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Foro Romano: visitare i monumenti della Roma antica ed imperiale

I fori imperiali costituiscono uno dei patrimoni archeologici pił importanti del mondo. La visita del Foro Romano, a pagamento con biglietto e due ingressi distinti, richiede almeno 4 ore di tempo e consente di scoprire alcuni monumenti importanti.

Possiamo studiare la storia, ma non proveremo mai l’emozione di conoscere i nostri antenati e la loro quotidianità. Respirare l’aria di secoli fa, lavorare insieme a loro e sentirli parlare sarebbe, per una volta, un grande viaggio nell’animo umano attraverso il tempo. Ecco, nel centro di Roma – ribattezzata Città Eterna mica per niente – fare un salto nel passato è quasi possibile. Perché il Foro Romano, che i “proprietari” amavano definire Forum Magnum, oggi è una delle aree archeologiche più importanti del mondo, ma un tempo era il cuore pulsante dell’attività cittadina, chiassoso e sempre brulicante di gente. Non un museo a cielo aperto, non una zona monumentale separata dalla vita vera, ma lo scenario in cui si intrecciavano le sorti dei cittadini, le questioni politiche ma anche le semplici abitudini di ogni giorno. Ancora oggi, a ben guardare quelle rovine, si ha l’illusione di vederle rivivere e ci si sente un po’ sudditi di un impero che ha fatto la storia.

UN PO’ DI STORIA
Adagiato lungo la valle tra il Palatino e il Campidoglio, a due passi da Piazza Venezia e oltre il Vittoriano, il Foro rappresenta una tappa imperdibile per ogni turista di passaggio nella capitale. E pensare che un tempo, prima che Roma diventasse la culla della nostra civiltà, questa era una zona paludosa, poi bonificata da Tarquinio il Superbo mediante la costruzione della Cloaca Maxima che sfociava nel Tevere.
Si trasformò quindi nel Foro, ovvero nella piazza centrale dell’abitato, sede di mercati e della vita sociale e politica. Ampi porticati ospitavano le arringhe degli oratori, attorniati dalle folle in ascolto, ma in caso di maltempo ci si spostava nelle basiliche (che con la diffusione del Cristianesimo divennero chiese). Tutt’intorno c’erano templi, tribunali e monumenti in onore degli dei o in memoria di gesta eroiche.

Enormi folle si riversavano nel Foro per ascoltare comizi o assistere a cortei militari, e di tanto in tanto c’era bisogno di un ampliamento. Ogni imperatore desiderava creare il proprio Foro personale, che si andava ad aggiungere alla piazza già esistente e la ingrandiva a poco a poco: fu ciò che fecero, ad esempio, Cesare, Augusto e i loro successori, in un’ottica celebrativa e propagandistica. La funzione politica era ormai secondaria: l’importante era che tutto raccontasse la grandezza dell’imperatore.
Col diffondersi del Cristianesimo le basiliche divennero luoghi di culto e molti templi non furono più utilizzati: per il Foro cominciò un’epoca di declino che lo vide trasformarsi in un terreno da pascolo e in una fonte di pietre e materiali edilizi gratuiti. Bastava andare, scegliere e prelevare pezzi di storia come se nulla fosse… tanto, ormai, a chi servivano quei vecchi palazzi?

Fortunatamente il Settecento, con i suoi slanci romantici e il suo amore per le rovine, rilanciò il fascino e l’importanza del Foro, trasformandolo in una destinazione prestigiosa per gli artisti di tutta Europa e avviandone il recupero. Gli scavi ottocenteschi riportarono alla luce un patrimonio dimenticato, ed è grazie a quell’opera di valorizzazione e agli interventi successivi che possiamo apprezzarlo ancora oggi.

VISITARE IL FORO ROMANO
Visitare il Foro Romano è un’esperienza eccezionale. In pochi altri luoghi al mondo l’antichità è così calata nella città moderna: pietre millenarie fanno ancora il loro dovere – sostengono architetture e testimoniano la grandezza dell’Impero – a due passi da edifici giovanissimi e dal viavai di autobus e automobili. I progettisti romani avevano un grande senso delle proporzioni e dell’armonia, e sapevano bene come creare uno spazio grandioso, scenografico e spettacolare, degno di cortei trionfali e cerimonie collettive. Ancora adesso ci si sente piccoli e insignificanti al cospetto di tanta grandezza.

Dalla terrazza del Campidoglio si gode di uno splendido panorama sul Foro: i resti della Basilica Emilia, l’antica sede del senato, l’antichissimo e inviolabile santuario del Lapis Niger dedicato a Romolo, il Tempio di Antonino e Faustina, l’arco di Settimio Severo e tanto altro ancora. L’asse viario più antico e importante del Foro è la cosiddetta Via Sacra, dove Romolo firmò la pace coi Sabini dopo la guerra scatenata dal famigerato Ratto delle Sabine: in età regia venne attorniata da monumenti, e oggi rappresenta un itinerario unico tra favolose testimonianze del passato, talvolta fisicamente vicine ma lontanissime tra loro per data di costruzione.

Se si comincia il tour del Foro Romano partendo dal lato rivolto verso il Colosseo, il primo monumento che si incontra è l’Arco di Tito. Il Senato di Roma decise di dedicarlo all’imperatore dopo la conquista di Gerusalemme nel 71 d.C.
Poi ci si imbatte nell’enorme Basilica di Massenzio e Costantino, di dimensioni colossali, a cui probabilmente il Bramante si ispirò per la realizzazione della Basilica di San Pietro, e nel tempio di Antonino e Faustina, quello meglio conservato di tutta l’area archeologica. Il tempio di Antonino e Faustina risale al 141 d.C., quando venne commissionato dall’imperatore Antonino Pio per onorare la defunta moglie Faustina (alla morte dell’imperatore fu poi dedicato anche a lui). Fu trasformato in chiesa tra il VII e l’VIII secolo: proprio grazie a questa conversione si è conservato in buone condizioni sino ad oggi, benché la gradinata sia quasi totalmente frutto di un restauro successivo.

Tanti templi pagani del Foro, come si è già detto, vennero riutilizzati come Chiese dai Cristiani. Il Tempio della Pace, ad esempio, divenne la chiesa dei Santi Cosma e Damiano per volere di Papa Felice IV nel 527 d.C. A breve distanza si osservano i resti della necropoli arcaica del IX-VIII secolo a.C.

Quindi si ammira il tempio di Vesta, di forma circolare, e la vicina Casa delle Vestali. Le Vestali erano le sacerdotesse che mantenevano vivo il fuoco sacro di Roma: sei fanciulle di nobili origini incaricate di non farlo mai spegnere, che godevano di speciali privilegi ma non dovevano assolutamente rompere il voto di castità, pena una morte tremenda nel Campus Sceleratus, dove venivano sepolte ancora vive.
Continuando nel cammino lungo la Via Sacra si incontrano il Tempio del Divo Giulio, il Tempio di Castore e Polluce, l’antica basilica di Santa Maria Antiqua e la Basilica Giulia, commissionata nel I secolo a.C. da Giulio Cesare. Sulla gradinata si riconoscono ancora le scacchiere che gli antichi i romani incidevano nel marmo per poter giocare insieme nel tempo libero.

Poi si passano in rassegna il Comizio (una sorta di tribunale, nonché punto di raccolta per le pubbliche assemblee), i Rostra da cui gli oratori o gli uomini politici tenevano i loro discorsi al popolo, e il famoso Lapis Niger. Lapis Niger significa, in latino, “pietra nera”. Si tratta in effetti di un quadrato di marmo nero incorniciato da altre lastre di marmo, che spicca sul resto della pavimentazione in travertino realizzata in età augustea. Il sito, scoperto nel 1899 da Giacomo Boni, fu associato a una testimonianza di Sesto Pompeo Festo, che parlava di una “pietra nera del Comizio” indicante la tomba di Romolo o comunque il luogo del suo assassinio. È allora facile capire come mai leggende e superstizioni si siano moltiplicate, nei secoli, intorno a questo reperto, complice l’iscrizione tutt’ora visibile che dice: “Chi violerà questo luogo sia maledetto”.

Si è conservata splendidamente la Curia Senatus, che sorge accanto alla chiesa dei Santi Luca e Martina sulla piazza dell’antico comizio. Poco lontano si innalzano la colonna di Foca – eretta dai romani in onore dell’imperatore bizantino Foca, che aveva concesso a Papa Bonifacio IV di convertire il Pantheon in chiesa cristiana – e l’Arco di Settimio Severo. L’arco di Settimio Severo risale al 203 d.C. L’imperatore, al decimo anno di governo, aveva riportato una clamorosa vittoria sui Parti e meritava un degno riconoscimento: un arco a tre fornici riccamente decorato con rappresentazioni di scene di guerra e del corteo trionfale.
Proprio dietro di esso stava l’Umbilicus Urbis – letteralmente “l’ombelico della città” – il centro ideale di Roma, segnalato da un cono di mattoni rivestito di marmi bianchi e policromi e sormontato da una statua o, forse, una colonna. In parte si è conservato sino ad oggi.
A breve distanza sorge poi il Miliarium Aureum (la “pietra miliare aurea”), fatto innalzare da Augusto nel 20 a.C.: una colonna di marmo ricoperta di bronzo dorato che doveva celebrare la nomina di Augusto a curator viarum, il responsabile delle strade di Roma.

Dulcis in fundo il Tempio di Saturno, fondato tra il 501 e il 498 a.C. e adibito a sede dell’erario. Nei sotterranei erano conservati preziosi tesori, e nella sala principale una statua del Dio Saturno era protagonista dei Saturnalia, le festività che si tenevano a metà dicembre e duravano sette giorni. Durante l’anno la statua veniva riempita d’olio e avvolta in bende di lana, mentre in occasione della festa le bende venivano tolte, si banchettava e si giocava d’azzardo. Erano giornate speciali, in cui l’ordine sociale di Roma veniva provvisoriamente sovvertito e padroni e schiavi si divertivano insieme, talvolta scambiandosi di ruolo durante i pasti.

INFO UTILI PER LA VISITA AL FORO ROMANO: BIGLIETTI, ORARI E TRASPORTI
Chi ha deciso di fare il pieno di meraviglie del passato può acquistare un unico biglietto che consente di visitare, oltre al Foro Romano, anche il Palatino e il Colosseo.
Il costo è di 12 euro, 7.50 euro per i cittadini dell’UE con un’età compresa tra i 18 e i 24 anni e per i docenti dell’UE, mentre è gratuito per chi ha meno di 18 anni o è over 65.
Le biglietterie si trovano in Largo Salara Vecchia e in Via di San Gregorio n.30.

L’area archeologica è aperta tutti i giorni ad eccezione del 1 gennaio, 1 maggio e 25 dicembre, a partire dalle ore 8.30. L’orario di chiusura varia a seconda del periodo.

Per raggiungere il Foro Romano:
Bus 60 – 75 – 84 – 85 – 87 – 117 – 175 – 186 – 271 – 571 – 810 – 850
Metro B, fermata Colosseo

Per maggiori informazioni visitate la pagina della Sorpintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma.

 Pubblicato da il 14/10/2014 - 19.418 letture - ® Riproduzione vietata

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