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Chinatown, il famoso quartiere cinese di New York City

Tour di Chinatown, nella comunità cinese di Manhattan.

A ogni ora del giorno e della notte Chinatown sembra essersi appena svegliata: il quartiere etnico più importante di Manhattan, New York, brulica costantemente di macchine, pedoni e biciclette, che sembrano avere fretta di andare da qualche parte. Sfrecciano davanti alle bancarelle fitte -ricolme di verdure esotiche, radici di zenzero e grappoli d’aglio- e sotto le lanterne che i turisti, immancabilmente, associano alla loro idea di Cina. Non si può dire che i cinesi siano riusciti a trasferire qui la propria patria in tutto e per tutto, ma con i suoi 200 mila residenti, decine di templi buddisti e centinaia di ristoranti e industrie tessili si può dire che Chinatown sia un piccolo mondo dentro il centro del mondo, che alle trappole per turisti affianca un rispetto genuino della tradizione.

UN PO’ DI STORIA
La zona, ovviamente, non ha sempre ospitato l’enclave orientale. A ben guardare si potrebbero cogliere tracce della storia precedente: prima che vi sorgesse Chinatown ci sono state chiese cattoliche, comunità ebraiche ed eleganti palazzi in stile georgiano, ma nell’affresco di colori, odori e suoni che compongono il quartiere è difficile riconoscerli. Ci si interroga piuttosto sull’arrivo dei cinesi nel Nuovo Mondo, e si cerca di capire cosa sia autentico e cosa invece sia diventato terribilmente kitsch.

La diffusione dei cinesi a New York funzionò a macchia d’olio: il primo arrivò nel 1858, poco dopo nacque una piccola comunità e nel giro di pochi anni si contarono oltre 10 mila cinesi, giunti in America, proprio come gli europei, inseguendo sogni di ricchezza e benessere. Affezionati e fedeli alla propria patria, i cinesi non intendevano trattenersi negli Stati Uniti più del dovuto: mogli e bambini restavano volutamente a casa, perché gli uomini avrebbero cercato di racimolare denaro velocemente e avrebbero fatto ritorno il prima possibile. Ma qualcosa non andò secondo i piani: persino in America arricchirsi richiedeva tempo, e tanti di loro vi si stabilirono definitivamente, improvvisandosi cuochi, marinai o gestori di fumerie d’oppio. Unico rimedio contro la nostalgia: ricreare la Cina nel bel mezzo di New York.

Così nacque quell’intreccio di vicoli che oggi è Chinatown, tutti affacciati su una grande arteria principale. Le autorità newyorkesi non la presero bene, spaventate dai giri di prostituzione, smercio di droghe, scommesse clandestine e dallo sbocciare di società segrete. I gruppi criminali si facevano battaglia tra loro e gli omicidi non erano rari in quel dedalo di catapecchie, bar dall’aria sospetta e alberghi sinistri: una serie di leggi sull’immigrazione riuscì, negli anni, ad arginare il problema, e a poco a poco il quartiere guadagnò un volto nuovo. Lo sfruttamento del lavoro è una realtà ancora viva a Chinatown, ma i turisti che la visitano possono stare tranquilli e assaporare un’atmosfera allegra e curiosa.

CHINATOWN OGGI
La Chinatown di oggi appare prospera e vitale, prorompente sotto ogni punto di vista. Geograficamente si è espansa nel corso degli anni: Canal Street ha segnato per molto tempo il limite settentrionale, ma ultimamente il quartiere si è spinto oltre, “invadendo” parte di Little Italy e allargandosi a est sino ai margini del Lower East Side, oltre Division Street e East Broadway.
L’attenzione dei turisti si concentra spesso su Canal Street, la via principale che taglia Chinatown da est a ovest. In realtà è tutt’altro che bella, ma incanta i nuovi arrivati con un gran luccichio di negozi vintage e dettagli pacchiani, dai graffiti modernissimi alle cabine del telefono a forma di pagoda. Un discorso simile vale per Mott Street, la perpendicolare nord-sud. Insomma, per assaporare un’atmosfera più autentica ci si deve inoltrare nei vicoli laterali, stretti e pittoreschi, dove ancora si conservano antiche tradizioni e si possono gustare piatti economici deliziosi. È la Chinatown dei residenti, che come sempre ha poco a che fare con quella dei visitatori.

Da visitatori, ad ogni modo, non potete trascurare alcune attrazioni interessanti. La parte meridionale del quartiere è occupata dal Columbus Park, un polmone verde silenzioso progettato da Calvert Vaux, lo stesso ideatore di Central Park. Il progetto originale è in realtà irriconoscibile, sopraffatto da giardini rocciosi, sale da ballo all’aperto e padiglioni per concerti, ma è comunque un’oasi tranquilla in cui osservare gli anziani del posto giocare a scacchi cinesi (xiangqi).
Spostandovi a est arriverete nella zona più antica di Chinatown, dominata dalla ottocentesca Church of the Transfiguration, meglio nota come “chiesa degli immigrati”, in cui si celebrano messe in inglese, cantonese e mandarino. Poco dopo ci si immette sulla Doyers Street, più interessante per la sua storia che per il suo aspetto: oggi è un susseguirsi anonimo di botteghe di barbieri e agenzie per l’impiego, ma in passato fu teatro di sanguinosi scontri tra bande per il controllo su Chinatown.
La strada finisce in Chatham Square: qui sorge la statua dell’ufficiale Lin Zexu della dinastia Qing, passato alla storia per aver ostacolato il commercio illegale di oppio, distrutto grandi quantità di droga e cacciato i trafficanti britannici, dando il via alle Guerre dell’oppio. È invece dedicata a Confucio la vicina Confucius Plaza, piazzetta residenziale piuttosto graziosa.

La visita può continuare con la zona settentrionale del quartiere, camminando lungo Mott Street. Prima di percorrere la strada soffermatevi all’angolo tra Pell Street e la Bowery, allo Huang Daxian Temple: aperto tutti i giorni dalle 9 alle 18, dedicato a Huang Daxian che pare avesse poteri di guarigione, è uno degli ultimi templi taoisti della zona.
Su Mott Street rischierete di venire ubriacati dai dettagli kitsch e dalle insegne delle svariate case del tè. Tuttavia, se saprete trascurare gli aspetti puramente turistici, scoprirete un’atmosfera intrigante tra venditori al dettaglio d’ogni tipo, dai commercianti di mobili a quelli di tisane, abituati a trattare coi residenti.
Al 64 di Mott Street vedrete comparire l’Eastern States Buddhist Temple, non particolarmente bello, prima di arrivare al margine settentrionale della via e immergervi tra le bancarelle di frutta e ortaggi, le botteghe dei macellai e i negozi di frutti di mare. La vista di polli e anatre laccate lungo i marciapiedi, accompagnati da cetrioli di mare secchi, funghi dalle forme mai viste, tofu e cavoli cinesi, vi lascerà letteralmente a bocca aperta, così come le erboristerie e i loro innumerevoli cassetti e barattoli odorosi.

Passeggiare diventa arduo lungo Canal Street, dove i venditori di cibo e borse contraffatte sono presi d’assalto e generano dei veri e propri ingorghi di pedoni. Da vedere l’ex Citizen’s Savings Bank, sormontata da un’imponente cupola bronzea, e lo scintillante Mahayana BUddhist Temple dominato, all’interno, da un’enorme statua dorata del Buddha.
Giunti al Manhattan Bridge lo si potrebbe giudicare inappropriato, così elegante con la sua arcata Beaux Arts e così diverso dalle atmosfere desolate dei moli sottostanti; in realtà è perfettamente intonato alla Bowery Savings Bank, progettata nel 1894 da Stanford White e diventata la sede lussuosa di convegni, incontri e cene di gran classe.

Infine il Museum of Chinese in America, che dal 2009 si è stabilito al 215 di Centre Street ma prima si trovava nel bel mezzo di Chinatown. L’attuale posizione è più marginale, ma la nuova sede -progettata da Maya Lin- è imponente e spaziosa rispetto alla precedente. Il nucleo principale della mostra è costituito dalla “Chinese American Experience”, che ripercorre le tappe fondamentali della comunità cinese negli Stati Uniti attraverso immagini, documenti e materiale multimediale. Il cortile dell’edificio assomiglia a un’abitazione tradizionale cinese, e le sei sezioni a tema sono dedicate ad alcuni capitoli di storia particolari, alle tradizioni e alle caratteristiche dell’enclave cinese di New York.

TOUR
Il Museum of Chinese in America organizza delle visite guidate a Chinatown, da prenotare anticipatamente al numero 212-619-4785.
Il Renaissance Tour è una visita completa che vi farà sperimentare piatti cinesi, vi lascerà sbizzarrire nello shopping, vi accompagnerà tra sale da tè, mostre d’arte, gioiellerie e aneddoti storici e culturali. Per informazioni 212.964.2386 o may@renaissancetours.org.
Il tour chiamato “Enthusiastic Gourmet” è ovviamente consacrato al cibo ed è perfetto per chi vuole scoprire i migliori sapori orientali: tra un assaggio e l’altro imparerete moltissime curiosità sul rituale del cibo e l’alimentazione cinese. La visita dura circa 2 ore e mezza. Telefono: 646-209-4724.
Infine il Big Onion Walking Tour, che si svolge dalla primavera all’autunno, ha una formula varia che comprende diverse attrazioni a seconda delle vostre preferenze. Telefono: 212-439-1090.

TRASPORTI
Metropolitana: linee 6, J, M, N, Q, R, W, Z per Canal Street Station; B, D per Grand Street Station; F per East Broadway Station.
Autobus: M1, M6, M9, M15, M22, M103, B39, B51.

Maggiori informazioni su Chinatown al sito internet.

 Pubblicato da il 24/03/2013 - 22.253 letture - ® Riproduzione vietata

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