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Trevi nel Lazio: le cascate e cosa vedere nel borgo storico dell'alta valle del fiume Aniene

Trevi nel Lazio, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Trevi nel Lazio dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

L'alta valle del fiume Aniene sembra farsi carico, con le sue splendide cascate di Trevi, di "bagnare" di aulica bellezza un'intera regione, il Lazio, permeata da una varietà geologica di notevole appeal turistico. Qui, incastonata fra i monti Simbruini e gli Ernici, in una vallata dominata dai monti Cantari, si pavoneggia Trevi nel Lazio, località di 1.800 abitanti in provincia di Frosinone (prima del decreto fascista del 1927 faceva parte della provincia di Roma) la cui storia ancora parla di sé nell'odierno.

Storia

Furono gli Equi il primo popolo a occupare questi territori prima che subentrassero i Romani, artefici di un notevole sviluppo nel campo dell'allevamento e fautori di un primigenio incremento urbano, tradotto con la nascita ufficiale di Treba Augusta. Le incursioni barbariche prolungarono il periodo florido nell'area, al termine del quale si verificò una traslazione spaziale della popolazione verso la valle.

La "neonata" Trevi, allora molto ambita da molte famiglie nobili e diocesi, venne assimilata dai domini dei Conti di Segni e poi da quelli dei Caetani. Divenuto feudo sublacense, il borgo approdò al ‘700 sotto l'egida pontificia, che ne garantì una sostanziale incolumità soprattutto nel corso dell'occupazione francese e, successivamente, dell'unificazione nazionale. Non fu, invece, indenne, alle ripercussioni naziste durante la seconda guerra mondiale, tanto che esso subì un violento rastrellamento operato dalle truppe tedesche, un trauma che lo trascinò nei primi anni post conflitto depauperato di risorse, causa di un decremento demografico.

Cosa vedere a Trevi nel Lazio

Ma come si presenta oggi Trevi nel Lazio? Ebbene, essa si compone di un trittico zonale che conta una porzione antica ubicata sul colle La Civita, una parte cinquecentesca soprannominata "in mezzo alla terra"e una terza più moderna. Nel complesso è l'impronta romana a risultare maggiormente evidente, rievocata dalla perimetrale cinta muraria inglobata, comunque, da quella medievale adornata da torri a base quadrata e circolare.

Il centro storico si fregia di costruzioni seicentesche e settecentesche che culminano nella Porta Napoletana, attraversata da una strada, la via Maior, unente la rocca con la città romana. Alzando gli occhi al cielo, si scorge prima l'imponente castello Caetani, posto su una sommità a osservare l'abitato. Eretto intorno all'anno 1000, ha necessitato di un lungo restauro terminato nel 1984.

L'impianto religioso, fin qui mai menzionato, desta l'attenzione per il suo nugolo di chiese da considerarsi strutturalmente di alto livello: la Collegiata di Santa Maria annovera due piani, tre navate e una torre campanaria gotico-rinascimentale, tuttavia è il suo interno a solleticare il gusto artistico, custode di un ricco abside barocco, complementi lignei di vario tipo e un grandioso organo seicentesco attribuito al Bonifazi, che lo realizzò presumibilmente fra il 1633 e il 1634.

Della Cattedrale di San Teodoro non vi sono, purtroppo, che testimonianze archeologiche e l'aneddoto che la vede sede di sosta provvisoria di papa Bonifacio VIII; l'Oratorio di San Pietro Eremita, restaurato nel 1971, si ricorda per la sua chiesa che vanta all'interno lo stupefacente gruppo marmoreo in stile berniniano-michelangiolesco, rappresentante la scena di morte del santo, vegliato nei suoi ultimi respiri da un angelo pronto a indicargli la via celeste.

Le cappelle della Madonna del Riposo e di San Sebastiano riflettono il gusto rinascimentale per l'arte sacra; il Monastero femminile benedettino, infine, è divenuto famoso per aver dato rifugio nel ‘500 a San Benedetto.

Le Cascate

Una classica escursione è quella che conduce alle cascate omonime, anche conosciute con il nome di cascata di Comunacque, dato che si forma alla confluenza del fiume Simbrivio con il fiume Aniene. Per raggiungere il sito percorrere la provinciale 193 in direzione ovest per circa 6,5 km, potete parcheggiare vicino al ristorante.

Eventi, sagre e manifestazioni

Tradizione e folclore a Trevi nel Lazio si fondono al credo locale, confluendo nella festa patronale dedicata a San Pietro Eremita, una tre giorni di celebrazioni che implica una processione dalla collegiata di Santa Maria Assunta lungo le vie cittadine occupate dal mercato, un pellegrinaggio da Rocca di Botte (dove si dice nacque il santo) e una conclusiva fiera di merci e bestiame che prelude all'arrivo - fra musica e manifestazioni di giubilo - della "Signora", un fantoccio di carta destinato alle fiamme.

Non si tralasci l'aspetto gastronomico del luogo. Il turista è un buon intenditore dal palato fino? Non può dunque sottrarsi alla degustazione lenta e riflessiva di una cucina che trae notevoli risorse dall'industria casearia. Il territorio nutre adeguatamente esemplari d'allevamento da cui si evincono latticini di prima scelta, su tutti ricottine e mozzarelle, proposte nei vari ristoranti e trattorie della zona.

Durante l'Avvento infine, Trevi nel Lazio assomiglia ancor di più ad un presepe grazie a suoi mercatini di Natale, che bene s'addicono alla posizione spettacolare di questo borgo montano.
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