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Inghilterra: siti archeologici minacciati da conigli e tassi

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Sembra incredibile, ma anche monumenti antichi come il sito di Stonehenge, sono ora a rischio per la proliferazione di conigli e tassi delle campagne inglesi. Com è possibile?
Un organismo governativo sulla conservazione dei beni culturulai, English Heritage, ha rivelato la settimana scors uno studio relativo a ben 70.000 siti protetti nel regno Unito, lista che include anche i castelli, i campi di battaglia, e persinoi siti dei naufragi.

La relazione, chiamata Heritage at Risk (Patrimonio a rischio), ha rilevato che, nel complesso, un sito su 12 tra quelli protetti in Inghilterra si trova ad alto rischio da una serie di minacce, tra cui l’escavazione di tane, la crescita incontrollata della vegetazione, gli atti di vandalismo e l’abbandono.

In particolare è emerso che da soli i simpatici tassi e conigli costituiscono un pericolo per circa 280 siti archeologici dell’Inghilterra di sud-ovest, compresi quelli attorno l'antico monumento di Stonehenge.

"Siti come i forti collinari dell’ètà del ferro, tumuli sepolcrali dell’età del Bronzo tumuli, e le tombe di epoca neolitica sono estremamente a rischio per la penetrazione animali", ha dichiarato Amanda Chadburn, ispettrice di monumenti antichi dell’English Heritage.

... Pagina 2/2 ... Tali siti sono ideali per il tasso europeo ed i conigli, visto che a loro piace che piace scavare in bancate creando gallerie orizzontali, piuttosto che scavare direttamente verso il basso. Inoltre la terra movimentata dall’uomo è più facile da scavare rispetto al terreno naturale e ovviamente del sottosuolo roccioso.

L’Inghilterra sud-ovest è la regione più colpita perché qui si trova un gran numero di conigli e circa il 40 per cento della popolazione di tassi. Il record è proprio quello della pianura di Salisbury, la stessa dove si trova il celebre tempio di Stonehenge: qui si è verificato un drammatico aumento del numero di cunicoli di tasso che attraversano i monumenti antichi.
La tendenza coincide con un boom di tassi conseguente ad un provvedimento del 1990 volto alla protezione di questi mammiferi. Inoltre anche i cambiamenti climatici possono avere accelerato il processo, visto che gli inverni miti garantiscono maggiori probabilità di sopravvivenza agli animali.

Ora sorge quindi il problema quasi kafkiano di dover proteggere i siti archeologici dagli animali…protetti!
Una tecnica sarà quella di inserire delle reti metalliche attorno ai siti, almeno quelli più piccoli: l’erba ricresce al di sopra e gli animali non riescono più a scavare le loro gallerie. Questa tecnica potrà essere applicata per i siti di ridotte dimensioni (ci sono già una dozzina di casi di successo), ma diventa troppo onerosa per i siti più vasti, dove si dovranno trovare altre soluzioni. Le reti hanno una durata media di circa 30 anni, quindi risolveranno il problema per circa la prima metà di questo secolo, poi si vedrà…

 Pubblicato da il 17/07/2008 - - ® Riproduzione vietata

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