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Pushkin (Russia): la visita a Tsarskoe Selo il villaggio degli Zar

Pushkin, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Pushkin dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

La meravigliosa tenuta imperiale di Tsarskoe Selo, letteralmente “Villaggio dello Zar”, è una delle attrattive di maggior richiamo turistico dell’area di San Pietroburgo, all’estremità occidentale della Russia. Il complesso sorge presso l’abitato di Pushkin, che dista appena 25 km dal capoluogo distrettuale, offrendo ai visitatori un’ottima opportunità per una gita in giornata. In realtà Pushkin non è solo lo Tsarskoe Selo, potendo vantare anche altre attrattive interessanti spesso trascurate da chi sceglie di visitarla.

Un motivo in più per scegliere Pushkin è la comodità dei collegamenti che ogni giorno la mettono in comunicazione con San Pietroburgo. Tra le due città, nel 1837, fu inaugurata la prima linea ferroviaria del paese, così da garantire ai reali rapidi spostamenti tra la lussuosa tenuta e l’allora capitale russa. Un secolo dopo, nel 1937, la cittadina fu battezzata col nome attuale in onore del più amato poeta russo di tutti i tempi, quell’Aleksandr Sergeevič Puškin (1799-1837) che proprio in questa località iniziò il proprio percorso di studi approcciando per la prima volta la letteratura. Tutt’ora la cittadinanza va estremamente fiera del proprio legame col grande letterato, la cui storia traspare visitando la scuola e la dacia dove visse all’inizio del XIX secolo.

Il complesso di Tsarskoe Selo consta di numerosi palazzi a sé stanti, molti dei quali armoniosamente inglobati dallo sviluppo urbano della città. Il fiore all’occhiello è il Palazzo di Caterina, costruito durante il regno delle zarine Elisabetta e Caterina la Grande tra il 1744 e il 1796. L’edificio, progettato dall’architetto fiorentino di nascita ma russo di adozione Bartolomeo Rastrelli, è stato intitolato alla madre di Elisabetta, la seconda moglie del celebre zar Pietro il Grande. Come per il Palazzo d’Inverno, anche il Palazzo di Caterina contamina lo stile barocco con elementi neoclassici, ricorrenti soprattutto all’interno, nelle decine e decine di sontuosi saloni da cerimonia.

La maggior parte dell’appariscente facciata e una ventina delle sale interne sono state riportate ai fasti del passato grazie ad un minuzioso restauro, i cui effetti sono particolarmente evidenti osservando le foto che testimoniano lo stato del complesso in seguito alle devastazioni perpetrate dai nazisti durante la seconda guerra mondiale. Le visite individuali si svolgono tutti i giorni, tranne il martedì, dalle 12.00 alle 14.00 e dalle 16.00 alle 17.00, ma per non rischiare di rimanere fuori è consigliabile mettersi in coda molto prima. Superato l’ingresso, tutti i visitatori vengono divisi in gruppi ciascuno dei quali accompagnato da una guida, in quanto non è possibile visitare il palazzo autonomamente.

La prima tappa è il bianco Scalone di Gala del 1860, nei pressi del quale si trovano 3 delle stanze restaurate: la cosiddetta Sala Grande, non per niente la più grande di tutto il palazzo, la Sala da Pranzo dei Nobiluomini e l’Anticamera, all’interno della quale sono conservate preziose stufe olandesi rivestite di maiolica bianca e blu. Successivamente, procedendo dall’altro lato dello scalone, si incontrano la Sala da Pranzo di Gala, la Sala delle Lesene Verdi, la Sala delle Lesene Cremisi e la Galleria dei Dipinti, prima di accedere alla sala di ricevimento di Alessandro I dove sono custoditi i ritratti degli illustri predecessori dello zar.

Tra gli ambienti più suggestivi del Palazzo di Caterina c’è la splendida Sala d’Ambra, una cornucopia rivestita da pannelli di ambra purissima, legno dorato, specchi e decorazioni a mosaico in agata e diaspro figlia del genio di Rastrelli. Un’altra mano è quella che ha disegnato gran parte dell’estremità settentrionale del palazzo, dove emerge lo stile classicheggiante dell’architetto scozzese Charles Cameron. In quest’ala ci sono l’elegante Sala da Pranzo Verde, il Salotto Azzurro, il Salotto Cinese Azzurro e l’Anticamera del Coro, adornata da sete settecentesche di inestimabile valore. Infine, al termine del percorso di visita, si passa in rassegna la cosiddetta Ala Zubov, la parte meridionale del palazzo, presso la quale vengono saltuariamente allestite mostre temporanee.

Tutt’intorno al palazzo si estende l’omonimo Parco di Caterina, il cui accesso principale è situato in Sadovaya ulitsa, accanto alla cappella del palazzo. Il giardino, sviluppato intorno al Grande Lago artificiale, è punteggiato da edifici interessanti dal punto di vista architettonico, nonché da curiose installazioni e alcuni padiglioni. Tra le cose da vedere c’è la Galleria di Cameron, sede di mostre temporanee, collegata al palazzo principale da una rampa progettata dallo stesso Cameron per consentire alla zarina, al tempo non più giovane, di raggiungere il parco nella maniera più agevole possibile, oltre al Padiglione della Grotta, il Bagno Turco, il Ponte di Marmo, il Padiglione Cinese e la Sala da Concerti, situata su un isolotto animato da spettacoli musicali tutti i sabati alle 17.00.

Non lontano dal Parco di Caterina, un altro parco, il Parco di Alessandro, custodisce l’omonimo Palazzo di Alessandro, costruito dall’architetto lombardo Giacomo Quarenghi tra il 1792 e il 1796 in stile classico. L’edificio fu commissionato nell’ottica di ospitare il futuro di Alessandro I, sebbene ad abitarlo sia stato soprattutto Nicola II, ultimo zar di Russia, che lo elesse come propria residenza per buona parte del suo regno. Purtroppo solo tre sale sono aperte, gratuitamente, al pubblico, che comunque potrà farsi un’idea dell’ultra-sfarzoso stile di vita condotto dai sovrani di Russia.

Trovandosi vicino al mare Pushkin è caratterizzata da un clima soggetto a repentini cambiamenti, tendenzialmente variabile, umido e ventoso. D’inverno la temperatura è spesso qualche grado sotto lo zero, con media pari a -4°C in dicembre, -7°C in gennaio e febbraio, -3°C in marzo, mentre d’estate, tra giugno e agosto, le massime superano quasi sempre i 20°C e le minime scendono intorno ai 10°C. La neve imbianca i tetti e le strade per tre-quattro mesi l’anno, cominciando a sciogliersi in maniera permanente solo a partire dalla seconda metà di aprile. Un altro fattore da tenere in considerazione è la durata delle ore di luce, con le lunghe giornate primaverili e estive che si alternano alle interminabili nottate invernali.

La vicinanza a San Pietroburgo, raggiungibile in aereo dall’Italia ma anche collegata alle maggiori città del Baltico, consente a decine di migliaia di turisti di visitare Pushkin ogni anno. Le alternative svariano dall’autobus, in partenza dall’uscita della stazione Moskovskaya della metropolitana, al treno suburbano, che effettua diverse corse giornaliere dalla Vitebsky vokzal di San Pietroburgo. Una volta alla stazione di Detskoe Selo, raggiungibile in circa 30 minuti di viaggio, il complesso di Tsarskoe Selo dista appena 500 metri, da coprire a piedi o in alternativa salendo su uno dei tanti marshrutky che affollano la zona.
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 Pubblicato da - 17 Giugno 2016 - © Riproduzione vietata

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