Atri (Abruzzo): visita alla cittą in provincia di Teramo
Atri, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Atri dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Atri è un meraviglioso tassello di quel suggestivo mosaico chiamato Abruzzo. Il territorio che avvolge come amorevole coperta la cittadina di poco più di 10.000 abitanti in provincia di Teramo è la sintesi compiuta dell’apoteosi naturalistica fatta di selve lussureggianti, colline tempestate di uliveti, vigneti e frutteti, terrazzamenti fitti e campagne sterminate che raggiungono la costa adriatica annodando in un’unica filiera oasi come il Gran Sasso, la Riviera del Conero e la parte iniziale del promontorio garganico.
Sul lato destro spicca la Chiesa di Santa Reparata, che di portali ne ha addirittura tre, mentre sul lato sinistro fa la sua comparsa il nobile campanile, il più imponente d’Abruzzo per i benemeriti 64 metri d’altezza. L’interno della cattedrale è un gargantuesco sfoggio di opere di grande valore artistico a carattere pittorico, scultoreo e architettonico. A elencarle tutte si rischia di far notte, ma è comunque opportuno anticipare qualche sorpresa al futuro avventore svelando la presenza di pezzi esaltanti quali il Battistero cinquecentesco costruito da Paolo de Garviis, la graziosa Cappella del Santissimo Sacramento (talmente piccola da poter custodire soltanto un altare e nessun altro arredo), l’affresco della Madonna d’Alto Mare, altre eccezionalità dipinte (alcune interessano perfino le colonne) e diverse acquasantiere finemente lavorate.
Altri luoghi sacri che sussistono nell’abitato sono la Chiesa di Sant’Agostino che custodisce una Madonna delle Grazie tra santi e devoti realizzata da Andrea De Litio nel XV secolo, la Chiesa di San Francesco d’Assisi (uno degli edifici francescani più vecchi in quanto sorto nel 1226) dotata di otto cappelle laterali riccamente decorate, la Chiesa di San Nicola (menzionata già nel 1181, è ritenuta la più antica della cittadina) che si fregia di una significativa Madonna di Loreto tra i santi Rocco e Sebastiano, la Chiesa di San Liberatore con la vetrata della Crocifissione sopra l’altare maggiore, la Chiesa di San Rocco e, ancora, la Chiesa del Santo Spirito a unica navata con soffitto decorato da lampadari in vetro di Murano e la Chiesa di Santa Chiara d’Assisi.
Se pensate che Atri si fermi qui, allora temo vi sbagliate di grosso considerando la copiosità di architetture civili sparse dentro e fuori il centro storico. Anche in questo caso si rischierebbe una lungaggine incredibile a tema elenco, per cui ci riserviamo la menzione di edifici particolarmente significativi, a cominciare da Palazzo Duchi Acquaviva, costruito nel 1395 e attualmente sede del Municipio, di fronte al quale domina Palazzo di Valforte, risalente al XVIII secolo. D’epoca rinascimentale è Casa Paolini, mentre è liberty l’Albergo Nuovo, piuttosto recente in quanto sorto nel 1922. Di roboante impianto risulta essere Palazzo Illuminati, che palesa una struttura tipicamente neogotica. Il Teatro Comunale appartiene a fine Ottocento, ha un impianto neoclassico e tre ordini di palchi che ne fanno un esempio perfetto di teatro all’italiana.
I cultori di archeologia troveranno Atri molto interessante: era un tempo dotata di mura ciclopiche impenetrabili e contemplava un totale di 14 porte d’accesso, di cui oggi sopravvive soltanto Porta San Domenico. Dell’arroccato passato cittadino restano anche tracce della Rocca di Capo d’Atri e di un Bastione posto in via Domenico Tinozzi.
I calanchi di Atri
Atri, in particolare, sorge sui colli Maralto, Muralto e Colle di Mezzo e beneficia della calorosa protezione dei Calanchi (parte di essi costituiscono l’Oasi WWF dei Calanchi d’Atri), che definiscono una riserva naturale le cui uniche regole sono affidate alla natura selvaggia fruibile attraverso escursioni e gite di gruppo, percorrenze sportive e visite guidate alla scoperta di ogni emozionante angolo del mondo abruzzese. Inoltre, cosa non da poco, il borgo è vicinissimo alle Terre di Cerrano, dove s’inanellano spiagge sabbiose vaste e di largo respiro, apprezzate dai turisti in particolar modo in estate.Storia
Già fiorente in epoca etrusca con il nome di Hatria, Atri accentuò il suo profilo commerciale sotto la dominazione romana e sembrava destinata a un’inesauribile ascesa, salvo invece incorrere nel periodo buio contraddistinto dal Basso Medioevo, nel quale i Longobardi imperversarono inglobando la località nel Ducato di Spoleto e infeudandola a favore dei Conti d’Apruzio. Con la costruzione della magnifica Cattedrale di Santa Maria Assunta nel corso del Trecento, Atri risollevò le proprie sorti guidata dall’acume amministrativo degli Acquaviva d’Aragona, casata alla quale si deve un importante sviluppo storico precedente all’annessione al Regno d’Italia. A livello politico, dunque, la cittadina godette di una certa stabilità ma lo stesso non poté dire a proposito di una delicatissima situazione geologica, tale per cui l’Abruzzo è sempre stata una regione vulnerabile ai terremoti: ce ne furono di violenti come quelli del 1563 e del 1757, ma purtroppo anche nell’ultimo secolo l’incubo del sisma si è ripresentato più funesto e tragico che mai.Cosa vedere ad Atri
Ciò nonostante, Atri ha conservato una speciale integrità, è un centro storico molto bello e vivibile, caratterizzato da una rete di pittoreschi vicoli d’estrazione medievale, rioni, viuzze e piazze che hanno sostituito gli antichi siti delle Terme e del Foro, oggi coincidenti con Piazza Duomo e Piazza del Comune. In questo tessuto urbano s’incastrano armoniosamente palazzi signorili, eleganti monumenti e imponenti chiese come la già citata Cattedrale di Santa Maria Assunta, nata sulle rovine di una chiesa d’età tardo romana (l’Ecclesia de Sancta Maria de Hatria) e suddivisa in tre navate da file di pilastri quadrati e rettangolari in pietra. La sua peculiarità principale consiste nel conservare tracce della vecchia cisterna romana poi divenuta cripta. Esternamente appaga gli occhi con una facciata su cui risalta il magnifico portale gotico abruzzese di Raimondo del Poggio e Rainaldo d’Atri con la lunetta affrescata raffigurante l’Assunzione di Maria e sovrastato dal rosone a 12 raggi a sua volta dominato superiormente dalla statua marmorea annicchiata della Madonna con il Bambino in trono.Sul lato destro spicca la Chiesa di Santa Reparata, che di portali ne ha addirittura tre, mentre sul lato sinistro fa la sua comparsa il nobile campanile, il più imponente d’Abruzzo per i benemeriti 64 metri d’altezza. L’interno della cattedrale è un gargantuesco sfoggio di opere di grande valore artistico a carattere pittorico, scultoreo e architettonico. A elencarle tutte si rischia di far notte, ma è comunque opportuno anticipare qualche sorpresa al futuro avventore svelando la presenza di pezzi esaltanti quali il Battistero cinquecentesco costruito da Paolo de Garviis, la graziosa Cappella del Santissimo Sacramento (talmente piccola da poter custodire soltanto un altare e nessun altro arredo), l’affresco della Madonna d’Alto Mare, altre eccezionalità dipinte (alcune interessano perfino le colonne) e diverse acquasantiere finemente lavorate.
Altri luoghi sacri che sussistono nell’abitato sono la Chiesa di Sant’Agostino che custodisce una Madonna delle Grazie tra santi e devoti realizzata da Andrea De Litio nel XV secolo, la Chiesa di San Francesco d’Assisi (uno degli edifici francescani più vecchi in quanto sorto nel 1226) dotata di otto cappelle laterali riccamente decorate, la Chiesa di San Nicola (menzionata già nel 1181, è ritenuta la più antica della cittadina) che si fregia di una significativa Madonna di Loreto tra i santi Rocco e Sebastiano, la Chiesa di San Liberatore con la vetrata della Crocifissione sopra l’altare maggiore, la Chiesa di San Rocco e, ancora, la Chiesa del Santo Spirito a unica navata con soffitto decorato da lampadari in vetro di Murano e la Chiesa di Santa Chiara d’Assisi.
Se pensate che Atri si fermi qui, allora temo vi sbagliate di grosso considerando la copiosità di architetture civili sparse dentro e fuori il centro storico. Anche in questo caso si rischierebbe una lungaggine incredibile a tema elenco, per cui ci riserviamo la menzione di edifici particolarmente significativi, a cominciare da Palazzo Duchi Acquaviva, costruito nel 1395 e attualmente sede del Municipio, di fronte al quale domina Palazzo di Valforte, risalente al XVIII secolo. D’epoca rinascimentale è Casa Paolini, mentre è liberty l’Albergo Nuovo, piuttosto recente in quanto sorto nel 1922. Di roboante impianto risulta essere Palazzo Illuminati, che palesa una struttura tipicamente neogotica. Il Teatro Comunale appartiene a fine Ottocento, ha un impianto neoclassico e tre ordini di palchi che ne fanno un esempio perfetto di teatro all’italiana.
I cultori di archeologia troveranno Atri molto interessante: era un tempo dotata di mura ciclopiche impenetrabili e contemplava un totale di 14 porte d’accesso, di cui oggi sopravvive soltanto Porta San Domenico. Dell’arroccato passato cittadino restano anche tracce della Rocca di Capo d’Atri e di un Bastione posto in via Domenico Tinozzi.