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Itinerario sulla Strada degli Scrittori siciliani

In Sicilia cultura e letteratura fanno rima con piacere, scoperta, prelibatezze enogastronomiche ed emozioni, soprattutto quelle che vengono evocate quando si viaggia, senza fretta, lungo un nastro d’asfalto rovente che fotografa istantanee fiabesche di mirabile bellezza. Ciò succede un po’ perché nell’antica Trinacria tutto si connota di un fascino unico, un po’ perché in questo triangolo di territorio ubicato nell’estremo sud dell’Italia si trovano i paesi e i borghi che hanno dato i natali a quelli che possono essere annoverati tra i maggiori esponenti della più alta letteratura del Novecento.

Dal 2016, infatti, la Strada Statale 640, il saliscendi assolato che ha sempre collegato la costa agrigentina all’entroterra, è diventata, con il nome di Strada degli Scrittori, il filo conduttore di un itinerario culturale che ha l’obiettivo di celebrare l’importanza che questo braccio di territorio siciliano riveste nel definire l’identità culturale dell’intera isola.

Prepariamoci, dunque, a partire per un viaggio alla scoperta dei luoghi in cui hanno vissuto i personaggi usciti dalle magistrali penne di autori siciliani come Camilleri, Sciascia, Pirandello e non solo, in una cornice paesaggistica meravigliosa, compresa tra la provincia di Agrigento e quella di Caltanissetta, e con l’insostituibile “aiuto” dei prodotti enogastronomici locali, un tripudio di sapori in grado fare impazzire le papille gustative di chiunque.
Pronti? Scarpe comode, occhiali da sole, che qui il sole batte feroce, e qualche libro nello zaino è tutto ciò che vi serve per sopravvivere alla meraviglia che vi aspetta.

Saperi e sapori: i piatti degli scrittori


Si sa che l’arte è sacrificio e gli scrittori non hanno molto tempo da dedicare ai piaceri del palato, ma non possiamo non dire due parole sui piatti che ci toccherà assaggiare durante il nostro viaggio, un mix eterogeneo di sapori decisi e importanti, frutto della grande personalità che questo lembo di terra incastonato nel centro del Mar Mediterraneo possiede da sempre.
Tra cucina agrigentina e piatti tipici della tradizione nissena qui, infatti, c’è da perdere la testa, con i primi piatti gustosissimi, come il Maccu di Fave, la Minestra di San Giuseppe, i Cavatelli al Cartoccio e le Fuate, i secondi, più di pesce quelli giurgintani, più di carne quelli dell’entroterra, ma tutti ugualmente squisiti, così come tutti i prodotti caseari, tra i quali la Ricotta Dura Salata e il Pecorino li troviamo un po’ dappertutto.
Che dire, poi, dei dolci, se non che sono il vero paradiso di ogni goloso che si rispetti? Pasta di mandorle e ricotta sono alla base di capolavori come il Cannolo, la Cassata, il Cciarduni, ma non possiamo sottovalutare neanche i dolci realizzati utilizzando come ingredienti il mosto d’uva o la frutta secca, come i Mostaccioli o i Buccellati, tanto per farvi venire un po’ di acquolina in bocca.

Per i nostri calici e i nostri bicchieri, che vuoti non possono essere lasciati, non abbiamo che l’imbarazzo della scelta: Cerasuolo di Vittoria DOCG, l’unica Denominazione Garantita dell’intera isola, il Vittoria DOC e il Riesi DOC, se vogliamo “restare in zona”, anche se possiamo arrischiarci di tentare qualche assaggio fuori provincia, visto e considerato che l’intera regione può vantare in tutto 23 DOC, 7 IGT e la già citata DOCG. Per "digerire", infine, gli abbondanti “spuntini” che ci aspettano possiamo scegliere tra un bicchierino di Moscato, uno di Marsala, uno di Zibibbo o, per assaggiare qualcosa di particolare e molto caratteristico, uno di Liquore al Finocchietto Selvatico.
Vi abbiamo convinti a partire?

Gli eventi del nostro itinerario

Abbiamo selezionato tra gli eventi della Sicilia quelli che, di norma, incontrerete durante il vostro viaggio:
  • MandorlARA Sagra del Mandorlo a Tavola di Agrigento (febbraio/marzo)
  • Festa di San Giuseppe di Porto Empedocle (marzo)
  • Festa del Mandorlo in Fiore di Agrigento (marzo)
  • Festa di San Gerlando di Agrigento (giugno)
  • Festa della Madonna del Carmine di Porto Empedocle (luglio)
  • Festa di Maria SS del Monte di Racalmuto (luglio)
  • Festa di San Calogero di Agrigento (luglio)
  • Festival delle Scienze nella Valle dei Templi di Agrigento e Favara (agosto)
  • Mercatini di Natale di Agrigento (dicembre/gennaio)

L’itinerario: da Racalmuto ad Agrigento


Bene, è arrivato il momento di partire davvero per ripercorrere le orme di Pirandello, di Sciascia e di Camilleri, tre grandi scrittori che insieme riescono a raccontare un secolo della più alta letteratura nazionale e internazionale.
Scopriremo i luoghi raccontati e vissuti dai tre maestri, tutti compresi in questi 35 lm di territorio che si arrampicano su dolci colline, a volte riarse dal sole cocente, attraversano preziose aree archeologiche, si soffermano su spiagge che affacciano sul “mare aspro africano”, come lo stesso Pirandello amava chiamare quel braccio di mare che divide la Sicilia dall’Africa, incontrano piccoli borghi ricchi di storia e portatori sani di tradizioni straordinarie, risultato delle numerose dominazioni che si sono susseguite nel corso dei secoli e la cui presenza ancora permane ovunque.
Consiglio: viaggiate lentamente e godetevi l’intensità e la potenza dei sapori,dei colori e dei profumi che questo pezzo di Sicilia sa regalare.

“Tutti amiamo il luogo in cui siamo nati, e siamo pronti ad esaltarlo” diceva Leonardo Sciascia che proprio a Racalmuto era nato nel 1921 e, infatti, quello che è considerato uno dei padri dell’Illuminismo italiano Racalmuto l’ha messa in scena, battezzandola Regalpetra, in tutte le sue opere e l’ha consacrata a simbolo della Sicilia, e dell’Italia intera, con quel suo linguaggio lucido, chiaro, onesto e razionale, ma nel contempo pieno d’amore deluso per le contraddizioni da cui l'isola ancor oggi non riesce sempre ad affrancarsi.
Qui ci sono “le miniere dei carusi” , le miniere di salgemma e di zolfo che in passato erano le fondamenta dell'economia locale, descritte ne Le Parrocchie di Regalpetra, il saggio con cui lo scrittore racconta la vita degli abitanti di un borgo siciliano qualsiasi, con tutti i suoi paradossi e le sue immortali meraviglie.

Prima di avventurarci nella visita del suggestivo borgo, però, facciamo colazione alla Pasticceria Mattina, dove potremo trovare i famosi Taralli di Racalmuto, i morbidi biscottini al limone che lo stesso commissario Salvo Montalbano, il personaggio di Andrea Camilleri che incontreremo più tardi, ama mangiare, e tutte le incredibili specialità dolciarie siciliane.
Una volta fatto il pieno di calorie ci incamminiamo lungo il Corso Garibaldi, la via principale del paese, sul quale si trova la statua dedicata a Sciascia che lo ritrae mentre passeggia con le mani in tasca, e ci dirigiamo prima verso il Teatro Regina Margherita, dove lo stesso scrittore si recava per assistere agli spettacoli e alle rappresentazioni, e poi verso la Fondazione Sciascia, che custodisce le i libri, i quadri, le lettere e tutto ciò che lo stesso scrittore ha donato all’Ente; qui si trova l’interessante Pinacoteca dove è possibile ammirare più di duecento ritratti di scrittori realizzati da grandi artisti come Guttuso e Chagall.
Completiamo la nostra passeggiata andando alla ricerca della Parrocchia della Madonna del Carmelo, ex Convento dell’ordine dei Carmelitani, e la Chiesa della Madonna della Rocca, che saluta i nostri passi mentre ci dirigiamo fuori dal centro abitato.
D’obbligo, però, prima di lasciare Racalmuto sono una visita al Castelluccio Svevo dei Chiaramonte, ubicato a qualche chilometro a est rispetto alla cittadina, e, non appena imbocchiamo la nostra Strada Degli Scrittori, una rapida occhiata alla “Noce”, la vecchia casa in pietra dove Sciascia si rifugiava in estate davanti alla sua Olivetti.

Ci vogliono poco più di 20 km in direzione del mare per raggiungere Agrigento, la tanto amata/odiata Girgenti di quello che possiamo considerare a tutti gli effetti di uno dei più importanti drammaturghi/scrittori/poeti dell’Ottocento e del Novecento: Luigi Pirandello. Non c’è sua opera, infatti, che non ne racconti un tratto, non ne accenni un colore o non ne denunci un difetto, a partire dal suo primo romanzo, L’Esclusa, passando per una delle sue più divertenti commedie teatrali scritta in dialetto siciliano, il Berretto a Sonagli, e terminando con il suo capolavoro, Uno, nessuno e centomila, dove Girgenti viene descritta come un piccolo microcosmo che assume significati simbolici e diventa la metafora del mondo di tutti.
Prima di entrare in città non possiamo non fermarci ad ammirare la Valle dei Templi, 1.300 ettari di antica Grecia, il monumentale parco archeologico dove riposano tranquilli, circondati da mandorli in fiore e ulivi secolari, gli immortali resti di Akragas, la prima vera fondazione di Agrigento risalente addirittura al VI a.C.

Verso Porto Empedocle e i luoghi del Commissario Montalbano


Guadagniamo il centro abitato e ci dirigiamo subito alla Casa Natale di Luigi Pirandello, suggestivo abitato rurale del ‘700 in cui lo scrittore visse i suoi primi anni di vita, oggi museo che custodisce libri, fotografie, dediche, onorificenze e oggetti personali del grande scrittore, nonché il pino pluricentenario sotto il quale è sepolta l’urna che conserva le sue ceneri.
Ci dedichiamo poi al centro storico cittadino, che già da solo merita la passeggiata con le sue atmosfere arabeggianti e il dedalo di vicoli che si rincorrono senza sosta, e visitiamo la settecentesca Biblioteca Lucchesiana, che conserva un patrimonio culturale straordinario, con i suoi preziosi 45.000 volumi, tanto da essere citata anche ne Il Fu Mattia Pascal, altro capolavoro dell’autore girgentino.
Facciamo ora una pausa in tutta questa cultura perché le nostre papille gustative si sono stancate di seguirci, nonostante l’abbondante colazione, e portiamole ad assaggiare qualche specialità a La Posata di Federico II, rinomato ristorante che propone i piatti della tradizione locale.

Altri nove chilometri e arriviamo di fronte a quel meraviglioso “mare africano” che tanto fu amato da Pirandello, che qui, nell’area portuale dell’antica Girgenti, aveva passato parte della sua infanzia, mentre il padre, commerciante di zolfo, curava gli affari di famiglia. “Qui” è Porto Empedocle, cittadina di diciottomila anime che rappresenta il legame tra il grande drammaturgo dell’Ottocento protagonista del paragrafo precedente e il più contemporaneo maestro di letteratura poliziesca Andrea Camilleri, il “babbo” di Salvo Montalbano, per intendersi, il commissario scontroso e solitario amato ormai da milioni di lettori e telespettatori. E riferendosi ai luoghi del Commissario Montalbano, Porto Empedocle è anche la Vigata immaginaria in cui si svolgono le intricate vicende poliziesche del burbero poliziotto, così come la Montelusa narrata è l’Agrigento reale.

Delizioso il borgo marinaro, che merita sicuramente una visita fatta con calma, prendendosi il tempo che serve per andare alla scoperta degli angoli più nascosti e dei simboli più conosciuti, come la centralissima via Roma, protagonista dei gialli di Camilleri, tant’è che vi ha trovato sede la statua dedicata al commissario Montalbano, la Torre Carlo V, massiccia e imponente, oggi sede del Museo del Mare, la Salita Granet e il Caffè Vigata, luoghi in cui spesso si svolgono le vicende dei libri, e la Chiesa Madre, il principale luogo di culto cittadino.
La giornata comincia a volgere al termine, il tramonto si avvicina ed è il momento di sfoderare l’asso nella manica che abbiamo gelosamente conservato; dirigiamoci verso la Lido di Marinella, quella manciata di chilometri di sabbia finissima e di mare cristallino che fanno di Porto Empedocle una delle più belle località balneari della Sicilia e del mondo intero, e andiamo ad attendere il tuffo nel mare del sole alla Scala dei Turchi, la candida e imponente parete di falesia “viva” a gradoni lungo la quale si arrampicavano i saraceni durante le loro invasioni.
Non ci resta che terminare il nostro viaggio sedendoci ai tavolini della Trattoria Sapore di Mare, dove potremo celebrare il piacere della giornata assaggiando qualche specialità di pesce e degustando qualche calice degli intendi vini locali, mentre gli occhi si perdono nell’orizzonte che corre verso il continente africano.

Il nostro tour in sintesi

Percorso: Racalmuto - Agrigento - Porto Empedocle.
Lunghezza percorso: 35 km.
Cosa vediamo: Corso Garibaldi, Teatro Regina Margherita, Parrocchia della Madonna del Carmelo, Chiesa della Madonna della Rocca, Castelluccio Svevo dei Chiaravalle (Racalmuto), Centro storico, Biblioteca Lucchesiana (Agrigento), Via Roma, Torre Carlo V, Salita Granet, Caffè Vigata, Chiesa Madre (Porto Empedocle).
Cosa assaggiamo: il Maccu di Fave, la Minestra di San Giuseppe, i Cavatelli al Cartoccio e le Fuate, la Ricotta Dura Salata, il Pecorino, il Cannolo, la Cassata, il Cciarduni, i Mostaccioli, i Buccellati, Cerasuolo di Vittoria DOCG, il Vittoria DOC, il Riesi DOC, Moscato, Marsala, Zibibbo, Liquore al Finocchietto Selvatico.
Ristoranti, Trattorie e Pasticcerie: Pasticceria Mattina (Racalmuto), La Posata di Federico II (Agrigento), Trattoria Sapore di Mare (Porto Empedocle)
Musei e attrazioni: Fondazione Sciascia, Pinacoteca. la “Noce” (Racalmuto) Valle dei Templi, Casa Natale di Pirandello (Agrigento), Museo del Mare, Scala dei Turchi, Lido di Marinella (Porto Empedocle).
Maggiori informazioni: sito ufficiale della Strada degli Scrittori

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 Pubblicato da il 24/02/2021 - - ® Riproduzione vietata

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