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Il mercato di Ballarò a Palermo, visita all'antico suq Al-Balhara

E' uno dei mercati più famosi e tipici del capoluogo siciliano, dove potere ammirare i migliori prodotti alimentari della Sicilia e la domencia anche prodotti di antiquariato e mercato delle pulci.

E’ il più antico fra i mercati rionali cittadini ma anche il meno frequentato dai turisti seppur considerato un must negli itinerari e nei tour proposti a chi si reca in Sicilia. Come quelli della Vucciria, Il Capo e Lattarini (gli altri tre storici del capoluogo siciliano), Ballarò è uno dei simboli multiculturali di Palermo, un luogo dall’atmosfera vivace dove fare la spesa (frutta e verdura a km 0) ma anche dove immergersi nel sound più autentico di questa terra. Qui, fragranze e colori sono gli stessi da secoli.

Perché visitarlo? Di ragioni ce ne sono tante a iniziare dalle famose “abbanniate”, le urla chiassose con cui i venditori richiamano l’attenzione degli acquirenti sui prodotti da vendere: ortaggi, agrumi, carne e pesce, formaggi, dolci e primizie che provengono dalle campagne del palermitano e dalle vicine coste dell’isola. E poi sulle bancarelle e nei negozietti del Ballarò il rapporto qualità-prezzo è davvero eccellente (a dimostrarlo i tanti palermitani che lo affollano ogni giorno).

Se in settimana ospita quasi esclusivamente generi alimentari, la domenica mattina si trasforma in una grande esposizione di oggetti usati, una sorta di mercatino dell’antiquariato dove trovare vecchi giradischi, mobili antichi, quadri, abbigliamento vintage e molto altro. Andateci all’alba se siete in cerca di veri affari e ricordatevi sempre di contrattare, come nella migliore tradizione araba.

Mix di colori e profumi, questo famoso mercato permanente si estende da piazza Casa Professa sino ai bastioni di corso Tukory in direzione della Porta Sant’Agata toccando via Vittorio Emanuele e via Maqueda, nel cuore del quartiere dell’Albergheria.

Il significato del nome Ballarò

Il suo nome, Ballarò per l’appunto, potrebbe avere origini differenti. C’è chi afferma che un grande mercato esistesse già nel X° secolo proprio nell’area fra la moschea di Ibn Siqlab e il Quartiere Nuovo esattamente dove oggi sorge Ballarò: termine proveniente dunque dall’arabo “Balhara” che indicava il villaggio dei commercianti di provenienza del Maghreb che vendevano spezie e altri prodotti. In pratica, la traslitterazione di suq Al-Balhara nell’attuale Ballarò.

Per altri invece le origini sarebbero piuttosto tedesche: tale Ferdinand Ballarò, capitano del re Ferdinando di Aragona a Palermo attorno al 1400, era incaricato di riscuotere per conto del sovrano spagnolo una percentuale sulle vendite del mercato che divenne noto come Ballarò proprio dal nome di questa famiglia di esattori.

Etimologia a parte, il mercato – che è stato pure protagonista di libri oltre che di una serie di documentari andati in onda sui canali Rai – è conosciuto anche per il delizioso cibo da strada, tipico della cucina di Palermo. Passeggiando lungo le bancarelle, fra le cantilene dei venditori, potrete gustare quello che è stato definito l’antenato del finger food. Qualche esempio? Dal panino con la meusa, la milza, sino al quarume (interiora di vitello) ma anche cipolle bollite e panelle, frittelle fatte con farina di ceci. E se vi piacciono le crocchette di patate non esitate a chiedere i “cazzilli” (qui si chiamano così!).

Un solo consiglio: spesso sui cartelli con i prezzi dei prodotti, il numero 9 si può confondere con lo zero per via di una calligrafia “veloce” adottata per attirare l’attenzione dei passanti. Verificate prima di acquistare. Ma anche questo fa parte di Ballarò.

Mercato di Ballarò: orari e come andare

Quando andare: sicuramente la mattina quando il mercato si rivela con la sua anima più autentica. E’ aperto comunque tutti i giorni, da lunedì a sabato, dalle 8 alle 20 mentre la domenica chiude alle 15. Situato in pieno centro, con fulcro la via Ballaro, lo si può raggiungere comodamente a piedi in 5 minuti partendo dalla Stazione Centrale dei treni imboccando poi corso Tukory e via Dalmazio Birago (distanza circa 300 metri).

 Pubblicato da il 28/03/2019 - 38.540 letture - ® Riproduzione vietata

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