Museo Reina Sofía, Madrid: qui la celebre Guernica di Pablo Picasso
Il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía si trova in centro di Mdrid vicino alla stazione di Atocha tristemente famosa per gli attentanti del 11 marzo 2004. E' un museo di arte moderna e qui si trova Guernica il celebre dipinto di Pablo Picasso.
Il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, situato in prossimità della stazione di Atocha, immediatamente ad est del centro storico di Madrid, ha aperto i battenti a principio degli anni Novanta – per la precisione nel settembre del 1992 – all'interno dell'Edificio Sabatini (già Hospital San Carlos). L'inaugurazione alla presenza dei Reali di Spagna ha sancito definitivamente la presenza di una collezione permanente dopo che per diversi anni il centro aveva ospitato solo esposizioni temporanee; lo scopo dichiarato della struttura, messo per iscritto nello statuto ufficiale, è quello di conservare, ampliare ed esibire il proprio fondo artistico, nonché promuovere la conoscenza e l'accesso pubblica dell'arte contemporanea nelle sue diverse realizzazioni, così come sviluppare attività di formazione didattica.
La fondazione dell'Hospital San Carlos risale inizialmente al XVI secolo, quando il re Filippo II decise di concentrare in questo luogo tutti gli ospedali dispersi nella Corte; due secoli più tardi Carlo III ordinò una rifondazione per sopperire all'insufficienza di installazioni ospedaliere cittadine ed affidò l'incarico agli architetti José de Hermosilla e soprattutto a Francisco Sabatini, proveniente dalla corte borbonica del sud Italia, il quale gli diede quell'impronta neoclassica ispirata al tardo Rinascimento che lo contraddistingue ancora oggi.
Nel corso dei secoli l'edificio è stato modificato ed è rimasto attivo fino al 1965, quando con la chiusura dell'ospedale iniziò ad essere utilizzato con altre funzioni (benché sempre di stampo sanitario), prima di essere dichiarato Monumento Storico nel 1977 anche per salvaguardarlo dalle ipotesi di demolizione avanzate negli anni precedenti. Il suo restauro del 1980, realizzato da Antonio Fernández Alba, fu solo il prologo alla nascita del Centro de Arte Reina Sofía, che da lì a pochi anni iniziò ad ospitare le prime mostre prima della definitiva apertura del 1992, mentre la struttura del famoso ascensore di vetro ed acciaio che domina la facciata principale del museo risale al 1988, opera degli architetti José Luis Íñiguez de Onzoño, Antonio Vázquez de Castro e dell'inglese Ian Ritchie.
Nel 2001, per fare fronte al continuo sviluppo del museo, delle sue collezioni ed attività, ma anche all'incremento dell'afflusso di visitatori, venne avviata la realizzazione di un nuovo edificio – adiacente a quello principale – sotto la direzione dell'architetto Jean Nouvel, da cui prese anche il nome. Con la sua inaugurazione nel 2005, il Museo Reina Sofía ha visto la propria superficie complessiva crescere di un buon 50%, raggiungendo un totale di oltre 84.000 metri quadrati, senza sottovalutare l'implicita creazione di nuovi itinerari possibili ed una netta distinzione, anche funzionale, tra le zone dei servizi e quella degli spazi espositivi.
L'opera senza dubbio più conosciuta ospitata al Reina Sofía (MNCARS) è la Guernica di Picasso, ma ad accompagnare il visitatore nel viaggio nell'arte contemporanea dalla fine Ottocento ai giorni nostri ci sono molti altri artisti di fama assoluta come Mirò, Dalì ed altri meno noti ma non certamente meno interessanti, il tutto organizzato in tre collezioni principali; il museo propone un percorso storico fatto di micro-narrazioni che parlano del passato, ma che si situano al contempo nel presente, con il fine di arricchire una riflessione sull'esperienza e alla capacità di attivare una risposta critica verso il mondo.
La prima collezione ha per titolo “L'irruzione del XX secolo: utopia e conflitti (1900-1945)” e vanta opere suggestive come quelle di Oskar Schlemmer, professore della scuola d'arte Bauhaus; dalla selezione si opere di Mirò e del suo percorso dal Mediterraneo a Parigi (e viceversa) passando per i periodi di volta in volta più o meno ermetici o figurativi. Altra figura chiave di questa collezione è ovviamente Salvador Dalí, personaggio eclettico, controverso e polemico dotato di un'immaginazione fuori dal comune, ma ciò che richiama ogni anno centinaia di migliaia di persone è sicuramente la già citata Guernica di Pablo Picasso, una sintesi straziante del bombardamento del 1937 della cittadina basca e delle sue innumerevoli vittime.
La seconda macro-collezione ha un titolo provocatorio quanto esplicito: “E' finita la guerra? Arte per un mondo diviso (1945-1968)”; essa ripercorre le tappe della trasformazione artistica del dopoguerra mentre iniziava a definirsi una situazione geopolitica internazionale di tensione tra due mondi opposti, quello capitalista degli Stati Uniti d'America ed il blocco socialista guidato dell'ex Unione Sovietica. E' proprio in seguito alla Seconda Guerra Mondiale – di cui la guerra civile spagnola fu una sorta di prova generale – che la modernità si isolò nella propria autonomia per spiegare il mondo; l'arte, nonostante l'apparente isolamento, si inserì in un complesso intreccio discorsivo dove la lotta per l'egemonia ideologica sfociò nella supremazia culturale. E' in questo contesto che in Spagna sorsero gruppi come El Paso o Equipo 57 e che acquisirono fama internazionale artisti come Antoni Tàpies, mentre a livello europeo emersero i vari Lucio Fontana, Francis Bacon o Henry Moore, qui ben rappresentati con diverse opere.
La terza sezione della mostra permanente del Reina Sofía è intitolata “Dalla rivolta alla postmodernità (1962-1982)" ed è qui che trovano spazio i cambiamenti sociali, politici, culturali e tecnologici dello scenario mondiale contemporaneo: l'affrancamento delle colonie, le proteste del '68, i movimenti femministi, la crisi economica ecc...in un periodo in cui anche l'arte fuoriusciva dai propri ambiti specifici per entrare con forza all'interno di tali processi. Fin dagli anni Settanta l'arte contemporanea ha generato un ampio ventaglio di proposte, alcune delle quali talmente bizzarre da far chiedere a critici, artisti e visitatori cosa sia, effettivamente, arte. In questa sezione trovano spazio, tra gli altri, il gruppo Zaj, Luis Gordillo, Sol LeWitt, Pistoletto e Dan Flavin.
Alcune mostre temporanee non sono esposte nei due edifici principali del Museo (l'Edifico Sabatini ed il Jean Nouvel), bensì nel Palacio de Cristal o nel Palacio de Velázquez all'interno del perimetro del vicino Parque del Retiro; l'offerta di spazi strettamente culturali del museo è completata dalla biblioteca ed il centro di documentazione (Centro de Documentación, Biblioteca y Archivo del Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía) (1), i cui fondi sono accessibili gratuitamente e liberamente nelle apposite sale ai primi piani dell'Edificio Nouvel.
Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía
Edificio Sabatini: calle Santa Isabel, 5- Madrid 28012
Orari:
dal lunedì al sabato h.10-21
domenica h.10-14:30
chiuso il martedì (anche se festivo)
Prezzi
Intero: 6 euro
Solo visita ad esposizioni temporanee: 3 euro
Ridotto: 50%
Giorni ad ingresso gratuito:
dal lunedì al venerdì dalle 19 alle 21
Sabato dalle 14:30 alle 21
Domenica (sempre) e in queste giornate: 18 aprile, 18 maggio, 12 ottobre, 6 dicembre.
www.museoreinasofia.es
(1) Centro de Documentación, Biblioteca y Archivo del Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía
Orario: dal lunedì al venerdì h.10-21 (eccetto festivi)
Indirizzo: calle Santa Isabel, 52 - 28012 Madrid (entrata indipendente da Ronda de Atocha)
Fax: 91 774 10 28
Foto esterno Museo Reina Sofia: copyright Turespaña www.tourspain.es
La fondazione dell'Hospital San Carlos risale inizialmente al XVI secolo, quando il re Filippo II decise di concentrare in questo luogo tutti gli ospedali dispersi nella Corte; due secoli più tardi Carlo III ordinò una rifondazione per sopperire all'insufficienza di installazioni ospedaliere cittadine ed affidò l'incarico agli architetti José de Hermosilla e soprattutto a Francisco Sabatini, proveniente dalla corte borbonica del sud Italia, il quale gli diede quell'impronta neoclassica ispirata al tardo Rinascimento che lo contraddistingue ancora oggi.
Nel corso dei secoli l'edificio è stato modificato ed è rimasto attivo fino al 1965, quando con la chiusura dell'ospedale iniziò ad essere utilizzato con altre funzioni (benché sempre di stampo sanitario), prima di essere dichiarato Monumento Storico nel 1977 anche per salvaguardarlo dalle ipotesi di demolizione avanzate negli anni precedenti. Il suo restauro del 1980, realizzato da Antonio Fernández Alba, fu solo il prologo alla nascita del Centro de Arte Reina Sofía, che da lì a pochi anni iniziò ad ospitare le prime mostre prima della definitiva apertura del 1992, mentre la struttura del famoso ascensore di vetro ed acciaio che domina la facciata principale del museo risale al 1988, opera degli architetti José Luis Íñiguez de Onzoño, Antonio Vázquez de Castro e dell'inglese Ian Ritchie.
Nel 2001, per fare fronte al continuo sviluppo del museo, delle sue collezioni ed attività, ma anche all'incremento dell'afflusso di visitatori, venne avviata la realizzazione di un nuovo edificio – adiacente a quello principale – sotto la direzione dell'architetto Jean Nouvel, da cui prese anche il nome. Con la sua inaugurazione nel 2005, il Museo Reina Sofía ha visto la propria superficie complessiva crescere di un buon 50%, raggiungendo un totale di oltre 84.000 metri quadrati, senza sottovalutare l'implicita creazione di nuovi itinerari possibili ed una netta distinzione, anche funzionale, tra le zone dei servizi e quella degli spazi espositivi.
L'opera senza dubbio più conosciuta ospitata al Reina Sofía (MNCARS) è la Guernica di Picasso, ma ad accompagnare il visitatore nel viaggio nell'arte contemporanea dalla fine Ottocento ai giorni nostri ci sono molti altri artisti di fama assoluta come Mirò, Dalì ed altri meno noti ma non certamente meno interessanti, il tutto organizzato in tre collezioni principali; il museo propone un percorso storico fatto di micro-narrazioni che parlano del passato, ma che si situano al contempo nel presente, con il fine di arricchire una riflessione sull'esperienza e alla capacità di attivare una risposta critica verso il mondo.
La prima collezione ha per titolo “L'irruzione del XX secolo: utopia e conflitti (1900-1945)” e vanta opere suggestive come quelle di Oskar Schlemmer, professore della scuola d'arte Bauhaus; dalla selezione si opere di Mirò e del suo percorso dal Mediterraneo a Parigi (e viceversa) passando per i periodi di volta in volta più o meno ermetici o figurativi. Altra figura chiave di questa collezione è ovviamente Salvador Dalí, personaggio eclettico, controverso e polemico dotato di un'immaginazione fuori dal comune, ma ciò che richiama ogni anno centinaia di migliaia di persone è sicuramente la già citata Guernica di Pablo Picasso, una sintesi straziante del bombardamento del 1937 della cittadina basca e delle sue innumerevoli vittime.
La seconda macro-collezione ha un titolo provocatorio quanto esplicito: “E' finita la guerra? Arte per un mondo diviso (1945-1968)”; essa ripercorre le tappe della trasformazione artistica del dopoguerra mentre iniziava a definirsi una situazione geopolitica internazionale di tensione tra due mondi opposti, quello capitalista degli Stati Uniti d'America ed il blocco socialista guidato dell'ex Unione Sovietica. E' proprio in seguito alla Seconda Guerra Mondiale – di cui la guerra civile spagnola fu una sorta di prova generale – che la modernità si isolò nella propria autonomia per spiegare il mondo; l'arte, nonostante l'apparente isolamento, si inserì in un complesso intreccio discorsivo dove la lotta per l'egemonia ideologica sfociò nella supremazia culturale. E' in questo contesto che in Spagna sorsero gruppi come El Paso o Equipo 57 e che acquisirono fama internazionale artisti come Antoni Tàpies, mentre a livello europeo emersero i vari Lucio Fontana, Francis Bacon o Henry Moore, qui ben rappresentati con diverse opere.
La terza sezione della mostra permanente del Reina Sofía è intitolata “Dalla rivolta alla postmodernità (1962-1982)" ed è qui che trovano spazio i cambiamenti sociali, politici, culturali e tecnologici dello scenario mondiale contemporaneo: l'affrancamento delle colonie, le proteste del '68, i movimenti femministi, la crisi economica ecc...in un periodo in cui anche l'arte fuoriusciva dai propri ambiti specifici per entrare con forza all'interno di tali processi. Fin dagli anni Settanta l'arte contemporanea ha generato un ampio ventaglio di proposte, alcune delle quali talmente bizzarre da far chiedere a critici, artisti e visitatori cosa sia, effettivamente, arte. In questa sezione trovano spazio, tra gli altri, il gruppo Zaj, Luis Gordillo, Sol LeWitt, Pistoletto e Dan Flavin.
Alcune mostre temporanee non sono esposte nei due edifici principali del Museo (l'Edifico Sabatini ed il Jean Nouvel), bensì nel Palacio de Cristal o nel Palacio de Velázquez all'interno del perimetro del vicino Parque del Retiro; l'offerta di spazi strettamente culturali del museo è completata dalla biblioteca ed il centro di documentazione (Centro de Documentación, Biblioteca y Archivo del Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía) (1), i cui fondi sono accessibili gratuitamente e liberamente nelle apposite sale ai primi piani dell'Edificio Nouvel.
Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía
Edificio Sabatini: calle Santa Isabel, 5- Madrid 28012
Orari:
dal lunedì al sabato h.10-21
domenica h.10-14:30
chiuso il martedì (anche se festivo)
Prezzi
Intero: 6 euro
Solo visita ad esposizioni temporanee: 3 euro
Ridotto: 50%
Giorni ad ingresso gratuito:
dal lunedì al venerdì dalle 19 alle 21
Sabato dalle 14:30 alle 21
Domenica (sempre) e in queste giornate: 18 aprile, 18 maggio, 12 ottobre, 6 dicembre.
www.museoreinasofia.es
(1) Centro de Documentación, Biblioteca y Archivo del Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía
Orario: dal lunedì al venerdì h.10-21 (eccetto festivi)
Indirizzo: calle Santa Isabel, 52 - 28012 Madrid (entrata indipendente da Ronda de Atocha)
Fax: 91 774 10 28
Foto esterno Museo Reina Sofia: copyright Turespaña www.tourspain.es