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I murales pił belli di Bologna: tour tra la street art

Cosa significa fare street art in Italia? Per capirlo, occorre recarsi (anche) a Bologna. Una breve passeggiata in centro è sufficiente per notare la moltitudine di murales, graffiti e tags che animano le sue strade - eseguiti con varie tecniche e su vari supporti - e scoprire così il solido legame che il capoluogo emiliano intrattiene con questa forma d’arte pubblica.
Se siete a caccia di street art a Bologna sappiate che la troverete un po’ ovunque, sia nel pieno centro storico che in periferia. Partiamo allora per il nostro tour alla volta delle 10 opere da non perdere in città.

1. Via Zamboni 38 - Gutiérrez

Quando si parla di street art è impossibile non menzionare la caotica, vibrante e colorata via Zamboni. Il quartiere universitario di Bologna pullula di esempi in questo senso, in particolare su Piazza Verdi e lungo la strada stessa. Il murale più antico, per così dire, è quello realizzato nel 1988 da Luís Gutiérrez al civico 38 di via Zamboni.
Sotto le arcate del portico, l’artista colombiano ha dipinto il suo personale e coloratissimo racconto dei “500 Anni dalla Conquista dell'America”, un’opera ispirata alle tematiche della pacifica convivenza fra i popoli in cui si riconoscono le figure di Che Guevara, Emiliano Zapata e Fidel Castro.

2. Piazza Azzarita - Levalet


Charles Leval, in arte Levalet, ha regalato alla città di Bologna l’opera The Hunt (2015), in occasione di Cheap - Street Poster Art Festival. Con queste 30 figure dipinte a mano su carta e incollate sulla parete gialla di un piccolo edificio di servizio, Levalet ci mostra una particolare scena di caccia, in cui alcuni ninja tentano goffamente di braccare un rinoceronte. Anche in quest’opera si evidenziano i temi che ispirano maggiormente l’artista francese, come il cinema muto e la necessità di fuga dalla quotidianità attraverso la creazione di un mondo immaginario.

3 Largo Caduti del Lavoro - Lokiss & Rae Martini


2014, Largo Caduti del Lavoro. In occasione del progetto Frontier - la linea dello stile, i due edifici speculari che fungono da ingresso al quartiere della Manifattura delle Arti (uno dei due è sede della Centrale Idroelettrica del Cavaticcio) sono stati ricoperti dall’esplosione di colori e dalle linee di Lokiss & Rae Martini. I due street artist - l’uno francese e l’altro italiano - sono due figure molto conosciute nell’ambito del writing europeo, e con questo lavoro hanno donato la vivacità necessaria a uno dei poli culturali più importanti di Bologna.

4 Via Pier de’ Crescenzi - Hitnes + Cuoghi Corsello


Spostiamoci ora verso le periferie, un luogo molto fertile per la street art bolognese. Qui gli artisti hanno trovato superfici più ampie per le loro opere, che di conseguenza sono spesso ben visibili e di grande impatto. Ne sono un esempio i grandi murales di Hitnes e Cuoghi Corsello nel quartiere Porto, rispettivamente in via Pier de’ Crescenzi 24 e 30, che nel 2012 hanno lavorato quasi gomito a gomito per dipingere la parete laterale di due condomini nell’ambito della manifestazione Frontier.
Il risultato è, da un lato, l’insieme di mandrilli e la cascata di topi bianchi del romano Hitnes, che da sempre indaga con le sue opere il mondo della fauna, e dall’altro le forme iconiche e stilizzate in bianco e nero del duo Cuoghi e Corsello, in attività a Bologna dal 1986.

5 Via dello Scalo - Andreco


Rimaniamo in zona per osservare l’opera di Andreco, realizzata anch’essa per Frontier 2012. Siamo in via dello Scalo 32, e l’albero bianco su sfondo rosso che vediamo di fronte a noi è The philosophical tree, ispirato all’albero filosofico degli alchimisti, che fra un uovo (simbolo del mondo organico) e un cristallo (simbolo del mondo inorganico) innalza i suoi rami verso il cielo. Da sapere: sensibile alle tematiche ambientali, per dipingere quest’opera l’artista ha utilizzato una vernice particolare chiamata fotocatalitica, che contribuisce a diminuire i livelli di monossido d’azoto nell’aria.

6 Via Marco Polo - Deco + Rusty


Due opere di street art e writing, a stretto contatto l’una con l’altra. In via Marco Polo 21 troviamo due file parallele di caseggiati, le cui facciate laterali non aspettavano altro che essere decorate da Rusty e Dado. Posizionandosi esattamente di fronte alle due superfici laterali, a sinistra vediamo il “tessuto” in stile Burberry di Rusty, attivo a Bologna dal 1988, su cui campeggia un fatcap (il tappo della bomboletta a larga uscita di spruzzo) e un labirinto di linee azzurre che formano il suo nome; a destra invece la raffigurazione di un uccello variopinto su uno sfondo di alberi fronduti di Deco, artista italiano di origine brasiliana. Entrambi risalgono al 2012.

7 Via del Lavoro - Etnik + Honet + Dado


Questo quartiere di Bologna è stato uno dei più interessati dal progetto Frontier del 2012, dedicato all’arte urbana. Via del Lavoro, in zona San Donato, è davvero una galleria a cielo aperto di opere di street art e writing, che ravvivano questa via trafficata specialmente nelle grigie giornate invernali. Al civico 1 ci imbattiamo subito in un’opera di Dado che mostra un sinuoso intreccio di linee colorate e al contempo un gioco di pieni e vuoti, progettata sulla base del calcolo della sezione aurea. Poco più avanti, in via del Lavoro 3, Etnik propone la sua critica alla realtà urbana attraverso la giustapposizione e scomposizione di forme geometriche che richiamano elementi architettonici non sempre riconoscibili, e le illumina attraverso un mirabile gioco cromatico.
Infine, ecco che sale in aria l’elefante del francese Honet al civico 18, probabilmente ispirato alla serie animata di Babar, sospinto da palloncini colorati in procinto di esplodere. Un’allegoria del potere, e della sua fragilità.

8 Via Tolmino - Bastardilla


Bastardilla è un’artista colombiana giunta in città nel 2014 per dipingere il muro della sede distaccata del Liceo Righi, in via Tolmino 7. La sua opera, apparentemente drammatica, è invece un inno all’apertura e alla libertà delle menti dei bambini, non ancora plasmate dagli schemi del mondo adulto. In un bianco e nero di grande forza visiva vediamo infatti un gruppo di bambini, stretti in un abbraccio mentre le fiamme si innalzano dalle loro teste.

9 Ponte di via Stalingrado - artisti vari


Nel nostro itinerario nella street art bolognese non può mancare un giro sul Ponte di via Stalingrado, una lunga strada di collegamento fra il centro storico e il quartiere della fiera. Quello che fino a qualche anno fa era un anonimo ponte nello scenario urbano, nel 2016 è stato utilizzato come tela a cielo aperto per realizzare una serie di opere di writing e street art che si susseguono senza soluzione di continuità da una parte e dall’altra del ponte. Circa 60 artisti di varia nazionalità hanno lavorato alla decorazione dei muri, compreso l’autore del murales di via Zamboni di cui via abbiamo parlato in precedenza, Gutiérrez, e alcuni studenti dell’Accademia di Belle Arti bolognese.

10 Centro Civico Corticella - artisti vari


Concludiamo il tour con un progetto ancora più recente e davvero molto interessante. Per scoprirlo occorre raggiungere il quartiere Corticella, precisamente via Gorki 6-16, dove sin dagli anni ‘70 è presente un centro civico polivalente, ispirato ai principi della partecipazione e dell’abbattimento delle barriere. Al suo interno si trovano tutt’ora varie strutture pubbliche, come una scuola, un poliambulatorio, una biblioteca e molto altro.
Grazie all’associazione Serendippo, nel 2017 le mura del centro civico sono state dipinte da artisti provenienti da tutta Europa (DEM, Diamond, Guerriglia Spam, Hopnn, Krayon, LAH e molti altri), dando vita così a un nuovo polo artistico cittadino tutto da esplorare.

Per visualizzare i murales citati sulla mappa (e molti altri ancora), consultate il sito ufficiale realizzato dal Comune di Bologna (ed utilizzato anche per le foto di questo articolo):
www.flashgiovani.it/node/139
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