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Batu Caves, Malesia: visitare le grotte di Kuala Lumpur

Le grotte di Batu Caves si trovano appena a nord del centro di Kuala Lumpur .Vennero scoperte nel 1878, da allora sono diventate luogo di pellegrinaggio induista. Qui si trova la grande statua del dio Murugan, e si visita la Dark Cave, a pagamento .

Una delle visite più emozionanti durante il nostro viaggio a Kuala Lumpur di ottobre 2014 è stata quella alle Batu Caves, impressionanti grotte calcaree che si aprono in una collina a nord della città, tra le strade ed i palazzi di un sobborgo della capitale malese a 13 km dal centro, già nello Stato di Selangor, ma di fatto ancora nella cintura urbana di Kuala Lumpur.

La loro storia in riferimento all'attività umana è piuttosto recente, in quanto furono scoperte nel 1878 fa dal naturalista William Hornaday, tuttavia non passò molto tempo prima che alcuni induisti ne facessero un proprio santuario, trasformandolo in un importante luogo di pellegrinaggio per gli adepti di questa religione.

La composizione demografica della Malesia, com'è noto, presenta tre principali etnie, rispettivamente quella malay (storicamente autoctona), quella cinese e quella indiana. Ciò determina anche una differenziazione a livello culturale e religioso: se i primi sono divenuti nel corso dei secoli musulmani, i cinesi conservano in gran parte il proprio credo nel confucianesimo, nel buddhismo o nel taoismo, mentre gli indiani sono perlopiù induisti.
È proprio all'interno delle Batu Caves che si trovano alcuni tra i più suggestivi templi di questa religione, frequentati dai fedeli ma anche da migliaia di turisti che giungono qui da ogni parte del mondo per assistere ai riti tradizionali legati alla spiritualità indù.
Ad accogliere le persone è un'enorme statua del dio Murugan – con i suoi 43 metri d'altezza la più grande al mondo di questa divinità – posta ai piedi della lunga scalinata di 272 gradini che conduce all'ingresso della grotta. Le condizioni fisiche o atletiche individuali determinano il grado di difficoltà nel compiere l'impresa della scalata e, considerando la ripidità e le temperature abituali di Kuala Lumpur sotto il sole cocente, potrebbe non essere una cosa così semplice. Basta però prendersi il proprio tempo e magari distrarsi osservando e fotografando la colonia di macachi che si rincorrono sulle scale, tra gli alberi e tra le gambe dei turisti in cerca di cibo per alleggerire lo sforzo. Simpatici e carini, ma anche dispettosi quanto basta: occorre fare attenzione agli oggetti personali e alle cose che penzolano dai vestiti o dallo zaino (il laccio della macchina fotografica, per fare un esempio) perché le scimmie non vedono l'ora di afferrarli e saltare via. Nessuna paura: basta usare il buonsenso e non dare troppa confidenza ai simpatici guardiani delle grotte.

In prossimità del gradino n°204 (non è difficile distinguerlo, poiché sono tutti numerati con scritte di vernice a mano), è possibile intraprendere un piccolo sentiero che porta direttamente alla cosiddetta Dark Cave, visitabile a pagamento con una guida autorizzata.

Rimanendo invece sulla scalinata principale, una volta superato il chiosco dei souvenir posto all'ingresso, si è finalmente dentro alla montagna: se ci si capita all'orario giusto, potrebbe essere la musica o l'incessante suono dei tamburi a guidarvi al primo tempio, dove attorno ad un fuoco si starà probabilmente svolgendo una celebrazione delle divinità.
Ci siamo chiesti per quale motivo fosse consentito l'accesso ai turisti in un contesto così spirituale, e anche il perché non recasse disturbo ai fedeli essere fotografati – a volte anche ossessivamente – dai visitatori. In realtà, ci è stato spiegato che a differenza di altre religioni, per gli induisti è motivo d'orgoglio suscitare tanto interesse e ammirazione. I fotoamatori possono così portare a casa, con un po' di fortuna, ottimi scatti di una situazione tanto affascinante quanto intima.

L'esplorazione della caverna comporta ancora qualche gradino prima di giungere alla seconda “sala” della grotta, che riceve direttamente la luce del giorno dall'alto di un'enorme apertura nella montagna. Qui, tra la vegetazione che cresce rigogliosa nel cuore della montagna, le scimmie ed altri animali che vivono noncuranti dei turisti, si trova un secondo tempio, dentro al quale si scorge la statua di un'altra divinità, Rama.

È stato proprio qui che abbiamo assistito ad una cerimonia davvero coinvolgente, con un suono ritmico ed ossessivo come un mantra, che ha catturato la nostra attenzione e quella dei fedeli in preghiera.
È utile sapere, per quanti volessero vivere completamente un'esperienza profonda ed approfondire la conoscenza della tradizione indù, che tutti gli anni, tra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio, le Batu Caves si riempiono di pellegrini provenienti da ogni parte del paese per le celebrazioni del Thaipusam: si calcola che siano almeno un milione i fedeli che visitano le caverne durante i tre giorni di festa.

Per raggiungere le Batu Caves ci si può spostare in taxi da Kuala Lumpur (al prezzo di circa 5 euro), in autobus (poco più di 50 centesimi di euro), affidarsi ad un tour organizzato o ancor meglio prendere un treno KTM Komuter (0,30 euro) che termina la propria corsa presso la stazione delle Batu Caves.
Le grotte sono visitabili tutti i giorni dalle 7 alle 18 con ingresso libero.

Per maggiori informazioni si possono consultare le pagine ufficiali dell'Ente Turismo Malesia:

www.tourism.gov.my
e www.turismomalesia.it 

 Pubblicato da il 04/03/2014 - 9.013 letture - ® Riproduzione vietata

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