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India: clima, temperature e quando andare

India, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. India dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Il suo nome l’India lo deve al fiume Indus, che nasce sui monti del Tibet. Il nome deriva dalla parola “fiume”. L’India, con una superficie di 3.287.590 kmq è per grandezza il settimo Stato del
mondo. Si estende da Ovest ad Est per circa 3.000 chilometri. Da Nord a Sud la lunghezza è di circa 3.200 chilometri. La vetta più alta dell’India è il monte Kanchenjunga con 8.598 metri di altezza, che si eleva nella parte più occidentale del Sikkims in prossimità della frontiera con il Nepal. Il monte più alto, che trovasi interamente nello Stato indiano, è il Nanda Devi di 7.822 metri. Il punto più basso a due metri sotto il livello del mare è la depressione del Kuttanad sulla costa del Malabar.

Ad eccezione delle regioni montuose, le quali sono soggette ad un clima con regime termico di tipo alpino a causa delle elevate vette himalayane, al Nord e al Centro dell’India il clima è prevalentemente continentale- subtropicale con elevate escursioni termiche sia giornaliere che stagionali, mentre nel Sud e nelle zone costiere il clima è decisamente di tipo marittimo-tropicale per l’influenza esercitata dall’Oceano Indiano, pertanto con escursioni termiche più limitate ma con frequenti condizioni di caldo afoso, anche durante le ore notturne. Ad esempio da dicembre e gennaio nei bassopiani del nord del paese i valori termici possono oscillare dai 10 ai 15°C, mentre nel periodo più caldo, tra aprile e giugno, si raggiungono temperature di 40°C e sovente fino a oltre 50°C, caratteristica tipica del climi a forte impronta continentale.

Nel Sud invece si osservano temperature assai elevate tutto l’anno ed in modo costante, con variazioni termiche intermensili assai modeste. Le precipitazioni sono influenzate in tutto il Paese dal regime climatico dei monsoni per il quale è necessaria una breve digressione.

Il Monsone è un regime di venti periodici tipico delle regioni tropicali e subtropicali, in particolare dell'Asia Orientale e Sud-orientale, messo in atto principalmente dal divario termico esistente tra oceani e continenti durante le varie fasi stagionali dell’anno. Il monsone estivo spira dall'oceano verso il continente, quello invernale dal continente verso l'oceano. La stagione in cui si concentrano le piogge più importanti, che va generalmente tra giugno e settembre, è caratterizzata dal monsone estivo di sud-ovest, un vento estremamente umido proveniente dall'oceano indiano. "Monsone" per inciso è un termine persiano che discende da ‘mausin’ cioè stagione.

La stagione fredda, che vede il dominio del monsone invernale di nord-est dall'inizio di dicembre all'inizio di marzo, è solitamente caratterizzata da un clima estremamente asciutto e con scarsissima piovosità. I monsoni estivi causano invece molte piogge, talora di eccezionale intensità, anche se a carico del monsone estivo esiste una certa variabilità interannuale, ovvero ci sono monsoni estivi eccezionalmente piovosi ed altri molto meno prodighi di precipitazioni. Questa variabilità è legata alle diverse modalità di circolazione tropicale a scala planetaria che chiamano in causa i cicli di ENSO (El Nino/La Nina), circolazione di Walker e MJO (Madden-Julian Oscillation). In buona sostanza, l'alternarsi del monsone invernale secco con quello estivo umido, rappresenta la sola autentica variazione climatica dell’India, quantomeno alla macroscala. Le stagioni, in pratica, sono quindi solo due, e non si differenziano tanto per la temperatura (che in genere non varia molto), quanto per la piovosità: una, infatti, è secca, l'altra, invece, è umida.

Tutti i monsoni derivano dalla coesistenza ed interazione di tre meccanismi basilari: diverso riscaldamento della terra e dell’oceano, la forza di Coriolis (la rotazione della terra attorno al suo asse), e l’energia messa in gioco dalle calde acque oceaniche tropicali. L’effetto di questi tre meccanismi produce venti forti e precipitazioni intense nella fase estiva; venti più deboli ma comunque sostenuti e molto secchi nella fase invernale. Approssimativamente da marzo a giugno il vento cessa a rivelare il periodo intermonsonico (che segna il cambio di fase) ed è un periodo assai critico in quanto il clima diviene caldissimo e l'atmosfera talvolta soffocante.

Poiché la terraferma si raffredda e si riscalda molto più velocemente della superificie marina, durante il periodo estivo i continenti si riscaldano maggiormente rispetto agli oceani circostanti. Si sviluppano in questo modo aree continentali di bassa pressione di tipo termico verso le quali convergono i venti, mentre in pieno oceano si ha formazione di un’area di alta pressione (aria meno calda e più densa). Siccome l’aria si muove dalle alte verso le basse pressioni, e tenendo conto della forza di Coriolis legata alla rotazione terrestre, avremo correnti molto umide che da SW affrontano il paese. Queste correnti debbono poi fare i conti con le alte montagne asiatiche e, dovendole risalire, sono soggette a poderosi sollevamenti orografici (STAU); la ripida ascendenza di masse d’aria estremamente umida ne provocano il repentino raffreddamento per espansione, successivamente vengono portate a saturazione con conseguente condensazione e quindi formazione di enormi ammassi di nubi cumuliformi dalle quali scendono piogge torrenziali a carattere di rovescio. Questi venti, che spirano dal mare verso la terra, sono i monsoni estivi e segnano la stagione delle grandi piogge, specie in prossimità dei rilievi.

D'inverno avviene l’esatto contrario: gli oceani si raffreddano meno dei continenti e diventano sede di zone di bassa pressione, mentre le aree continentali e montuose divengono molto fredde e sede di zone anticicloniche. In questo caso correnti da NE che provengono dal continente asiatico si dirigono verso l’oceano; esse però devono superare le catene montuose e, scendendo sull’India per poter giungere alla meta, perdono gran parte del loro già basso contenuto di umidità per compressione adiabatica, diventando così di estrema secchezza e dando vita alla stagione arida.

In tempi recenti, questo ciclo stagionale è stato parzialmente condizionato dai mutamenti climatici manifestatisi su larga scala; in alcune circostanze il monsone estivo è quasi completamente mancato portando a disastrose siccità e carestie; in altre è stato fin troppo intenso ed associato alla genesi di tempeste tropicali con piogge di inusitata violenza e danni incalcolabili. Più regolare si è dimostrato il monsone secco invernale.

Di seguito proponiamo alcune particolarità climatologiche di qualche località rappresentativa del territorio:

New Delhi (zona interna prossima ai rilievi) 211 metri slm
Temperature massime medie: si va dai 21.1°C circa di dicembre ai 39.6°C circa di maggio, (escursione annua elevata tipicamente continentale).
Temperature minine medie: si va dai 7.3°C circa di gennaio, ai 28.3°C di giugno (idem come per le temperature massime).
I valori minimi assoluti possono scendere, occasionalmente, sotto lo 0°C (record storico -0.6°C), mentre durante le più intense ondate di caldo si superano talvolta i 45°C (record 47.2°C).
Precipitazione media annua: 797.3 mm, con massimi in agosto (259 mm in 11 gg) e luglio (232 mm in 10 gg); mesi più secchi novembre (5.0 mm, in 1 gg); aprile (6.7 mm, in 1 gg); dicembre (7.8 mm in 2 gg). L'attività temporalesca è molto elevata e particolarmente intensa durante il periodo luglio-settembre all’apice del monsone estivo.

Bombay (costa occidentale) 11metri slm
Temperature massime medie: si va dai 28.1°C circa di gennaio ai 33.3°C circa di maggio, (escursione annua bassa tipicamente marittima).
Temperature minine medie: si va dai 18.3°C circa di gennaio, ai 27.3°C di giugno (idem come per le temperature massime).
I valori minimi assoluti possono scendere, occasionalmente, sotto gli 8°C (record storico 7.4°C), mentre durante le più intense ondate di caldo si superano talvolta i 40°C (record 40.6°C).
Precipitazione media annua: 2093.3 mm, con massimi in luglio (680 mm in 24 gg) e giugno (580 mm in 17 gg); mesi più secchi dicembre (0.0 mm, in 0 gg); gennaio (0.0mm, in 0 gg); febbraio (0.0 mm in 0 gg). L'attività temporalesca è molto elevata e particolarmente intensa durante il periodo giugno-settembre all’apice del monsone estivo, con piogge a volte di inusitata violenza.

Chennay (costa orientale) 10 metri slm
Temperature massime medie: si va dai 28.1°C circa di dicembre ai 36.6°C circa di giugno, (escursione annua bassa tipicamente marittima).
Temperature minine medie: si va dai 20.6°C circa di gennaio, ai 27.6°C di maggio (idem come per le temperature massime).
I valori minimi assoluti possono scendere, raramente, sotto i 15°C (record storico 13.9°C), mentre durante le più intense ondate di caldo si superano non di rado i 40°C (record 45.0°C).
Precipitazione media annua: 1266.2 mm, con massimi in novembre (350 mm in 10 gg) e ottobre (283 mm in 10 gg); mesi più secchi marzo (3.0 mm, in 1 gg); febbraio (3.7 mm, in 1 gg); aprile (13.6 mm in 1 gg). L'attività temporalesca è molto elevata ed assai intensa durante il periodo agosto-dicembre all’apice del monsone estivo-autunnale (sulla costa orientale il ciclo monsonico è leggermente ritardato).

Bikaner (zona continentale a ridosso del Pakistan) 224 metri slm
Temperature massime medie: si va dai 23.1°C circa di gennaio ai 41.0°C circa di maggio, (escursione annua di eccezionale consistenza, ad impronta estremamente continentale).
Temperature minine medie: si va dai 5.2°C circa di gennaio, ai 27.9°C di giugno (idem come per le temperature massime).
I valori minimi assoluti possono scendere, a volte, anche sotto lo 0°C (record storico -4.0°C), mentre durante le più intense ondate di caldo si sfiorano sovente i 50°C (record 49.4°C), con escursioni termiche assolute annue davvero notevoli.
Precipitazione media annua: 321.2 mm, con massimi in luglio (105 mm in 7 gg) e agosto (70 mm in 6 gg); mesi più secchi dicembre (1.0 mm, in 1 gg); novembre (3.0 mm, in 1 gg); ottobre (4.8 mm in 2 gg). L'attività temporalesca è presente ad a volte intensa durante il periodo giiugno-settembre all’apice del monsone estivo.

Cosa mettere in valigia
Sono suggeriti abiti coerenti con il tipo di clima, che a parte le aree montuose e pedemontane non presenta periodi freddi di particolare rilievo. In genere pantaloni leggeri di cotone abiti chiari e poco ingombranti. Pullover di lana e scarpe robuste si consigliano solo per chi si reca nelle zone più a nord, mentre sandali, magliette e camicie di cotone sono idonei per le altre mete.

Una farmacia da viaggio è indispensabile con almeno antipiretici, antibiotici, disinfettanti intestinali e amuchina per disinfettare l'acqua. Non deve mancare un buon repellente per gli insetti e soprattutto non dimenticate impermeabili e k-way nei periodi di maggiore piovosità, vale a dire tra maggio e settembre. Attenzione particolare va attribuita alla tipologia di precipitazioni che possiamo incontrare: se per le nostre zone 100 mm in 5 ore possono significare alluvione, per quelle zone sono quisquilie, e non è raro avere giornate da 200-300 mm di pioggia in poche ore, regimi ai quali non siamo avvezzi e che possono comportare serio pericolo per la nostra incolumità.
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