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L'Albero Futurista di Leonardo, al Museo Ideale Leonardo Da Vinci

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Storia e arte, cultura e spettacolo. Inizia intorno all’albero sonoro e figurativo dell’artificio l’happening natalizio “L’albero futurista di Leonardo”, l’evento che propone, in forma filologica e spettacolare, nuove interpretazioni su Leonardo (1452-1519) e la Gioconda e le sorprendenti relazioni con il Futurismo (nel centenario del primo Manifesto, pubblicato a Parigi nel 1909). Una kermesse a cui prenderanno parte numerosi artisti, poeti, attori e studiosi, con “pensieri attivi” (parole, oggetti e immagini inedite appositamente realizzate).

Si susseguiranno le letture dell’attore Lorenzo degl’Innocenti (da Leonardo a Papini, da Marinetti a Soffici e Palazzeschi); le incursioni nelle riedizioni futuriste di Luciano Caruso, negli studi musicali di Daniele Lombardi e in quelli foto-filmici di Andrea Granchi; un confronto sulle recenti pubblicazioni (per le edizioni Polistampa) di Renzo Manetti (“Il velo della Gioconda”) e Josephine Rogers Mariotti (“La Gioconda del Magnifico Giuliano”)...

Saranno presentate nuove acquisizioni del Museo fino al contemporaneo (da Franco Fossi, “Il DNA visivo della Gioconda”, a Claudio Cinelli, “ManoLisa”); e inoltre l’acrostico su Leonardo di Edoardo Sanguineti, uno dei più importanti poeti viventi, scritto per il Museo Ideale e inciso in una grande targa di marmo dall’artista Marco Nereo Rotelli. Un riferimento alla Gioconda nella filatelia sarà l’occasione per ricordare Giovanni Micheli, studioso di storia locale e di arte contemporanea, grande esperto di enigmistica e storia postale. Il tutto sarà filtrato attraverso un “SOS Leonardo”, in tempi di eccessi mediatici e mercificazioni, fraintesi e ipotesi assurde.

L’iniziativa, che inaugura le attività degli “Amici di Leonardo e del Museo Ideale”, viene presentata nell’ambito della mostra “Joconde. Da Monna Lisa alla Gioconda nuda” (prorogata fino al 6 gennaio 2010), che espone una selezione del “Mundaneum Gioconde” (tutte le Gioconde dal Cinquecento a oggi) dell’Archivio Leonardismi (da 40 anni la raccolta internazionale degli echi e derivazioni, usi e abusi di Leonardo), oltre a “Gioconde nude” originali (un tempo attribuite a Leonardo stesso, oggi alla sua Bottega o Scuola, ma in attesa di essere esaminate scientificamente per la prima volta, senza escludere possibili sorprese).

L’ideazione e il coordinamento storico-artistico sono di Agnese Sabato (presidente dell’Associazione Internazionale Leonardo Da Vinci) e di Alessandro Vezzosi, direttore del Museo Ideale. Presidente onorario della Consulta, Carlo Pedretti. “L’albero futurista di Leonardo” è un evento realizzato in collaborazione con ArtFloor di Tamara Pasquinucci.
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I Futuristi: amore per Leonardo, nausea per la Gioconda

“Nel Cinquecento mi chiamavo Leonardo…”, così FuturBalla (Giacomo Balla, 1871-1958) scrive nella sua autobiografia fantastica. I Futuristi vedevano in Leonardo il loro genio precursore e detestavano la “Gioconda” come emblema cimiteriale. Proprio un secolo fa, nel Manifesto del Futurismo, Marinetti esclama: “Che una volta all'anno sia deposto un omaggio di fiori davanti alla Gioconda, ve lo concedo... Ma non ammetto che si conducano quotidianamente a passeggio per i musei le nostre tristezze, il nostro fragile coraggio, la nostra morbosa inquietudine. Perché volersi avvelenare? Perché volere imputridire?”.

Invece, lo stesso Marinetti, in Una sensibilità italiana nata in Egitto, proclama: "Un coraggio temerario italiano che raggiunge l'apice poetico in mezzo ai pericoli del genio novatore tipicamente futurista di Leonardo da Vinci - Umberto Boccioni - Antonio Sant' Elia - Marinetti realizza una meravigliosa poesia capace di sintetizzare simultaneamente l'universo...". Non sorprende quindi che Ardengo Soffici, in Giornale di bordo, esprima l'insofferenza verso la popolarità del dipinto recuperato dopo il furto del 1911: “Vedo scritto sur un muro a grandi lettere bianche su sfondo blu: Gioconda Acqua Purgativa Italiana. E poi giù la faccia melensa di Monna Lisa. Finalmente! Ecco che si comincia anche da noi a far della buona critica artistica”.

Mentre nel 1914, nella rivista futurista «La Voce», il famoso storico d’arte Roberto Longhi stronca Leonardo, “accecato dallo psicologismo”, e la Gioconda, definita una “pallida pagnottella”, preferendole un’altra Lisa nel ritratto del pittore impressionista Auguste Renoir. L’excursus futurista viene preceduto da Papini con il “suo Leonardo” (1903) e si conclude con la Commemorazione del Futurismo (1927) da parte di Ungaretti, che apre altre discussioni e interrogativi: “È mancato forse al Futurismo un uomo, un Leonardo, il quale non ignorando nulla della scienza e dell'arte del suo tempo, fosse in grado di avviare l'arte, di pari passo, su una strada parallela a quella dov'è in viaggio la scienza. Gli è sfuggito quindi, e totalmente, il carattere di magia dell'arte...”.
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