Passoscuro (Lazio): spiaggia e mare della Dolce Vita
Passoscuro, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Passoscuro dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Il nome ricorda una delle misteriose terre presenti nella saga letteraria de "Il Signore degli Anelli" di Tolkien, ma il suo alone fantasy finisce qui preferendo la pragmatica attrazione turistica. Passoscuro è una creatura urbana del Novecento, frazione del comune di Fiumicino che affaccia sul litorale laziale non disdegnando il blasone cagionato dalla vicinanza alla Capitale d’Italia, la storica Roma.
Rimaniamo tuttavia specifici di Passoscuro, che mosse i primi passi negli anni ’20 con un’incipienza d’abitanti permeata dall’attitudine alla pesca. Un sensibile impulso di sviluppo si ebbe solo successivamente alla Seconda Guerra Mondiale, negli anni che precedettero il boom economico italiano, ma la frazione restava ancorata alla propria natura di villaggio di pescatori, popolato da un massimo di 200 famiglie dedite a un’umile quotidianità fatta di sopravvivenza, caccia e raccolta nell’ambito di un’architettura cosiddetta “di emergenza” (esisteva al tempo solo un debole agglomerato fatiscente di baracche e capanne realizzate alla bene e meglio, sintomo di una propensione all’abusivismo destinato però ad affievolirsi fino a scomparire a beneficio di una ben più ampia e articolata organicità costruttiva).
Il candore della spiaggia di Passoscuro ha indotto il maestro Federico Fellini a girarvi la scena finale del suo capolavoro "La dolce vita", scena in cui il protagonista insieme al suo gruppo avvista il mostro marino (una manta in realtà) spiaggiato ed esanime, e successivamente la bella ragazzetta umbra conosciuta giorni prima.
Storia
Storica è l’area in cui la località si trova, coinvolta nell’opus reticolarum dei Conquistatori S.P.Q.R. e poi compresa nella concezione medievale legata ai sistemi di difesa costieri dei quali fa parte la Torre di Palidoro, un bastione a pianta quadrata dall’altezza piuttosto ragguardevole, ca. 20 metri, protagonista dell’epopea avvinta dalle incursioni dei pirati saraceni provenienti dal mare. Nei pressi della torre si consumò il dramma di Salvo d’Acquisto, il carabiniere giustiziato dai nazisti nel 1943.Rimaniamo tuttavia specifici di Passoscuro, che mosse i primi passi negli anni ’20 con un’incipienza d’abitanti permeata dall’attitudine alla pesca. Un sensibile impulso di sviluppo si ebbe solo successivamente alla Seconda Guerra Mondiale, negli anni che precedettero il boom economico italiano, ma la frazione restava ancorata alla propria natura di villaggio di pescatori, popolato da un massimo di 200 famiglie dedite a un’umile quotidianità fatta di sopravvivenza, caccia e raccolta nell’ambito di un’architettura cosiddetta “di emergenza” (esisteva al tempo solo un debole agglomerato fatiscente di baracche e capanne realizzate alla bene e meglio, sintomo di una propensione all’abusivismo destinato però ad affievolirsi fino a scomparire a beneficio di una ben più ampia e articolata organicità costruttiva).
La spiaggia di Passoscuro
Ciò ha generato un centro alquanto atipico, condizionato dalla sregolatezza e dal disordine, piuttosto da una miscellanea di prototipi edili che distanzia tutt’oggi Passoscuro dalle usuali località balneari: troviamo file di case piccole per non dire minute, discrete nella loro mole, protese fino alla spiaggia sabbiosa orfana del lungomare che tutti ci aspetteremmo ma contornata da un’unica estesa duna come non se ne vedono molte in giro. Proprio questo tipo di duna costiera garantisce inviolabilità all’arenile, la cui frequentazione turistica si è intensificata nell’ultimo decennio assicurandosi una continuità nel tempo grazie al sorgere di molteplici strutture ricettive, in particolare campeggi, hotel e ristoranti., al punto di rendere Passoscuro una località di mare del Lazio molto amata dagli stessi romani.Il candore della spiaggia di Passoscuro ha indotto il maestro Federico Fellini a girarvi la scena finale del suo capolavoro "La dolce vita", scena in cui il protagonista insieme al suo gruppo avvista il mostro marino (una manta in realtà) spiaggiato ed esanime, e successivamente la bella ragazzetta umbra conosciuta giorni prima.