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Carinzia, cosa vedere in 4 giorni tra terme, natura e cultura

Tra vent'anni non sarai deluso dalle cose che avrai fatto, ma da quelle che non avrai fatto. Quindi molla gli ormeggi, esci dal porto sicuro e lascia che il vento gonfi le vele. Esplora. Sogna. Scopri.

Lo diceva Mark Twain e questo aforisma senza tempo ci è stato fortemente d'ispirazione quando abbiamo abbracciato l'idea di conoscere un pezzo d'Austria attraverso il quale una piccola parte della storia è stata filtrata nei secoli. Ebbene, apriamo il nostro diario di viaggio per raccontare, lontani da formalismi e retoriche, l'itinerario che ci siamo trovati a saggiare e percorrere sull'onda dei freddi soffi d'autunno, a ridosso delle sontuose montagne di confine.

La Carinzia ci appare come una bomboniera, una regione dove tutto sembra seguire un ordine stabilito e nella quale una voce silenziosa ma vivida ci chiede di “rallentare”. La sentiamo non appena oltrepassato il confine dopo l'ultima uscita autostradale per Tarvisio, in un territorio transfrontaliero che ci invita a voltare pagina e passare in modalità “relax”. Si fa obiettivamente un po' fatica a lasciarsi alle spalle le scorie della frenetica quotidianità, eppure tutto diviene più facile alla vista del Warmbaderhof, l'hotel a cinque stelle che ci ospita promettendoci coccole e distensione.

Si tratta di una struttura “deluxe”, fondata e gestita da una famiglia che per oltre duecento anni si è occupata di ottimizzare un tipo di ricettività superiore, rivolta a una clientela selezionata nella quale è stato annoverato perfino il re di Sassonia, oltre a importanti letterati, uomini d'affari, medici e personaggi di spettacolo. Vero, il Warmbaderhof può vantare ospiti di livello e vip che qui rinascono nel corpo e nella mente, certi di veder preservata la loro privacy.

Il successo di quest'albergo si spiega anzitutto per la sua collocazione nell'epicentro geografico carinziano irrorato dalle limpide sorgenti del Dorbatsch, un massiccio che domina l'orizzonte insieme a una corona di vette montane. L'Austria ha tanti cuori quanti sono gli elementi della natura.

Qui è l'acqua a far da padrona... qui hanno luogo le terme di Warmbad-Villach rinomate in tutta Europa e conosciute sin dall'epoca celtica e romana. Precisiamo che in tutto lo Stato sono individuabili parecchi stabilimenti termali e centri benessere.

Il Warmbaderhof s'inscrive in un complesso permeato da impianti all'avanguardia come le KärntenTherme - entro cui convivono piscine indoor e outdoor, eleganti saune, l'hamam più grande della nazione, un bagno turco lussuoso, aree relax, fit (Acqua Fit, Zumba, Pole Dance, Gyrokinesis) e Fun con due scivoli, parco giochi, riccio acquatico, mini piscina e gommoni Crazy River (il tutto su una superficie complessiva di 11.000 mq suddivisi in 4 piani) - e istituti votati alla riabilitazione fisioterapica, a trattamenti specialistici e cure condotte da professionisti qualificati. L'Hotel dispone della VIBE Spa (intitolata alla dea delle fonti) riservata agli ospiti includendovi piscine riscaldate, idromassaggi e anche in questo caso saune e bagni turchi, area medicale e sale massaggio.

Nel gotha dell'offerta rientra la Thermal Urquellbecken, una piscina 25x15 m costruita direttamente sulla fonte termale, la cui acqua fuoriesce dal fondo in ghiaia a una temperatura compresa fra i 25 e i 29.9°C rinnovandosi ogni 3 ore. Se siete particolarmente freddolosi, consigliamo di sguazzare nella vasca all'ozono, che registra oltre 32°C. L'aspetto che ci ha affascinato di più consiste nella raggiungibilità diretta delle diverse aree senza mai uscire dall'albergo.

Comodissimo per chi vi soggiorna perché si può uscire dalle camere (sono tutte molto belle, ricercate e spaziose) in ciabatte e accappatoio, portando soltanto una borsa con gli asciugamani, tessera magnetica e chip per sbloccare i vari accessi.

Va da sé che le terme rappresentano solo un corredo molto gradito e corroborante; una vacanza in Carinzia ha del trascendentale quando si toccano i nervi vivi delle escursioni all'aria aperta. Fidatevi, c'è un mondo da esplorare, da fare, da sperimentare. Avete mai provato, ad esempio, il Nordic-Walking, il Flexwalk e gli Smooveys? Tutte queste attività - in alternativa alla semplice passeggiata o all'ormai inflazionata e-bike - permettono di fruire di un censo naturalistico impressionante in termini di estensione e biodiversità.

Ettari ed ettari di boschi e prati, una rete di sentieri e percorsi allungati per svariati chilometri regalano un “benessere quattro stagioni” risultando praticabili per tutti, dagli sportivi ai più pigri, dagli anziani alle famiglie con bambini.

Più ci si allontana dall'alveo del Warmbaderhof, più la natura diventa intrigante e selvaggia, tempestata di colori cangianti e visioni da lasciare a bocca aperta. Con quattro giorni a disposizione vale davvero la pena pianificare una gita al magnifico lago di Faak o Faakersee, uno specchio d'acqua cristallina dipinto di verde, azzurro o blu a seconda dell'inclinazione del sole, insomma una tela che riverbera e ospita schizzi di pittura celeste. L'area lacustre si amplia a macchia d'olio a formare un largo anello tappezzato di alberi, radure e graduali elevazioni del terreno. È possibile prenotare un'erscursione insieme alla guida Barbara Wiegele, esperta di Forest Bathing e Forest Therapy, due discipline votate al pieno contatto con la vegetazione, le sue essenze, le erbe medicinali e gli arbusti.

La Carinzia riserva anche tanta cultura, concentrata per la maggior parte nelle sue cittadine e nei borghi che ne imperlano il territorio. Villach (italianizzato Villaco), città alpina dell'anno 1997, conta più di 61.000 abitanti e la sua conformazione urbana appare suggestiva per il corso del fiume Drava, che la divide sostanzialmente in due parti omogenee. Si respira un clima di armonia, l'atmosfera delle tipiche urbanità del nord, scandite da un tempo aleatorio, privo di rintocchi e accelerazioni. La gente si muove con lentezza, operosa ma calma, sparpagliata lungo le stradine brulicanti di negozi e vetrine, intorno a monumenti come la Stadtpfarrkirche St. Jakob, ovvero la Parrocchiale di San Giacomo con il suo alto campanile a guglia, una chiesa da visitare per gli arredi, l'assetto architettonico di stampo controriformista e l'intrinseca pace.

Arriach sfoggia un'essenzialità disarmante, timida e bucolica, ma proprio il suo minimalismo sta alla base di una filosofia che premia la genuinità e i sapori della tradizione. Entrambi confluiscono in un pregio: l'ergersi a emblema della purezza nel contesto del food, anzi... Slow Food. Occorre infatti sapere che Arriach costituisce il luogo di fondazione dei “Villaggi Slow Food”, laddove si persegue l'antico fare, la lotta al consumo sistematico, l'impiego coscienzioso delle risorse e la produzione di bontà biologiche nel vero senso della parola. Accolti con tale affetto, rispetto e ospitalità da sentirci quasi in imbarazzo, in casa della famiglia Pilgräm abbiamo appreso cosa significa realizzare senza sprecare nulla. In questo maso - ci spiegano - si alleva, si coltiva, si conserva e tratta la carne, si produce latte vaccino e caprino, formaggi e il burro con il vecchio stampo in legno. Lo yogurt autoctono ha ricevuto numerosi premi. Da un'ottima farina di segale si ottiene un pane robusto, capace di durare giorni. È nella cucina interrata di casa Pilgräm che ci viene insegnato a fare il caratteristico raviolo carinziano, bello da vedere, ottimo da mangiare.

Salutiamo la famiglia con un caloroso “arrivederci”, perchè ci si sente così quando si lascia la Carinzia, motivati e certi di ritornarci per collezionare nuovi attimi e istanti, quelli concepiti dallo scrittore austriaco Robert Musil:

L'istante non è altro che il punto di malinconia tra il desiderio e la memoria.
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