Il santuario Meijijingu a Tokyo: la visita al tempio scintoista e al suo parco
Meiji Jingu è il santuario shintoista più importante di Tokyo. Distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale è oggi punto di riferimento del quartiere Shibuya. Qui si trova il Museo del Tesoro.
Il santuario Meiji (conosciuto anche come Meiji Jingu) nella zona Harajuku, quartiere di Shibuya (Tokyo), è uno dei più importanti e popolari per lo shintoista, la religione nata in Giappone. Prevede l’adorazione dei kami, traducibili con divinità - anche se in realtà vengono considerati kami anche figure simboliche come gli imperatori del Giappone, ritenuti di origine divina.
Per capire l’importanza di questo santuario può essere utile conoscerne la storia. Questo maestoso tempio è stato costruito nel 1920 in onore dell’imperatore Meiji; fu completamente distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale, ma è stato ricostruito e riaperto nel 1958 grazie alle offerte popolari. L’imperatore a cui è dedicato, Mutsuhito, entrò in carica all’età di soli quindici anni e prese il nome onorifico di Meiji, ossia governo illuminato, che è il titolo con cui è ricordato in patria e che dà il nome al tempio. L'imperatore Meiji, una volta insediatosi a palazzo imperiale, pose fine alla lunga epoca del potere degli shogun, dittatori militari, iniziata nel lontano 1192.
Dal 1868 con Meiji rinacque il potere politico dell’imperatore e grazie a questa riforma a cavallo tra il XIX e il XX secolo il Giappone si avviò verso la modernizzazione. Fu l’imperatore a spostare la capitale da Kyoto a Tokyo, a smantellare il sistema feudale e a indicare nello scintoismo la religione di stato; tuttora l’era Meiji è considerata una delle più floride per il Giappone. Per questo alla sua morte in tutto il paese si diffuse un incredibile cordoglio, tanto che nel giorno del suo funerale uno dei più alti ufficiali giapponesi, il generale Nogi, si tolse la vita con il tradizionale suicidio dei samurai (noto come harakiri o seppuku). Il santuario è dedicato anche all’imperatrice Shōken, morta due anni dopo il marito.
È stata proprio la volontà di commemorare le loro vite a spingere i giapponesi a erigere nel cuore di Tokyo questo santuario e il gigantesco parco che lo circonda. I circa 100.000 alberi che furono donati da giapponesi di tutto l’arcipelago e piantati alla morte dell’imperatore ora costituiscono un ampio bosco nel quale passeggiare prima e dopo la visita al tempio.
Al santuario Meiji si può accedere da diversi sentieri che attraversano il parco, ma il più comune e consigliato è quello che parte dal ponte di Harajuku. Da qui, entrando nel parco, si passa sotto una tradizionale porta sacra, la torii, che separa la zona profana da quella religiosa. Questa enorme porta in legno di cipresso, alta 12 metri, è la più grande torii di legno del Giappone.
Una volta varcata la torii si cammina su un largo sentiero di ghiaia e all’ombra di questo bosco che vi riconcilierà con il mondo. Dopo pochi passi sarete già immersi nel silenzio, eppure vi troverete a soli dieci minuti a piedi da Harajuku, il vivace quartiere delle ragazzine vestite da personaggi manga. Poco più avanti nel sentiero si passa accanto ai kazaridaru, una serie di botti di legno per il saké (ora vuote) impilate una sull’altra donate al tempio da vari produttori giapponesi. Il saké viene usato in uno dei rituali di purificazione shintoista e si dice che avvicini gli uomini alle divinità. Esattamente di fronte ai kazaridaru si trovano, speculari, botti di vino francese, donate dai produttori della Borgogna in segno di rispetto e amicizia tra Francia e Giappone.
Attraversato il bosco si arriva ad un’altra torii più piccola e si giunge così nel giardino esterno del santuario Meiji Jingu. Due piccole bancarelle vendono piccoli oggetti votivi e souvenir; la parte più interessante però è la piccola area adiacente, dove è possibile sedersi sotto una tettoia e ammirare variopinti pannelli che illustrano la storia degli shogun e dei samurai. Poco distante da questo giardino esterno, a sinistra rispetto all’entrata principale, si trovano i giardini Gyoen, che è consigliabile visitare in giugno per la spettacolare fioritura degli iris (ingresso: 500¥; apertura dalle 9 alle 17).
Una volta entrati nel cortile interno del tempio si potrà ammirare la struttura tradizionale del santuario dal tetto di rame, che è rialzato di qualche gradino rispetto al resto dell’area. Nel cortile si trovano 3 maestosi alberi intorno ai quali è possibile appendere tavolette di legno recanti desideri e preghiere per le divinità. Sui gradini del santuario si possono vedere fedeli in coda per il proprio turno di preghiera. A differenza dei templi buddhisti, infatti, nei templi scintoisti non si entra nell’edificio principale, ma ci si ferma a pregare davanti.
Nello stesso cortile si affacciano due edifici annessi al tempio, l’Ufficio dell’amuleto e la Sala della musica e della danza sacre, di recente costruzione.
Il santuario Meiji non si è musealizzato ma è ancora molto vivo, tanto che capita spesso di assistere a matrimoni scintoisti celebrati qui. Inoltre, moltissimi giapponesi vengono a passare a Meiji la notte di Capodanno, e la tradizione vuole che chi va a vivere a Tokyo passi prima da questo santuario come segno di rispetto.
All’esterno del cuore del tempio, ma sempre nel parco, si trovano anche il Museo del Tesoro e il Centro di arti marziali.
Meiji Jingu è un’area considerata sacra dai giapponesi e quindi occorre avvicinarsi a essa rispettando alcune regole. Bisogna vestirsi in modo appropriato, soprattutto per varcare la torii, e non è consentito correre né mangiare all’interno di tutto il parco.
Chi desidera rispettare appieno la tradizione scintoista può purificarsi le mani e il viso usando l’acqua e gli appositi mestoli che si trovano nella zona chiamata Temizusha (fonte per le abluzioni), prima di avvicinarsi all’edificio principale del tempio, e può lasciare qualche offerta negli appositi contenitori di legno. Per provare ad attrarre l’attenzione delle divinità come fanno gli scintoisti bisogna, davanti al tempio, fare due inchini, battere le mani due volte e poi di nuovo ripetere i due inchini.
Informazioni utili
Dove: Yoyogikamizonocho 1-1, Harajuku, quartiere Shibuya, Tokyo
Sito ufficiale: www.meijijingu.or.jp/english/
Come arrivare: si può raggiungere dalla stazione dei treni Harajuku o da quella della metropolitana Meiji-jingumae (Harajuku) (F15/C03).
Costi: l’ingresso al tempio è gratuito. L’entrata ai giardini Gyoen costa 500¥.
Orari: è aperto tutto l’anno, dall’alba al tramonto. In gennaio: 6:40/16:20. In febbraio: 6:20/16:50. In marzo: 5:40/17:20. In aprile: 5:10/17:50. In maggio: 5:00/18:10. In giugno: 5:00/18:30. In luglio: 5:00/18:20. In agosto: 5:00/18:00. In settembre: 5:20/17:20. In ottobre: 5:40/16:40. In novembre: 6:10/16:10. In dicembre: 6:40/16:00.
Il 31 dicembre rimane aperto per tutta la notte.
Per capire l’importanza di questo santuario può essere utile conoscerne la storia. Questo maestoso tempio è stato costruito nel 1920 in onore dell’imperatore Meiji; fu completamente distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale, ma è stato ricostruito e riaperto nel 1958 grazie alle offerte popolari. L’imperatore a cui è dedicato, Mutsuhito, entrò in carica all’età di soli quindici anni e prese il nome onorifico di Meiji, ossia governo illuminato, che è il titolo con cui è ricordato in patria e che dà il nome al tempio. L'imperatore Meiji, una volta insediatosi a palazzo imperiale, pose fine alla lunga epoca del potere degli shogun, dittatori militari, iniziata nel lontano 1192.
Dal 1868 con Meiji rinacque il potere politico dell’imperatore e grazie a questa riforma a cavallo tra il XIX e il XX secolo il Giappone si avviò verso la modernizzazione. Fu l’imperatore a spostare la capitale da Kyoto a Tokyo, a smantellare il sistema feudale e a indicare nello scintoismo la religione di stato; tuttora l’era Meiji è considerata una delle più floride per il Giappone. Per questo alla sua morte in tutto il paese si diffuse un incredibile cordoglio, tanto che nel giorno del suo funerale uno dei più alti ufficiali giapponesi, il generale Nogi, si tolse la vita con il tradizionale suicidio dei samurai (noto come harakiri o seppuku). Il santuario è dedicato anche all’imperatrice Shōken, morta due anni dopo il marito.
È stata proprio la volontà di commemorare le loro vite a spingere i giapponesi a erigere nel cuore di Tokyo questo santuario e il gigantesco parco che lo circonda. I circa 100.000 alberi che furono donati da giapponesi di tutto l’arcipelago e piantati alla morte dell’imperatore ora costituiscono un ampio bosco nel quale passeggiare prima e dopo la visita al tempio.
Al santuario Meiji si può accedere da diversi sentieri che attraversano il parco, ma il più comune e consigliato è quello che parte dal ponte di Harajuku. Da qui, entrando nel parco, si passa sotto una tradizionale porta sacra, la torii, che separa la zona profana da quella religiosa. Questa enorme porta in legno di cipresso, alta 12 metri, è la più grande torii di legno del Giappone.
Una volta varcata la torii si cammina su un largo sentiero di ghiaia e all’ombra di questo bosco che vi riconcilierà con il mondo. Dopo pochi passi sarete già immersi nel silenzio, eppure vi troverete a soli dieci minuti a piedi da Harajuku, il vivace quartiere delle ragazzine vestite da personaggi manga. Poco più avanti nel sentiero si passa accanto ai kazaridaru, una serie di botti di legno per il saké (ora vuote) impilate una sull’altra donate al tempio da vari produttori giapponesi. Il saké viene usato in uno dei rituali di purificazione shintoista e si dice che avvicini gli uomini alle divinità. Esattamente di fronte ai kazaridaru si trovano, speculari, botti di vino francese, donate dai produttori della Borgogna in segno di rispetto e amicizia tra Francia e Giappone.
Attraversato il bosco si arriva ad un’altra torii più piccola e si giunge così nel giardino esterno del santuario Meiji Jingu. Due piccole bancarelle vendono piccoli oggetti votivi e souvenir; la parte più interessante però è la piccola area adiacente, dove è possibile sedersi sotto una tettoia e ammirare variopinti pannelli che illustrano la storia degli shogun e dei samurai. Poco distante da questo giardino esterno, a sinistra rispetto all’entrata principale, si trovano i giardini Gyoen, che è consigliabile visitare in giugno per la spettacolare fioritura degli iris (ingresso: 500¥; apertura dalle 9 alle 17).
Una volta entrati nel cortile interno del tempio si potrà ammirare la struttura tradizionale del santuario dal tetto di rame, che è rialzato di qualche gradino rispetto al resto dell’area. Nel cortile si trovano 3 maestosi alberi intorno ai quali è possibile appendere tavolette di legno recanti desideri e preghiere per le divinità. Sui gradini del santuario si possono vedere fedeli in coda per il proprio turno di preghiera. A differenza dei templi buddhisti, infatti, nei templi scintoisti non si entra nell’edificio principale, ma ci si ferma a pregare davanti.
Nello stesso cortile si affacciano due edifici annessi al tempio, l’Ufficio dell’amuleto e la Sala della musica e della danza sacre, di recente costruzione.
Il santuario Meiji non si è musealizzato ma è ancora molto vivo, tanto che capita spesso di assistere a matrimoni scintoisti celebrati qui. Inoltre, moltissimi giapponesi vengono a passare a Meiji la notte di Capodanno, e la tradizione vuole che chi va a vivere a Tokyo passi prima da questo santuario come segno di rispetto.
All’esterno del cuore del tempio, ma sempre nel parco, si trovano anche il Museo del Tesoro e il Centro di arti marziali.
Meiji Jingu è un’area considerata sacra dai giapponesi e quindi occorre avvicinarsi a essa rispettando alcune regole. Bisogna vestirsi in modo appropriato, soprattutto per varcare la torii, e non è consentito correre né mangiare all’interno di tutto il parco.
Chi desidera rispettare appieno la tradizione scintoista può purificarsi le mani e il viso usando l’acqua e gli appositi mestoli che si trovano nella zona chiamata Temizusha (fonte per le abluzioni), prima di avvicinarsi all’edificio principale del tempio, e può lasciare qualche offerta negli appositi contenitori di legno. Per provare ad attrarre l’attenzione delle divinità come fanno gli scintoisti bisogna, davanti al tempio, fare due inchini, battere le mani due volte e poi di nuovo ripetere i due inchini.
Informazioni utili
Dove: Yoyogikamizonocho 1-1, Harajuku, quartiere Shibuya, Tokyo
Sito ufficiale: www.meijijingu.or.jp/english/
Come arrivare: si può raggiungere dalla stazione dei treni Harajuku o da quella della metropolitana Meiji-jingumae (Harajuku) (F15/C03).
Costi: l’ingresso al tempio è gratuito. L’entrata ai giardini Gyoen costa 500¥.
Orari: è aperto tutto l’anno, dall’alba al tramonto. In gennaio: 6:40/16:20. In febbraio: 6:20/16:50. In marzo: 5:40/17:20. In aprile: 5:10/17:50. In maggio: 5:00/18:10. In giugno: 5:00/18:30. In luglio: 5:00/18:20. In agosto: 5:00/18:00. In settembre: 5:20/17:20. In ottobre: 5:40/16:40. In novembre: 6:10/16:10. In dicembre: 6:40/16:00.
Il 31 dicembre rimane aperto per tutta la notte.