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I mosaici della Cappella di Sant'Andrea e il Museo Arcivescovile di Ravenna

La Cappella Arcivescovile di Ravenna, anche conosciuta come Cappella di S. Andrea, fa parte del complesso del Museo Arcivescovile, ed è famosa per il suo ciclo di mosaici.

Edificata in origine come oratorio privato dei vescovi cattolici all’epoca di Pietro II°, la Cappella di Sant’Andrea, nota anche come Arcivescovile, si trova al primo piano dell’attuale Episcopio, nel cuore di Ravenna, in Piazza Arcivescovado 1. L’accesso al sacello religioso si ha attraverso una sala del Museo Arcivescovile.

Intitolata a Cristo, in quanto tutta la decorazione musiva ne tratta la vita, la Cappella fu poi dedicata, probabilmente per ragioni politiche, a Sant’Andrea le cui reliquie furono portate a Ravenna da Costantinopoli nella metà del V° secolo. Nel corso del XVI° secolo il monumento fu interessato da numerosi cambiamenti fra cui la sostituzione di alcuni mosaici con affreschi a firma di Luca Longhi mentre, nel secolo successivo, un nuovo ingresso venne ricavato nella zona absidale capovolgendo così l’orientamento interno dell’edificio religioso.

Al 1734 risale la costruzione voluta dall’arcivescovo Farsetti di una sala accanto alla Cappella, attualmente utilizzata come Museo Arcivescovile e, grazie ad una campagna di restauro avviata nel 1911, si è inoltre cercato di riportare l’edificio al suo stato originario.

L’edificio in onore Sant’Andrea è costituito da un vano quadrangolare absidato che tramite 4 pilastri angolari assume la forma di croce greca sormontata da una volta a crociera. Costruito interamente in mattoni, al sacello si accede tramite un ingresso ricavato sul lato nord del vestibolo. Le pareti sono decorate da marmi nella parte inferiore e da mosaici in quella superiore. Al di sopra della porta d’ingresso domina una lunetta che, su sfondo dorato, presenta la figura del Cristo guerriero (restaurato da metà busto in giù ad affresco), rappresentato con corazza, manto purpureo e calzari militari mentre appoggia una croce sulla spalla destra e con la mano sinistra sostiene un libro aperto. La figura di Cristo è raffigurata forntalmente mentre calpesta il leone e il serpente, simboli del male.

La volta della Cappella è invece decorata da un elegante motivo ornamentale costituito da gigli bianchi e rosette che creano l’effetto di un pergolato; al centro della volta si trova invece il monogramma di Cristo sorretto da 4 angeli che spiccano sul fondo dorato. Vi sono poi le immagini di apostoli, santi e evangelisti oltre ai busti dei dodici apostoli.

Rifatta completamente ad affresco all’inizio del Novecento è la volta del piccolo catino absidale caratterizzato da un cielo stellato che imita quello suggestivo del Mausoleo di Galla Placidia.

Dichiarato monumento patrimonio dell’Umanità nel 1997 dall’Unesco, l’edificio sacro è l’unico esempio di cappella arcivescovile paleocristiana giunta integra sino a noi oltre ad essere anche il solo monumento ortodosso fatto innalzare durante il regno di Teodorico in cui prevaleva la religione ariana. Dal punto di vista architettonico l’oratorio è simile al Mausoleo di Galla Placidia e le decorazioni musive sono di grande interesse perché possono essere anche interpretate in chiave anti ariana: nonostante la pacifica convivenza di goti e latini e delle due fedi religiose, i vescovi cattolici probabilmente nutrirono da subito una certa preoccupazione nei confronti dei nuovi dominatori.

Tutta la parte decorativa tende a glorificare la figura di Cristo il cui volto e monogramma sono rappresentati più volte all’interno dell’edificio; da notare la collocazione del Cristo sulla porta d’ingresso che allude a colui che apre la porta del regno dei cieli. Di particolare interesse è proprio l’immagine del Cristo guerriero, unico esempio di questo genere dell’arte paleocristiana.

Nei sottoarchi della Cappella sono invece presenti dei medaglioni con i busti dei dodici martiri, chiaro riferimento all’ortodossia cattolica in quanto gli ariani non avevano il culto dei santi.

Fondato nel 1734, il Museo Arcivescovile di Ravenna, che ha sede nell’omonimo palazzo, è il primo museo diocesano sorto in Italia. Edificato per volere dell’arcivescovo Farsetti per accogliere al suo interno iscrizioni incise su lastre marmoree recuperate dalla Basilica Ursiana, lo spazio museale raccoglie oggetti e manufatti unici della storia dell’arte fra cui la cattedra in avorio del VI° secolo attribuita all’arcivescovo Massimiano, considerata una delle più celebri opere eburnee eseguita da artisti bizantini nel VI° secolo d.C., e un candelabro liturgico di origini antiche. Al piano superiore si accede alla pinacoteca, alla sala con arredi liturgici, alla sala delle croci e a quella dei reperti musivi della Basilica Ursiana.

Nel Febbraio del 2010 il Museo è stato riaperto al pubblico dopo alcuni anni di chiusura durante i quali è stato ristrutturato l’Episcopio che si presenta ora con un arricchimento e un ampliamento sia a livello di collezioni esposte che di spazi espositivi.

Ospitati entrambi in Piazza Arcivescovado 1, il Museo e la Cappella sono aperti al pubblico dal 1° Novembre al 28 Febbraio in orario 10/17; dal 1° al 31 Marzo 9.30/17.30; dal 1° Aprile al 30 Settembre 9/19; dal 1° al 31 Ottobre 9.30/17. Chiuso il 25 Dicembre e 1° Gennaio.

Il biglietto d’ingresso, cumulativo per la Basilica di San Vitale, il Mausoleo di Galla Placidia, la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo e il Battistero Neoniano, è di 11,50 Euro per l’intero e di 10.50 Euro per il ridotto nel periodo dal 1° marzo al 15 Giugno mentre dal 16 Giugno al 28 Febbraio le tariffe sono di 9,50 e 8,50 Euro (intero e ridotto).

Il Museo è accessibile ai portatori di diversità motorie, possiede un breve percorso in braille per gli ospiti non vedenti e dispone di un bookshop; la Cappella di Sant’Andrea non è invece accessibile ai diversamente abili.

Sito di riferimento http://www.ravennamosaici.it

 Pubblicato da il 25/10/2015 - 16.432 letture - ® Riproduzione vietata

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