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Seui (Sardegna): visita al borgo medievale sul Gennargentu

Seui, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Seui dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

Seui è uno degli intriganti paesi della Barbagia sarda, comune di ca. 1300 abitanti che alle pendici del Gennargentu mostra i suoi colori e il suo manto naturale in cui si coglie l’essenza mediterranea di un’isola, la Sardegna, veramente da scoprire.

In particolare, Seui vuole svelarsi al visitatore nella sua sconvolgente bellezza, partendo da un hinterland imperlato di superfici verdeggianti facilmente fruibili a bordo del mitico Trenino Verde, sul quale ogni itinerario, docile o impervio che sia, viene addomesticato e interpretato dall’approccio a un escursionismo radicato da un’archeologia industriale riconoscibile anzitutto nella ferrovia isolana, fra le poche rimaste a scartamento ridotto, rarità assoluta da gustare, specialmente per gli appassionati.

Fra le oasi visitabili emerge la foresta di Montarbu, estesa per 2.765 ettari internamente al Parco Naturale del Gennargentu, area biodiversificata, ergo di marcabile interesse ambientale. Vi trovano posto il Museo floro-faunistico e un complesso d’accoglienza costituito da bungalow, ristorante al coperto e campeggi organizzati, il tutto per un’esperienza di soggiorno indimenticabile.

Il Museo dell'Arte e della Civiltà contadina

Seui ha visto nel progresso una semplice possibilità di acuire la propria tradizione agricola mirata alla sussistenza, alla pastorizia e alla viticoltura, rilanciando la vocazione pastorale con la quale ha in sostanza visto la luce al tempo delle origini, più specificamente intorno al XIV secolo. Il suo viatico storico si riassume in un’eredità antica raccolta nel Museo dell’Arte e della Civiltà contadina, anche conosciuto come Percorso museale sehuiense, promosso e patrocinato dal Comune affinché venisse istituito come itinerario socio-didattico inscritto nella Palazzina Liberty costruita ai primi del Novecento dal medico Raimondo Loy.

Vi si installano quattro ambienti tematici, ovvero la sezione archeologica (che aiuta a delineare la presenza antropica nel territorio attraverso l’esposizione di anfore, contenitori e macine), le due sale concernenti la vita del minatore nelle miniere di antracite fino al 1963 con relativo archivio documentaristico, e al primo piano la sezione civica interamente dedicata al paese e ai suoi scorci.

L’itinerario museale prosegue nella casa natale dello scrittore e politico Filiberto Farci, ove sono esposti biblioteca e studio ma anche la cucina con forno a legna, la camera da letto e, ai piani inferiori, tutto quanto riguardante in senso lato la parte etnografica riferibile a Seui, quindi un locale commerciale di fine ‘800 opportunamente allestito, la sezione emigrazione e il crogiuolo di strumenti appartenenti ai mestieranti di un tempo, compresi caratteristici torchi per vinacce e un enorme alambicco.

Ci spostiamo conseguentemente al Carcere spagnolo seicentesco, struttura detentiva disposta su tre livelli, unica nel suo genere in quanto offre un drammatico ritratto della vita del detenuto in trecento anni di attività: visitabili le celle, il cortile per l’ora d’aria e l’area abitativa del carceriere. La parte più artistica dell’intero museo è compresa nella Galleria Civica, ospitata nel Palazzo Comunale, dove trovano collocazione tele, acquerelli, sculture, pitture e pregevoli oli su tela del ‘600 sintetizzati in una pinacoteca notevole per quanto fornita.

Altre cose da vedere a Seui

Fuor del viaggio immersivo nelle tradizioni di Seui s’apre un centro storico imperniato su un’edilizia concepita sulla base della presenza massiccia di case in pietra di scisto, che sfoggiano spesso e volentieri fini balconi in ferro battuto ed elementi decorativi identificativi del borgo, un bel tesoretto soggetto frequentemente a operazioni di restauro conservativo il cui obiettivo è quello di preservare un bagaglio architettonico dal quale Seui non può davvero prescindere.

Certo, la terra oltre i confini della parte residenziale assaporano una libertà che scandaglia dolcemente i suoi araldi più preziosi, il Nuraghe Ardasai, il Nuraghe di Cercessa e altri sapientemente disseminati, eppure proprio all’ombra degli stabili, fra i vicoli e le viuzze, si respira la vera aria della Sardegna più rustica e primordiale abbinata alla colonizzazione paesana. C’è posto anche per la religione, che s’incarna nella Parrocchiale di Santa Maria Maddalena, nella Chiesa di San Giovanni Battista e tal altre chiesette campestri come San Sebastiano, Santa Lucia, San Cristoforo e Madonna del Carmine.

La sagra Su Prugadoriu

Il paese non lesina in feste e manifestazioni del folclore popolare, tra cui si distinguono senza dubbio is fogoronis, cioè i suggestivi falò intorno ai quali tutti si riuniscono per mangiare in compagnia i prodotti tipici della zona, la castangia a orrostu, la patata a buddiu, i ciggiri e fan cun lardu, ma persino pardulas, tratalia (frattaglie animali e lardo cotti allo spiedo), capretto e maiale arrosto. Curiosa la tradizione del Su Prugadoriu, la sagra per la commemorazione dei defunti dall’imprinting marcatamente medievale.

Come arrivare a Seui

Da Cagliari in auto, va percorsa la SS 131 fino allo svincolo sulla SS 128 in direzione Senorbi. Proseguendo per il bivio di Isili, ci si immette poi sulla SS 198 diretta a Seui; il treno percorre la tratta Mandas-Seui; in aereo bisogna giungere all’aeroporto di Cagliari e da lì organizzarsi con le autolinee di trasporto pubblico.
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