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Diario di viaggio nella Sardegna Orientale a fine agosto (4 pagine)

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Escursione in barca nel Golfo di Orosei, da Cala Luna a Cala Sisine

Sveglia presto per il giorno dell'escursione: alle 7:30 Pierpaolo ci attendeva puntuale per la colazione, la nostra carica per affrontare la lunga giornata dalle 9:00 fino al ritorno al Biriddo, previsto per le 19:30 circa. Ci trasferiamo alla Marina di Orosei, ritiriamo i nostri biglietti e paghiamo il corrispettivo, e alle 9:25 puntuali ecco comparire in arrivo da Cala Gonone la nostra motonave. La mancanza di un molo, che all'inizio ci aveva interrogati sulle modalità d'imbarco viene fugata all'approdo della prua praticamente sulla battigia, con la scaletta che scesa direttamente sulla spiaggia consentiva una comoda salita sull'imbarcazione. Facendo un rapido conto sulla barca si trovavano una ottantina di persone, un numero elevato ma che consentiva delle procedure di sbarco rapide, ed anche di muoversi in modo agevole nei vari settori della nave. Il programma dell'escursione era il seguente: attraversata diretta da Orosei a Cala Luna, sosta di 1 ora e mezza sulla spiaggia più famosa del Tirreno, partenza per la Grotta del Fico, visita guidata, e successiva sosta di 90 minuti presso Cala Mariuolo. Navigazione fino alla celebre Cala Goloritzè per ammirare il pinnacolo di roccia e il grande arco, sosta di 60 minuti sulla spiaggia di Cala Sisine e rientro alle 18:30 alla marina di Orosei.

Il Golfo di Orosei è una ampia baia su cui si affacciano i contrafforti più orientali del Gennargentu. Poderosi bastioni calcarei si ergono a picco sul mare, talvolta con scarpate verticali di oltre 500 m, su cui si aprono cale, insenature e spiagge bordate di acque cristalline, turchesi, verdi fino a tinte blu cobalto. Proprio per la natura calcarea delle rocce, intensi fenomeni carsici hanno cariato queste montagne, creando sistemi ipogei di grandi dimensioni, la maggior parte dei quali tutt'ora inesplorati. Alcune grotte, aprendosi direttamente sul mare erano diventate il rifugio della foca monaca, che però negli anni '80 ha abbandonato definitivamente questi lidi. La sua presenza è segnalata sporadicamente nei pressi della costa, ma sono di fatto circa 30 anni che questi mammiferi marini non utilizzano più le grotte del golfo di Orosei in modo continuativo. Mentre la motonave Città di Lerici proseguiva lungo le falesie a sud di Cala Gonone il pensiero andava a questa natura offesa e al rammarico di non poter scorgere tra i massi i simpatici mammiferi...

Ci ha pensato Cala Luna a svegliarmi da questi pensieri, con la sua spiaggia bianca su cui si aprono alcune grotte, direttamente sull'arenile. Cala Luna è bella, sicuramente una delle più belle italiane, ma è vittima della sua stessa celebrità: ciò che la renderebbe bella, la sua selvaggia solitudine è resa vana dal grande afflusso di turisti, una miriade di barche vengono a sostare nella baia, e l'affollamento un po' riduce l'impatto emotivo di questo sito. Armati di maschere e pinne ci siamo avventurati in una battuta di snorkeling: avventurati è sicuramente la parola giusta, sott'acqua la spiacevole sorpresa di trovare il mare letteralmente infestato dalle meduse! Nuotare a Cala Luna diventava uno slalom tra le meduse, alcune molto grandi, altre piccole ma dai lunghi flagelli, un vero stress dato che era facile, distraendosi, sbagliare direzione con ovvie conseguenze...Camminando sulla spiaggia Cala Luna è tornata quella di sempre, con i suoi ciottoli e rocce bianche, la sua falesia su cui si aprono ampie grotte, un vero riparo dalla calura, anche se bisogna fare attenzione quando ci si trova in presenza di rocce a strapiombo per l'eventuale caduta di sassi.

Da Cala Luna siamo ripartiti dopo una sosta di circa 90 minuti: direzione sud, verso la Grotta del Fico. Il trasferimento è servito per il pranzo al sacco, un piacere magiare il panino ammirando spettacoli come le spiagge di Venere, grotte, e acque dai colori incredibili. Poi siamo scesi alla grotta del Fico, così chiamata per la presenza di un grado fico che ne celava l'ingresso, ma ora caduto. Forse anche per questo motivo la grotta era passata inosservata fino agli anni '50 ed è stata aperta al pubblico in modo esteso solo dal 2006. La sua bellezza rivaleggia con quella della Grotta del Bue Marino, ed è forse proprio questa grotta ad essere stata l'ultimo rifugio della foca monaca che utilizzava questa grotta come luogo di parto e allevamento dei piccoli. Oggi la foca non c'è più, ma rimane lo spettacolo di stalattiti e stalagmiti che rendono bellissima questa grande caverna calcarea. Il biglietto di 8 euro è stato ben speso! Dopo l'escursione trasferimento a Cala Mariolu, dove era prevista una sosta di 1 ora e mezza. Sarà il fatto che non c'erano praticamente meduse, la presenza di grandi scogli che rendono molto varia la spiaggia, per la bellezza dei suoi candidi ciottoli chiamati anche le “pulci della neve” in lingua sarda, ma ci è piaciuta più di Cala Luna. Cala Mariolu possiede un nome napoletano, datole dai pescatori di Ponza che credevano di venire derubati dal pesce dalla popolazione sarda: era in realtà la foca monaca, che i ponzesi purtroppo cacciavano come loro concorrente nella pesca.

Ancora più bella ci è apparsa la baia successiva, Cala Goloritzè, dominata da un pinnacolo di roccia alto più di 140 metri e da un grande arco sulla sua estremità meridionale. Questa spiaggia è stata nominata "Monumento Nazionale Italiano" nel 1995, ed è sicuramente una delle spiagge più fotografate della Sardegna, anche se non è stato possibile scendere in spiaggia, dato che c'è un divieto d'accesso per i mezzi motorizzati, per preservarne l'integrità. Il pomeriggio cominciava ad avanzare e molte spiagge del golfo di Orosei risultavano oramai in ombra e poco attraenti. Non era il caso di Cala Sisine che prensenta una profonda valle alle spalle che consente alla luce del sole di baciarle la spiaggia anche a pomeriggio inoltrato. Anche qui una sosta prolungata ci ha consentito un po' di relax, con una battuta di snorkeling tra nuvole di pesci colorati, e senza medusa-stress. La spiaggia è dominata a sud da due pinnacoli di roccia, i corni di un rinoceronte per alcuni, che vedono stilizzata nella montagna la sagoma della testa del grande mammifero africano. Cala Sisine era l'ultima tappa del nostro viaggio nel golfo di Orosei, e da qui è iniziato il triste rientro verso base, con il sole che si trovava ora basso ad ovest, appena sopra alle montagne. A consolarci emotivamente ci ha poi pensato Pierpaolo del Biriddo, servendoci i tradizionali Puligioni (Ravioli) come primo e un gustosissimo porceddu (porcetto) come secondo, oltre che all'eccezionale walzer di antipasti! Lo spettacolo finale dell'agriturismo Biridddo!

 Pubblicato da il 08/06/2010 - 37.379 letture - ® Riproduzione vietata

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