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Palazzo dell'Arengo, la visita allo storico edificio di Rimini

Lo storico Palazzo dell'Arengo, in piazza Cavour, da non confondere con il vicino Palazzo del Podestà, è un edificio medievale dalle forme romaniche e gotiche, ben riconoscibili dalla merlatura che lo rende ancora più imponente.

A Rimini, nel loggiato al piano terra del palazzo dove veniva amministrata la giustizia, la tradizione narra di un grande sasso su cui i debitori erano costretti a battere per ben tre volte il sedere nudo recitando la formula “cedo bonis” ovvero “svendo tutti i miei beni”. Un’usanza tipica dell’antica Roma, inventata da Giulio Cesare in persona, tramite cui si estingueva il debito incriminato al posto dell’essere ridotti in schiavitù come voleva il precedente rito della manus iniectio.

Situato nel centro storico di Rimini fra quello del Podestà e il Garampi, sede del Comune, Palazzo dell’Arengo è il più antico oltre che il più grande e maestoso di questi tre storici edifici della città caratterizzato da un’architettura merlata in stile romanico-gotico.

Sin dall’inizio del Duecento il Consiglio Generale della città romagnola si riuniva, secondo un antico uso, nella chiesa di San Colomba. Nel 1207 i documenti parlavano di un Palatium Comune: in quell’anno l’Arengo, con il suo “lapis magnum”, doveva già dunque essere sorto. Un frammento di lapide dell’epoca, murato all’esterno di uno dei piloni del portico nell’odierno palazzo, porta il nome del podestà Modio de’ Carbonesi di Bologna, sotto cui l’edificio fu fatto edificare, e la data di costruzione che viene fatta risalire al 1204.

Se frequenti terremoti e guerre che si succedettero di secolo in secolo devastarono Palazzo dell’Arengo in maniera piuttosto consistente, altrettanti danni gli recarono purtroppo i vari restauratori che utilizzarono a più riprese nuovi e dubbi criteri d’intervento. Tanto che nessun altro indizio, oltre alla lapide di cui si è già scritto, fornì informazioni precise circa l’esatta struttura dell’edificio. I terremoti del maggio e dell’agosto 1916 servirono però per scrollare di dosso al vecchio e robusto edificio i rappezzi e le aggiunte fatte soprattutto nel corso dei secoli XVI° e XVIII° mettendo in luce i grandi archi delle polifore e alcune eleganti colonnette di marmo.

Ricavata dunque con certezza la primitiva forma dell’edificio, nel 1924 il riminese Gaspare Rastelli riportò il palazzo all’aspetto attuale nonchè all’antico splendore.

Il loggiato al piano terra è sorretto da colonne con grandi archi a sesto acuto mentre al primo piano si trova una grande sala con finestre a polifora. Dal piano terra, una scala esterna sulla sinistra della struttura accompagna al Salone dell’Arengo che per vastità di ampiezza, all’incirca 565 metri quadrati, ma anche per proporzioni armoniche e linee delle finestre rappresenta uno dei più belli d’Italia. Dal 1681 al 1857 fu adibito a teatro e fu proprio qui che Carlo Goldoni, giovane studente di Rimini, vide per la prima volta recitare quelle commedie miste che lo portarono a diventare il grande genio che ben presto si rivelò. A ricordare l’avvenimento vi è anche una lapide. Nel Settembre del 1924 invece Alfredo Panzini commemorò in questa sala il nome del poeta Giovanni Pascoli.

Sulla sinistra del salone si trova il Giudizio Universale, grandioso affresco della scuola riminese del Trecento che Giovanni Nave staccò nel 1921 dal timpano dell’arco trionfale della chiesa di Sant’Agostino.

Il palazzo dell’Arengo è dotato anche di un’esile torre campanaria un tempo usata come luogo di prigionia. Di particolare interesse storico e artistico è la campana: fusa nel 1483 al tempo di Pandolfo IV, venne rifusa da Francesco di Ancona nella stessa identica foggia due secoli più tardi e issata sulla torre nel 1638. Chiamata nelle cronache campana del pubblico, del popolo o ancora Gaudenzia, è stata infine ricollocata al suo posto nel Maggio 1958 dopo essere stata riparata dal fiorentino Bruno Beardi.

Palazzo dell’Arengo, in Piazza Cavour, si può raggiungere in auto con uscita autostrada A4 Rimini Sud per poi proseguire per il centro storico circa 3 km. Parcheggi utili si trovano in Piazza Malatesta, Ponte Tiberio, Arco d’Augusto e Largo Gramsci. In treno invece dalla stazione si può proseguire su Viale Dante sino alla centrale Piazza Tre Martiri e poi svoltare a destra verso Piazza Cavour.

 Pubblicato da il 29/05/2015 - 7.803 letture - ® Riproduzione vietata

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