Chiapas e Yucatán, alla scoperta delle radici Maya
Chiapas, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Chiapas dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Chiapas e Yucatan, terre fortunate, che il destino ha reso spettatrici e custodi dell’ingegno del misterioso popolo dei Maya che ha impregnato questi luoghi di riti e tradizioni incredibilmente suggestive, che con una vacanza attenta possono essere scoperte villaggio per villaggio.
Tra le tante leggende sopravvissute fino ad oggi, famosa è quella che spiega l’origine di questa stirpe, narrando che il dio K’ucumatz creò i Maya dal mais e dall’acqua, avendo fallito con l’argilla, che li rendeva troppo deboli, e con il legno, che ne faceva esseri privi di cuore e cervello. Tanti sono i siti dal fascino straordinario che aprono una finestra sul mondo di questa antica civiltà, in cui fantasia e verità sono assolutamente inscindibili. A San Cristóbal de las Casas, antica capitale del Chiapas, si scopre una città di montagna viva come i colori degli abiti delle sue donne.
Ma è un grande errore pensare che i fili rossi, blu, neri e bianchi che li impreziosiscono, creino motivi muti e privi di significato. In realtà ogni intreccio di colore serve a tramandare di generazione in generazione la cosmogonia segreta dei Maya. Nel Chiapas altro luogo unico è Palenque, città-sacra avvolta dal verde cupo della vegetazione, che incanta con i suoi templi, un tempo di un rosso intenso, che svettano nel cuore della foresta.
Non meno emozionante è Cichén Itzá nello Yucatán, con la sua piramide di Kukulcan, concepita in modo che ogni anno, durante l’equinozio di primavera, il sole al tramonto disegni sopra i suoi gradini un serpente che discende dalla sommità della costruzione.
Altre emozioni si possono vivere ad Uxmal, luogo dall’atmosfera rarefatta e magica dove il monumento più noto è la Piramide dell’indovino. Per i più curiosi, vale la pena provare a battere le mani proprio sulla soglia di questa edificio: si dice che l’eco prodotto sia molto simile al cinguettio di un uccello. Gioiello della riviera Maya, dove folklore e archeologia si incontrano con la bellezza di incantevoli spiagge, è Tulum. Qui sorge El Castillo, che serviva come torre di avvistamento, ma che, soprattutto, veniva utilizzato dai sacerdoti Maya per parlare al popolo.
Tra le tante leggende sopravvissute fino ad oggi, famosa è quella che spiega l’origine di questa stirpe, narrando che il dio K’ucumatz creò i Maya dal mais e dall’acqua, avendo fallito con l’argilla, che li rendeva troppo deboli, e con il legno, che ne faceva esseri privi di cuore e cervello. Tanti sono i siti dal fascino straordinario che aprono una finestra sul mondo di questa antica civiltà, in cui fantasia e verità sono assolutamente inscindibili. A San Cristóbal de las Casas, antica capitale del Chiapas, si scopre una città di montagna viva come i colori degli abiti delle sue donne.
Ma è un grande errore pensare che i fili rossi, blu, neri e bianchi che li impreziosiscono, creino motivi muti e privi di significato. In realtà ogni intreccio di colore serve a tramandare di generazione in generazione la cosmogonia segreta dei Maya. Nel Chiapas altro luogo unico è Palenque, città-sacra avvolta dal verde cupo della vegetazione, che incanta con i suoi templi, un tempo di un rosso intenso, che svettano nel cuore della foresta.
Non meno emozionante è Cichén Itzá nello Yucatán, con la sua piramide di Kukulcan, concepita in modo che ogni anno, durante l’equinozio di primavera, il sole al tramonto disegni sopra i suoi gradini un serpente che discende dalla sommità della costruzione.
Altre emozioni si possono vivere ad Uxmal, luogo dall’atmosfera rarefatta e magica dove il monumento più noto è la Piramide dell’indovino. Per i più curiosi, vale la pena provare a battere le mani proprio sulla soglia di questa edificio: si dice che l’eco prodotto sia molto simile al cinguettio di un uccello. Gioiello della riviera Maya, dove folklore e archeologia si incontrano con la bellezza di incantevoli spiagge, è Tulum. Qui sorge El Castillo, che serviva come torre di avvistamento, ma che, soprattutto, veniva utilizzato dai sacerdoti Maya per parlare al popolo.