Raffadali (Sicilia): visita alla cittą del Pistacchio
Raffadali, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Raffadali dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Ubicato su un declivio affacciato sul mare, Raffadali non è più da un pezzo il discreto paese che si conosceva in passato dalle parti dell’entroterra agrigentino; il presente la vuole cittadina che sfiora i 14.000 abitanti, distante appena 14 km dalla vecchia Girgenti (ora Agrigento). Ha la fortuna di presiedere un territorio unico in Sicilia, una zona che gode di un clima costantemente mite, eccezion fatta per il periodo estivo, quando al soffiare dello scirocco si raggiungono picchi superiori ai 40°C.
Il comprensorio collinare che protegge l’abitato si contraddistingue per l’alta concentrazione di siti archeologici che rimandano addirittura alla preistoria risultando di grande interesse per gli studiosi dell’antichità.
La nascita del borgo articolato si fa risalire al 1523 poiché a quella data si collega l’erezione del castello oggi collocato nel centro storico. Dapprima si trattava di una fortezza ma l’odierno aspetto è quello di una dimora signorile dalle linee architettoniche rinascimentali. I Montaperto regnarono per diversi secoli e la loro memoria vive ancora, scolpita nell’anima e nello spirito del paese.
Molto più moderna è la Chiesa di San Giuseppe, ottocentesco progetto dell’architetto Saverio Bentivegna che si fregia di una facciata in grado da sola di esprimere il grande potere visivo dell’arte barocca siciliana.
Il comprensorio collinare che protegge l’abitato si contraddistingue per l’alta concentrazione di siti archeologici che rimandano addirittura alla preistoria risultando di grande interesse per gli studiosi dell’antichità.
Storia ed origine del nome
Il suo nome deriva dal termine arabo rahl-afdal, che significa “villaggio eccellentissimo” in riferimento alla capacità dell’allora casale di espandersi velocemente acquisendo un improvviso prestigio e una certa caratura economica e commerciale. Ciò avvenne a partire dal IX secolo, poi sopraggiunsero i Normanni e così Raffadali divenne feudo della casata capeggiata da Girolamo Montaperto.La nascita del borgo articolato si fa risalire al 1523 poiché a quella data si collega l’erezione del castello oggi collocato nel centro storico. Dapprima si trattava di una fortezza ma l’odierno aspetto è quello di una dimora signorile dalle linee architettoniche rinascimentali. I Montaperto regnarono per diversi secoli e la loro memoria vive ancora, scolpita nell’anima e nello spirito del paese.
Cosa vedere a Raffadali
In aderenza a tutte le altre realtà comunali della Sicilia, anche Raffadali presenta un numero quasi interminabile di luoghi di culto, chiese, oratori e santuari. A questo novero vanno aggiunte cinque cappelle e due edicole sacre, dedicate entrambe alla Madonna con Gesù Bambino. La Chiesa madre di Santa Oliva rappresenta il massimo riferimento di matrice cristiana, un edificio assai significativo che sorge lungo via Nazionale dal XV secolo, dopo che la vecchia chiesa (misteriosa l’ubicazione) andò in rovina. Il suo aspetto è riassumibile in una pianta a croce latina, tre navate con transetto, cupola e volta centrale affrescate per far da degna cornice alla custodia di un sarcofago romano del II secolo d.C. su cui è raffigurato il Ratto di Proserpina, diverse tombe che accolgono le spoglie dei Montaperto e una statua lignea che ritrae Maria Santissima degli Infermi con il Bambino, opera cinquecentesca eseguita da Nicola Buttafuoco. Proprio in questa chiesa si celebra la Festa della Madonna degli Infermi, patrona omaggiata nella seconda metà di luglio.Molto più moderna è la Chiesa di San Giuseppe, ottocentesco progetto dell’architetto Saverio Bentivegna che si fregia di una facciata in grado da sola di esprimere il grande potere visivo dell’arte barocca siciliana.