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Sukhumi, viaggio nella piccola capitale dell'Abcasia (Abkhazia)

Sukhumi, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Sukhumi dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

La storia dell'Abkhazia affonda le sue radici nel lontano Paleolitico, quando le prime popolazioni si insediarono nell'area a ridosso del Mar Nero, principalmente nelle caverne vicino ai fiumi. Nel Neolitico gli abitanti della regione si dedicavano già all'agricoltura ed all'allevamento degli animali, mentre attorno al 2000 a.C. avevano già sviluppato alcuni riti quali la costruzione di tombe a dolmen (numerose pietre tombali sono tuttora visibili nel paese, soprattutto nella zona del villaggio di Otkhara). E' a partire dall'VIII secolo a.C. che sulla costa iniziano a giungere i commercianti provenienti soprattutto dalla Grecia; qui trovano le prime città – Dioscurias (oggi Sukhumi), Ochamchira, Gagra e Pitsunda – che sarebbero ben presto diventate importanti centri culturali e commerciali del Mar Nero. Quando i Romani presero il posto dei Greci, nel I secolo d.C., anche i nomi delle località cambiarono e l'antica Dioscurias divenne Sebastopoli.

La storia di Sukhumi, come quella del resto dell'intera Abkhazia, è stata segnata da numerose occupazioni straniere (tra gli altri, oltre ai Romani, si ricordano gli arabi ed i bizantini) ed in epoca più recente, a partire dal XIX secolo, divenne una sorta di protettorato russo. Con l'avvento al potere dei bolscevichi, nel 1921 la regione fu dichiarata una Repubblica Socialista Sovietica, salvo poi essere trasformata, appena dieci anni più tardi, in un'entità autonoma facente parte della Repubblica Sovietica della Georgia. Con la progressiva eliminazione dell'identità nazionale abkhaza, il malumore crebbe per decenni fino a quando, nel 1992 – con l'avvenuta caduta dell'URSS – il governo locale votò per reintrodurre la vecchia Costituzione del 1925; tale gesto fu la scintilla che scatenò la guerra da parte della Georgia, all'epoca recentemente entrata a far parte dell'ONU. Dopo oltre un anno di genocidio, distruzione ed annientamento di ogni materiale storico e culturale trovato, il territorio della piccola nazione fu finalmente liberato e dichiarato indipendente, anche se ad oggi sono ancora pochi i paesi nel mondo che riconoscono l'Abkhazia come nazione sovrana.

Tra le diverse attrazioni turistiche che la piccola capitale Sukhumi può vantare si ricorda la Fortezza, situata sul lungomare non distante dalle spiagge cittadine. In origine furono i Romani a costruire qui un forte nel II secolo d.C., ed oltre millecinquecento anni dopo, sulle sue rovine, ne fu eretto uno nuovo dagli Ottomani. Agli inizi del XX secolo la fortezza fu convertita in prigione e successivamente distrutta dai sovietici, anche se l'edificio odierno è proprio una ricostruzione fatta dai russi alcuni decenni or sono.

Chi fosse interessato all'archeologia potrebbe visitare – dal lunedì al venerdì – anche il Museo Statale, mentre per concedersi qualche ora di relax non vi è posto migliore dei Giardini Botanici, fondati nella prima metà dell'Ottocento dal dottor Bagrinovsky con il fine di avere a disposizione piante per curare i soldati; la guerra contro i Turchi del 1877 ne provocò tuttavia la distruzione, e solo vent'anni più tardi iniziò un processo di ricollocazione delle piante all'interno del giardino, fino all'ennesima distruzione provocata dalla guerra del 1992. Tra gli odierni motivi di vanto del giardino si trova un tiglio vecchio di oltre 300 anni, precedente dunque all'inaugurazione della struttura stessa.
Sempre a chi fosse alla ricerca di relax, si segnala il Parco della Gloria (Park Slavy) che sorge proprio nel centro della città; il parco è dedicato ai coloro che hanno combattuto il conflitto del 1992-93 contro gli invasori georgiani ed ospita anche un monumento creato dallo scultore Amiran Adleiba.

Nella zona occidentale di Sukhumi si trova il famoso faro costruito nel lontano 1861 a Parigi su richiesta del Dipartimento Navale Militare russo. Il faro, alto 37 metri, è capace di proiettare la luce ad una distanza di 24 chilometri; dalla sua cima si gode di una strepitosa vista sulla capitale ed i dintorni. La sua storia è piuttosto travagliata; durante la già citata guerra contro i Turchi, sul finire dell'Ottocento, la sua lampada fu rubata come trofeo dagli stessi invasori, mentre in epoca decisamente più recente – per la precisione nel 2000 – esso rimase spento per lungo tempo a causa della mancanza di fondi per la manutenzione. Dal 2008 è tornato perfettamente funzionante .

La Collina di Sukhumi (il cui antico nome era Samataa-Rkhu) è un'altura di circa duecento metri sul livello del mare che sorge a nord-est della capitale; anche questo sito ha una certa rilevanza storica, risalente a tempi molto antichi. Oggi la collina è apprezzata dai visitatori soprattutto per lo scorcio panoramico sull'intera baia che si può apprezzare dalla sua cima.
Negli immediati dintorni di Sukhumi, a soli sei chilometri dalla città, si trova l'interessante Ponte Besletsky, conosciuto anche come il “Ponte Veneziano” o “Genovese” nonostante sia dimostrato che fu costruito in epoca medievale da architetti locali. La struttura, interamente in pietra, ancora oggi è in grado di reggere il traffico dei veicoli moderni per un peso massimo fino a 8 tonnellate ed è rimasto l'unico esempio architettonico di questo genere nel paese.

Da Zugdidi (Georgia) fino al confine meridionale dell'Abkhazia si spendono all'incirca cinque euro per un viaggio in taxi di poco più di venti minuti.; ciò che occorre tuttavia sapere è che al confine si devono superare diversi posti di blocco, tra cui rispettivamente uno georgiano, uno (cuscinetto) delle forze di sicurezza russe, ed uno abkhazo. Una volta effettuati i necessari controlli, con una marshrutka od un autobus si può raggiungere la capitale Sukhumi. Si rammenta infine che per poter entrare nel paese serve il visto locale, richiedibile previamente al Ministero degli Affari Esteri abkhazo telefonando o compilando l'apposito modulo su internet.
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 Pubblicato da - 07 Febbraio 2012 - © Riproduzione vietata

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