maggiore è in marmo bianco intarsiato di rosso e verde, con una pala raffigurante la Vergine e il Santo a cui è dedicata la chiesa. I due altari minori sono dedicati alle Sante Barbara e Lucia, e altre opere scultoree di discreta fattura arricchiscono l’ambiente.
Un piccolo gioiello seminascosto è la chiesetta di San Vigilio a Vigo, costruita secondo la tradizione da San Vigilio stesso nel IV secolo d.C. Pur non potendo stabilire la veridicità di questa credenza si ritiene si tratti del primo luogo sacro della frazione. La sua architettura è in stile pre-romanico, ed è quindi semplice e pulita. Più volte abbandonata è stata infine restaurata dal conte Thun nel XIX secolo e successivamente dal parroco Vedovelli.
Un’altra chiesa di Vigo è quella dedicata a Santa Maria Assunta, costruita probabilmente nel corso del XIII secolo viene poi ristrutturata in stile gotico tre secoli più tardi. Molto interessante è la posizione dell’abside che essendo leggermente spostato ad est imita il corpo di Cristo reclinato sulla croce. L’altare maggiore, barocco, è in marmi policromi e alla sua destra si trova, murata nel presbiterio, la lapide della famiglia Thun. Le colonne e le altre decorazioni danno solennità all’ambiente e incorniciano la statua lignea della Vergine. Molto pregiato è l’organo cinquecentesco e particolarmente prezioso è il tesoro della sagrestia. Di discreta rilevanza il ciclo guardesco della sagrestia. Le tre lunette raffigurano rispettivamente la comunione di Udone, la lavanda dei piedi e la visione di san Francesco. Nel complesso l’ambiente interno è piuttosto ricco e opulento, in parziale contrasto con la semplicità della facciata esterna.
Spostandosi a Masi, sul Dosso di Santa Margherita si trovano infine gli affascinanti ruderi della Chiesetta di Santa Margherita, una piccola chiesa annessa al Castelletto, prima dimora dei nobili cavalieri de Tono. Dell’edificio rimane poco, fu infatti abbandonato già nei primi anni del XIII secolo e sono sopravvissuti solo resti del luogo di culto, probabilmente ospitato all’interno della torre del castello. Oggi, dopo che un piccolo tabernacolo è stato eretto in prossimità del Dosso, è possibile visitare e toccare i ruderi delle antichissime costruzioni.
Oltre ai castelli e alle chiese nel comune si trovano anche interessanti edifici civili. Uno di questi è il Palazz dei Conti, appartenuto a varie famiglie nobili, in particolare i Thun, ai quali fu sottratto a causa della vicinanza del Conte Matteo Thun al movimento di Mazzini la Giovine Italia. Il palazzo nasce come residenza esterna degli abitanti del Castello di Thun e non ha particolare valore artistico e rispecchia profondamente il carattere della famiglia, dedita principalmente alle attività rurali, come la lavorazione della seta. Una sola semplice entrata porta al piano rialzato, da cui con un’elegante scala in pietra si arriva al cortile. Adiacente al corpo centrale si trovava una piccola cappella, ora trasformata in una comune abitazione. Il piano terra era dedicato alle stalle e alle cantine e numerose stanze si dividono sui due piani abitabili. La facciata principale è caratterizzata da un doppio ordine di otto grandi finestre che si affacciano sull’orto che degrada nel bosco, sul cui limitare scorre il Rinassico.
Sempre di proprietà dei conti Thun erano anche i mulini sul Rinassico e sulla Pongaiola, nei quali si lavorava grano e mais. Di alcuni di essi rimangono tracce chiaramente visibili sulle rive dei torrenti, come ad esempio del Molin dala Pascheta o il Molin del Ciatan. Resistono anche alcune fucine, come quella della famiglia Cordin o quella dei fabbri fratelli Callovi, insieme all’antica e un tempo produttiva segheria.
Particolarmente caratteristico del comune è il Portec dala Reson, un portico sotto il quale avveniva la riunione dei capi famiglia della Pieve di Tono. Si tratta di una proprietà privata ma è ben visibile sulla strada che porta alla Chiesa Parrocchiale.
Numerosi sono i percorsi escursionistici che permettono di scoprire e apprezzare pienamente il territorio comunale e tutti, o quasi, permettono di unire bellezze architettoniche e naturali, alternando percorsi escursionistici a più tranquille passeggiate, come quella che attraverso la campagna porta da Priò al Castel Bragher, un edificio appartenente alla famiglia Thun, ottimamente conservato ma ammirabile esclusivamente esternamente, in quanto proprietà privata. Un’altra tranquilla passeggiata è quella che copre l’anello dell’abitato di Tres e permette di ammirare la radura della Fontana Nuova e la conca del Lac del Bosc, raggiungendo il Sas de San Romedi e le abetaie di Zan.
Ton è quindi un vero gioiello della nostra penisola, ricco di arte, storia e cultura e allo stesso tempo quasi un tutt’uno con la natura che lo circonda; adatto per gli amanti del trekking e della montagna d’estate.
Come arrivare
Ton dista circa 30 minuti di macchina da Trento ed è raggiungibile molto comodamente attraverso la SP235.
Chi preferisse i mezzi pubblici può raggiungere la Stazione di Mezzolombardo e da qui arrivare a destinazione tramite autobus di linea.
La sua storia non è caratterizzata da eventi particolarmente significativi, anche perché il comune unico di Ton ha una data di nascita relativamente recente: il 1929, quando per Regio Decreto venne stabilito che i comuni limitrofi legati ad uno stesso mandamento avrebbero dovuto unificarsi in un solo comune.
Prima di questa data il territorio della Pieve di Tono era controllato prevalentemente da antiche famiglie della locale nobiltà rurale ed abitato da contadini e pastori, sui quali esercitava un certo potere il clero, al quale anche i Signori dovevano prestare ascolto.
Quest’alternanza fra chiesa e nobiltà ben si rispecchia nell’architettura locale dove in un territorio piuttosto limitato si contano numerose chiese e ben quattro castelli.
Uno di questi era il Castello Fortificato della Rocchetta, oggi interamente demolito. Costruito nella prima metà del XIV secolo per ordine di Volcmaro di Burgstall, aveva lo scopo di controllare il passo di comunicazione fra Valle dell’Adige e Val di Non. Ci viene descritto come un edificio imponente, utilizzato dall’esercito principesco-vescovile in occasione delle rivolte contadine che fra ‘400 e ‘500 turbarono la zona. Nel 1810 venne fortemente danneggiato dall’esercito austriaco e venne quindi ristrutturato come un moderno forte militare. Quasi un secolo più tardi venne dichiarato inutile e demolito per sempre, utilizzandone i materiali per nuove e più importanti costruzioni, come il ponte sul Noce.
Estremamente scenografico e ancora oggi ammirabile è invece Castel Thun, risalente al XIII secolo e voluto dai membri della nobile famiglia che ne dà il nome. A 609 m s.l.m., il Castello domina l’intera vallata e dalle sue finestre si può ammirare un paesaggio unico. A renderlo speciale è inoltre la tipica architettura castellana trentina che riunisce in sé elementi gotici e medievali. Il corpo centrale, a pianta quadrangolare, è protetto da un complesso sistema difensivo fatto di torri, bastioni lunati, fossati e cammino di ronda. Agli angoli quattro torri quadrate delimitano il perimetro dell’edificio e altre due torri merlate segnano il muro difensivo. Al Castello si accede attraverso un ponte levatoio che conduce al cortile, da cui, percorrendo un lungo colonnato, si arriva al portone di ingresso del palazzo comitale. La disposizione degli spazi interni è quella classica, con stanze pubbliche al piano terra e stanze private al primo piano. Ogni ambiente è ancora riccamente ed elegantemente arredato e fra tutti gli spazi, a risaltare per la bellezza è la Camera del Vescovo, dalle pareti completamente coperte di legno di cirmolo, pregiato soffitto a cassettoni e una porta monumentale datata 1574.
È possibile raggiungere il castello sia da Vigo che da Toss, attraverso due percorsi di differente difficoltà. Escursionistico il primo, più semplice il secondo. In entrambi i casi le bellezze naturali fanno da cornice ai sentieri che si inerpicano negli ombrosi boschi e che conducono infine al maestoso edificio.
Spostandosi nella zona cosiddetta delle “Visioni” è suggestivo ammirare i resti della Tor de Vision. Si tratta dei ruderi di un castello costruito nel 1199, distrutto due secoli più tardi da Pietro di Sporo e particolarmente importante per la nobile famiglia de Tono. Si ritiene che la costruzione sia stata sviluppata a partire da un forte già esistente e verosimilmente innalzato in epoca romana, quando la rupe era l’unico passaggio a sud della Val di Non. La Torre è raggiungibile attraverso un semplice percorso semipianeggiante che passa attraverso un fresco faggeto e che offre scenografici spazi per soste e picnic.
Non distante, si trova il Castello di San Pietro, innalzato dai romani sull’antica strada che collegava Val d’Adige e Val di Non. In posizione discretamente elevata si trova a 864 m s.l.m. e domina l’incolta valle del torrente Rinassico. Il paesaggio selvaggio e i ruderi del castello creano un atmosfera suggestiva ed emozionante che ricorda certi quadri romantici in cui la natura ha la meglio sull’uomo e sui suoi sentimenti. Estremamente affascinante è la grande torre cilindrica, distrutta nella sommità, accanto alla quale venne realizzato il castello con annessa cappella, dedicata a San Pietro. Per raggiungerlo è possibile cimentarsi in un intenso percorso escursionistico che attraversa il torrente e segue un’antica mulattiera notevolmente panoramica. Attraversando il bosco di faggi la fatica è ampiamente ripagata dallo spettacolo offerto dai ruderi e dalle valli sottostanti.
Il castello, appartenuto a clero e nobiltà, venne progressivamente abbandonato dagli ultimi proprietari, i Thun, i quali acquistarono tutta la montagna di Roccapiana e di Malachino ma si stabilirono nel più moderno Castel Thun, dove fecero costruire anche la bella Chiesetta di San Martino.
Quest’ultima, datata 1422, si trova all’interno del parco del castello, sulla strada che porta a Nosino. La sua architettura è semplice, vivacizzata dall’aguzzo campanile con copertura di scandole. La sua storia è caratterizzata da un susseguirsi infinito di restauri e abbandoni, fino a che fra 1963 e 1964 il conte Zdenko Thun decise di farne la tomba di famiglia. Poco distante si trova anche la graziosa piccola cappella di San Giovanni Nepomuceno, in cui riposano i membri della famiglia Thun morti nel XIX secolo.
Da qui è possibile fare una piacevole passeggiata lungo il Sentiero Romano o della Madonna Vecia, che attraverso l’antico percorso delle scalette porta alla valletta del Buson, proseguendo fino al fondovalle della Forra del Pongaiola e ai pianori boscati del Monte di Vervò, da cui è possibile raggiungere Verginaz, in cui riposarsi nel bel parco attrezzato con punti fuoco e tavoli da picnic.
All’estremità più alta del paese si trova il cimitero comunale e accanto ad esso la Chiesa dei Santi Fabiano e Sebastiano. L’edificio sacro, isolato dalle altre costruzioni, si appoggia al fianco della montagna e sovrasta parte della verde Val di Non permettendo di ammirare il bel panorama fatto di boschi e frutteti.
Ubicata su di un isolato colle poco distante dal centro abitato e di datazione incerta è la Chiesa di San Nicolò a Toss. Si tratta di un edificio non particolarmente grande, dal colore chiaro e dall’architettura semplice. Nicchie, affreschi particolareggiati e una bella vetrata caratterizzano la facciata. La copertura a capanna e il campanile particolarmente slanciato danno alla costruzione un aspetto slanciato e leggero, nonostante lo stile barocco che definisce gli elementi architettonici. L’interno è ad un’unica navata con volte a botte e ha un presbiterio leggermente rialzato. Tre sono gli altari, quello maggiore è in marmo bianco intarsiato di rosso e verde, con una pala raffigurante la Vergine e il Santo a cui è dedicata la chiesa. I due altari minori sono dedicati alle Sante Barbara e Lucia, e altre opere scultoree di discreta fattura arricchiscono l’ambiente.
Un piccolo gioiello seminascosto è la chiesetta di San Vigilio a Vigo, costruita secondo la tradizione da San Vigilio stesso nel IV secolo d.C. Pur non potendo stabilire la veridicità di questa credenza si ritiene si tratti del primo luogo sacro della frazione. La sua architettura è in stile pre-romanico, ed è quindi semplice e pulita. Più volte abbandonata è stata infine restaurata dal conte Thun nel XIX secolo e successivamente dal parroco Vedovelli.
Un’altra chiesa di Vigo è quella dedicata a Santa Maria Assunta, costruita probabilmente nel corso del XIII secolo viene poi ristrutturata in stile gotico tre secoli più tardi. Molto interessante è la posizione dell’abside che essendo leggermente spostato ad est imita il corpo di Cristo reclinato sulla croce. L’altare maggiore, barocco, è in marmi policromi e alla sua destra si trova, murata nel presbiterio, la lapide della famiglia Thun. Le colonne e le altre decorazioni danno solennità all’ambiente e incorniciano la statua lignea della Vergine. Molto pregiato è l’organo cinquecentesco e particolarmente prezioso è il tesoro della sagrestia. Di discreta rilevanza il ciclo guardesco della sagrestia. Le tre lunette raffigurano rispettivamente la comunione di Udone, la lavanda dei piedi e la visione di san Francesco. Nel complesso l’ambiente interno è piuttosto ricco e opulento, in parziale contrasto con la semplicità della facciata esterna.
Spostandosi a Masi, sul Dosso di Santa Margherita si trovano infine gli affascinanti ruderi della Chiesetta di Santa Margherita, una piccola chiesa annessa al Castelletto, prima dimora dei nobili cavalieri de Tono. Dell’edificio rimane poco, fu infatti abbandonato già nei primi anni del XIII secolo e sono sopravvissuti solo resti del luogo di culto, probabilmente ospitato all’interno della torre del castello. Oggi, dopo che un piccolo tabernacolo è stato eretto in prossimità del Dosso, è possibile visitare e toccare i ruderi delle antichissime costruzioni.
Oltre ai castelli e alle chiese nel comune si trovano anche interessanti edifici civili. Uno di questi è il Palazz dei Conti, appartenuto a varie famiglie nobili, in particolare i Thun, ai quali fu sottratto a causa della vicinanza del Conte Matteo Thun al movimento di Mazzini la Giovine Italia. Il palazzo nasce come residenza esterna degli abitanti del Castello di Thun e non ha particolare valore artistico e rispecchia profondamente il carattere della famiglia, dedita principalmente alle attività rurali, come la lavorazione della seta. Una sola semplice entrata porta al piano rialzato, da cui con un’elegante scala in pietra si arriva al cortile. Adiacente al corpo centrale si trovava una piccola cappella, ora trasformata in una comune abitazione. Il piano terra era dedicato alle stalle e alle cantine e numerose stanze si dividono sui due piani abitabili. La facciata principale è caratterizzata da un doppio ordine di otto grandi finestre che si affacciano sull’orto che degrada nel bosco, sul cui limitare scorre il Rinassico.
Sempre di proprietà dei conti Thun erano anche i mulini sul Rinassico e sulla Pongaiola, nei quali si lavorava grano e mais. Di alcuni di essi rimangono tracce chiaramente visibili sulle rive dei torrenti, come ad esempio del Molin dala Pascheta o il Molin del Ciatan. Resistono anche alcune fucine, come quella della famiglia Cordin o quella dei fabbri fratelli Callovi, insieme all’antica e un tempo produttiva segheria.
Particolarmente caratteristico del comune è il Portec dala Reson, un portico sotto il quale avveniva la riunione dei capi famiglia della Pieve di Tono. Si tratta di una proprietà privata ma è ben visibile sulla strada che porta alla Chiesa Parrocchiale.
Numerosi sono i percorsi escursionistici che permettono di scoprire e apprezzare pienamente il territorio comunale e tutti, o quasi, permettono di unire bellezze architettoniche e naturali, alternando percorsi escursionistici a più tranquille passeggiate, come quella che attraverso la campagna porta da Priò al Castel Bragher, un edificio appartenente alla famiglia Thun, ottimamente conservato ma ammirabile esclusivamente esternamente, in quanto proprietà privata. Un’altra tranquilla passeggiata è quella che copre l’anello dell’abitato di Tres e permette di ammirare la radura della Fontana Nuova e la conca del Lac del Bosc, raggiungendo il Sas de San Romedi e le abetaie di Zan.
Ton è quindi un vero gioiello della nostra penisola, ricco di arte, storia e cultura e allo stesso tempo quasi un tutt’uno con la natura che lo circonda; adatto per gli amanti del trekking e della montagna d’estate.
Come arrivare
Ton dista circa 30 minuti di macchina da Trento ed è raggiungibile molto comodamente attraverso la SP235.
Chi preferisse i mezzi pubblici può raggiungere la Stazione di Mezzolombardo e da qui arrivare a destinazione tramite autobus di linea.