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I treni a vapore della Repubblica Ceca

Oggi sono storia. Suscitano sentimenti nostalgici, ma appaiono decisamente sorpassati. Eppure i treni a vapore alla loro epoca rappresentavano il futuro. Avveniristici quei draghi di metallo che sbuffando nuvole di vapore macinavano chilometri molto più velocemente dei carri, dei cavalli o dei piedi; ma veri capolavori d’ingegneria anche i binari che li conducevano attraverso pianure, calanchi, montagne, sopra strapiombi, fiumi, laghi. Ecco perché quello sulle orme delle ferrovie storiche, a vapore o elettriche che siano, di Cechia è un vero e proprio viaggio nel… futuro.

Un viaggio spesso mozzafiato. Come per esempio sopra al viadotto impressionante di Zampach, in Boemia centrale, le cui alte arcate in pietra sembrano sbucare miracolosamente dal folto del bosco. Costruito tra il 1898 e il 1900 da operai italiani, con i suoi quasi 42 metri d’altezza è il ponte in pietra più alto del Paese. Sullo stesso genere anche il viadotto nei pressi di Sychrov, parte della ferrovia Pardubice-Liberec e alto 32 metri. La sua particolarità sta nella doppia serie di arcate, su due livelli. Il record in lunghezza va invece al ponte ferroviario di Jezernice, nella regione di Olomuc, che con le sue 41 arcate raggiunge i 343 metri. Completato nel 1843, è tra le opere più ambiziose della ferrovia voluta dall’imperatore Ferdinando II per collegare Polonia e Austria.

Trenta metri d’altezza, 9 di larghezza e 300 di lunghezza per uno dei ponti ferroviari più grandi d’Europa: il viadotto di Dolny Loucky, lungo la Brno-Havlickuv. Ad arco unico, realizzato in ferro e cemento, è del 1953. Del 1902 la cremagliera che collega Tanvald ad Harrachov, a un soffio dal confine polacco, costruita nell’ambito di un ambizioso progetto che voleva collegare su binari l’impero austroungarico a quello prussiano. Buona parte è oggi di nuovo in funzione e i treni, ben lungi dall’andare in pensione, in estate sono presi d’assalto dai biker e in inverno dagli sciatori. I convogli scivolano per 7 chilometri lungo un itinerario suggestivo per un dislivello di diverse centinaia di metri, tra alte pareti di roccia, strapiombi e i paesaggi splendidi del Parco Nazionale dei Monti dei Giganti.

La storica ferrovia Tabor-Bechyne, a trazione elettrica, funziona oggi solo per rievocazioni e viaggi nostalgici. Costruita all’inizio del XX secolo dall’ingegnere ceco Frantisek Krizik e prima del suo genere a comparire sotto l’impero austroungarico, è tra i vanti storici della Boemia meridionale. L’antica via ferrata boema tra Ceska Kamenice e Kamenicky Senov, la cui costruzione tra le pieghe dei monti iniziò nel 1886, è ormai dismessa ma è stata parzialmente mantenuta in attività come museo ferroviario. Le corse a vapore sono in calendario durante l’estate, nelle feste comandate (Natale, Pasqua ecc.) e in occasioni speciali.

In Boemia meridionale, tra gli scorci di laghi e boschi della Vysocina, sbuffa ancora il treno della ferrovia locale, tra Jindrichuv Hradec e Nova Bystrice e tra Jindrichuv Hradec e Obratan, e si spinge fino al confine con l’Austria. Costruita sempre sotto l’impero austroungarico, la ferrovia a scartamento ridotto di Osoblaha (la più vecchia di tutta l’Europa centrale) entrò in servizio il 18 dicembre 1898 tra Tremesna ve Slezsku e appunto Osoblaha, villaggio rurale della Slesia ceca sede di una raffineria di zucchero. Una curiosità: il regolamento dell’epoca concedeva la costruzione di strade ferrate solo oltre i 20 chilometri di lunghezza. I progettisti trovarono allora l’escamotage di inserire numerose curve lungo il percorso: ben 102. La linea è tuttora in funzione, con regolare servizio di trasporto passeggeri su convogli diesel ed elettrici.


Fonte: Ente Nazionale Ceco per il Turismo
Ufficio Stampa - Zuzana Rolna
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