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Il castello di Schonbrunn, la Gloriette e i suoi maestosi giardini

La residenza estiva, la Versailles degli Asburgo, a Vienna, il castello di Schonbrunn. La visita dello Schloss Schonbrunn e del parco Schonbrunner Schlosspark con la Gloriette, le fontane, la serra delle palme e lo zoo.

Situato nell’elegante distretto di Hietzing, un tempo ricoperto da una vasta zona boscosa al di fuori dei confini urbani, lo Schloss Schonbrunn è il più celebre tra i palazzi imperiali austriaci. Delle quasi 1.500 stanze del complesso “solo” 190 sono aperte agli oltre 5 milioni di turisti che in media lo visitano ogni anno e che hanno consolidato lo Schloss Schonbrunn nell’élite delle attrattive della capitale austriaca. L’incredibile pregio artistico e architettonico del palazzo, insieme alla bellezza dell’immenso parco che lo circonda, hanno inoltre convinto l’UNESCO ad inserire il sito tra il Patrimonio dell’Umanità nel 1996.

La vecchia residenza estiva degli Asburgo, un tempo conosciuta come Katterburg, fu costruita alla periferia occidentale di Vienna nel bel mezzo di un terreno boscoso acquistato dal futuro imperatore Massimiliano II nel 1569. Durante l’assedio ottomano del 1683, il terreno venne quasi totalmente disboscato, permettendo la costruzione dell’odierno palazzo, edificato tra il 1695 ed il 1713 seguendo i disegni dell’architetto Johann Fisher von Erlach. Tuttavia, del suo progetto originale resta ben poco, dato che l’imperatrice Maria Teresa fece ristrutturare gli interni in stile rococò e la facciata fu rimaneggiata tra il 1817 e il 1819 acquistando il caratteristico colore “giallo Schonbrunn”. Alla fama della cosiddetta “Versailles degli Asburgo” hanno contribuito inoltre Napoleone, che vi installò il proprio quartier generale dal 1805 al 1809, gli esiti del Congresso di Vienna, tenutosi qui tra il 1814 e il 1815, Kennedy e Kruscev, che vi si incontrarono nel 1961.

L’ingresso principale è l’Haupttor, che si apre su Schonbrunner Schlosstrasse, fiancheggiato da due obelischi. Entrati nel cortile, alla sua estremità nord-occidentale, si noterà lo Schlosstheater, il teatro del castello, costruito tra il 1744 ed il 1749 su progetto di Nikolaus Franz Leonhard von Pacassi, ma poi modificato da J.F. Hentzandorg nel 1767. Di fronte all’Haupttor si allunga l’incredibile facciata, lunga 175 metri e dotata di un corpo centrale con pronao a sei semicolonne. A scandire il resto del prospetto principale, sopravanzato ai lati da due ali raddoppiate, è l’alternarsi di paraste e finestre su due ordini. Il primo ambiente che si incontra all’interno è la cappella, decorata dagli affreschi di D. Gran e dalla presenza di una pala d’altare di P. Troger. Subito dopo si accede alla Bergl Zimmer, le sale al piano terra che prendono il nome dai dipinti esotici murali eseguiti su stoffa del tempo dal paesaggista Johann Baptist Bergl Wenzel. Tornando nell’atrio, sulla destra, la Blaue Stiege (Scalone Azzurro) introduce al piano primo e sala d’attesa dalla quale comincia la visita agli appartamenti veri e propri, dei quali si possono visitare una quarantina di sale rococò. Qui, tra un trionfo di stucchi, lampadari, dorature, arazzi e specchiere vivevano i membri della famiglia reale austriaca, ognuno dei quali ha connotato una parte di alloggi.

Prima di entrare negli appartamenti di Francesco Giuseppe si passa attraverso la Gardezimmer (Sala della guardia), la Kaiservorzimmer (Anticamera dell’imperatore) e la Nussholzimmer (Sala di noce), il cui nome deriva dal rivestimento in noce a fregi dorati risalente al 1766. Dell’ala di Francesco Giuseppe fanno parte: lo Schreibzimmer, lo studio, decorato da ritratti dell’imperatore e della moglie Elisabetta; la Schlafzimmer, la camera da letto, un ambiente relativamente spoglio dove l’imperatore spirò nel novembre del 1916; la Verbindungsraum, la “Saletta della terrazza”, interamente rivestita di broccato di seta; la Stiegezimmer, la “Saletta della scala”, con alle pareti opere di J.F. Emels e J.E. Liotard; la Toilettekabinett, il gabinetto da toeletta che introduce alla Gemeinsames Schlafzimmer, la camera da letto di Francesco Giuseppe e Elisabetta, stipata di mobili in palissandro e rivestita da coperte di seta blu; e l’Empfangsalon der Kaiserin Elisabeth, il salotto dell’imperatrice tappezzato in broccato bicromatico bianco e oro. A seguire ci sono le sale di Maria Teresa, un elogio al rococò che comprende: la Maria Antoinette-Zimmer, la “Stanza di Maria Antonietta”, dove ammirare grandi dipinti di van Meytens raffiguranti la regina; la Kinderzimmer, la “Stanza dei bambini”, nella quale sono ritratte le figlie di Maria Teresa; la Fruhstuckszimmer, la “Saletta della prima colazione”, le cui pareti sono ricoperte di stucchi dorati e pannelli a ricamo forse eseguiti dall’imperatrice con le figlie; il Gelber Salon, il “Salotto giallo”, noto per la presenza del cosiddetto orologio di Napoleone; e la Balkonzimmer, la “Sala del balcone”, che precede la stanza più nota di quest’ala del palazzo: la Spiegelsaal (Sala degli specchi). Con le sue magnifiche decorazioni rococò color bianco e oro, questa sala è un elegante esempio dello stile più amato da Maria Teresa, che qui si dilettava ascoltando le esibizioni private di Mozart.

I successivi tre “saloni di Rosa” devono il proprio nome al pittore barocco Josep Rosa e rientrano tra gli appartamenti di Giuseppe II. Di questi fa parte anche la Laternenzimmer, la “Stanza delle lanterne”, che fungeva da anticamera per la Grosse Galerie, la “Grande Galleria”, un’ampia galleria lunga 40 metri e larga 10 ancor oggi utilizzata per ricevimenti e banchetti ufficiali che vanta uno straordinario disegno rococò nelle alte finestre, nei magnifici specchi di cristallo, nei candelabri e negli stucchi bianco e oro. Al suo fianco c’è la gemella Kleine Galerie, la “Piccola Galleria”, a sua volta affiancata da due Chinesisches Kabinett, ovvero da due “Gabinetti Cinesi”, rinomati per il pavimento intarsiato e per le pareti decorate da pannelli di manifattura orientale. Attraverso la Karussellzimmer (Sala del Carosello) si accede alla Zeremoniensaal (Sala delle cerimonie) ed alla Rosselzimmer (Stanza dei cavalli), seguite dall’incredibile Blauer Salon (Salone azzurro), rivestito da carta da parati blu e arredata con vasi giapponesi e mobili laccati che conferiscono al salone un’atmosfera orientaleggiante.

Le successive Vieux-Lacque Zimmer, i cui interni combinano elementi rococò con l’arte cinese, e Napoleon-Zimmer, dove Napoleone alloggiò dal 1805 al 1809, sono il preludio a due tra le stanze migliori dello Schloss Schonbrunn: la Porzellanzimmer (Stanza delle porcellane) e la Millionenzimmer (Stanza del milione). La prima, che fungeva da studio di Maria Teresa, è celebre per le pareti rivestite di cornici lignee intagliate e dipinte di bianco e blu a imitazione della porcellana, mentre la Millionenzimmer deve il proprio nome al rivestimento in legno di rosa che si dice fosse costato un milione di goldoni (antica moneta austriaca in oro). Nei pannelli, alcune miniature indopersiane illustrano scene di vita dei regnanti Mogul in India tra il XVI ed il XVII secolo. A seguire, prima di entrare negli appartamenti di Francesco Carlo e Sofia di Baviera, ci sono il Gobelinsalon (Salone degli arazzi) e la Schreibzimmer der Erzherzogin Sophie (Studio dell’arciduchessa Sofia). La vista al castello termina appunto con le stanze di Francesco Carlo, anch’esse in stile rococò. La prima è il Roter Salon, il “Salone rosso”, che immette nel Terassenkabinett-Ost, ovvero il salotto della terrazza orientale, affrescato al soffitto e decorato alla pareti da ghirlande settecentesche. Successivamente si entra nella Reiches Zimmer, la “Stanza dell’impero”, dove nel 1830 nacque Francesco Giuseppe, e nella Erzherzogs Schreibzimmer, lo studio di Francesco Carlo, le cui pareti in damasco sono parzialmente coperte dai ritratti degli Asburgo. L’ultima sala dello Schonbrunn aperta al pubblico è l’Erzherzogs-Salon, il “Salone di Francesco Carlo”, un ricco ambiente in damasco rosso caratterizzato dalla presenza di diversi ritratti di van Meytens e di due busti marmorei di Le Roy.

Schloss Schonbrunn è aperto tutti i giorni dalle 8.30 alle 17.00 da aprile a giugno, in settembre e in ottobre, dalle 8.30 alle 18.00 in luglio e agosto e dalle 8.30 alle 16.30 da novembre a marzo. Prima di entrare si può scegliere quale di tipo di biglietto acquistare a seconda di quello che si vuole visitare; la scelta è tra il biglietto classico (15.90 €), quello Oro (36 €), il Tour Imperiale attraverso 22 stanze (9.50 €), il Gran Tour su 40 sale (12.90 €), ed il biglietto Sissi (22.50 €), comprensivo degli ingressi all’Hofburg e all’Hofmobiliendepot (Museo del Mobile). Maggiori informazioni su www.schoenbrunn.at o chiamando lo 01 811 132 39. Sconto per i possessori della Vienna Card.

Al di la del palazzo, dalla parte opposta dell’Ehrenhof, si estende il vasto Schonbrunner Schlosspark, un parco di oltre 120 ettari tracciato da Jean Trehet all’inizio del XVIII secolo e risistemato da Adrian von Steckhoven tra il 1748 e il 1772. A commissionare i lavori di trasformazione fu l’imperatrice Maria Teresa, che volle ridisegnare il giardino in stile barocco alla francese, disseminandolo di viali, statue e vasche d’acqua. Col passare degli anni a questo impianto caratterizzante si sono aggiunti altri elementi, come ad esempio la neoclassica fontana dell’obelisco, che tuttavia non hanno snaturato l’aspetto del parco, accostato armoniosamente al palazzo.Separato dagli edifici accessori da due lunghi giardini privati accessibili dagli appartamenti imperiali, Schlosspark ha il suo cuore nel Blumenparterre, dove si susseguono aiuole di forma geometrica tempestate di fiori sgargianti. Al termine dell’immenso Blumenparterre si erge la Neptunbrunner, la fontana di Nettuno, scolpita nel 1780 e ornata da statue di Franz Anton Zauner. A fianco della fontana c’è invece l’Irrgarten (1), il moderno labirinto di oltre 1.700 mq tracciato cercando di ricalcare la forma del modello settecentesco, ultimato ma poi abbandonato, mentre alle sue spalle c’è la collina a prato dominata dalla neoclassica Gloriette (2), animata da un caffè aperto tutti i giorni dalle 9.00 al tramonto. L’edificio, progettato da Johann Ferdinand Hetzendorf nel 1775 come sala da pranzo, è preceduto da una grande vasca rettangolare, ma sono soprattutto il suo porticato e la terrazza panoramica ad attrarre l’attenzione dei visitatori.

Dietro la Gloriette si trova il Fasangarten, presso il quale ha sede il centro sperimentale dell’Amministrazione delle Foreste. Ai suoi fianchi, invece, ci sono le Najaden-Brunner, le fontane gemelle delle Naiadi opera di W.C. Beyer del 1771, mentre a sinistra si nota l’edicola della Schonen Brunner, la “bella fonte”, il cui nome è stato utilizzato per battezzare la residenza. Poco distanti si estendono le false rovine realizzate nel 1778 dallo stesso Johann Ferdinand Hetzendorf per accrescere il prestigio dei membri della famiglia Asburgo e presentarli come i successori degli eroici imperatori romani; del finto complesso archeologico fanno parte l’Obelisk, un obelisco egizio, e le cosiddette “romische Ruine”, ovvero le rovine romane.

Più a destra, appoggiato al muro di cinta del parco, c’è il Botanischer Garten, il giardino botanico opera di Adrian van Steckhoven che, nel 1753, volle progettare una sorta di giardino all’olandese successivamente ampliato fino a raggiungere l’odierna dimensione di oltre 11 ettari. Al suo interno, oltre a statue e monumenti dedicati a Francesco I di Lorena, è compresa la Palmenhaus (3), una straordinaria serra risalente alla fine del XIX secolo che testimonia il rapporto ottocentesco tra carpenteria metallica e architettura storicista. Al suo fianco c’è invece la Sonnenuhrhaus-Wustenhaus (4), la “Serra della meridiana”, a sua volta poco distante dal Tiergarten (5), lo zoo fondato nel 1752 dall’imperatore Francesco I come serraglio reale ed oggi divenuto uno dei più grandi complessi al mondo nel suo genere. Il più antico zoo d’Europa, pur conservando in parte il suo antico carattere, è stato oggetto di una notevole ristrutturazione tra il 1970 e il 1979, quando gli habitat degli animali sono stati adeguati agli standard imposti dalle normative vigenti. Da non perdere poi lo Stadtbahn-Hofpavillon (6), il padiglione ottagonale Jugendstil progettato da Otto Wagner nel 1896, ed il Technisches Museum (7), che racconta con più di 80.000 reperti la storia dell’evoluzione tecnologica partendo dagli orologi astronomici del XVI secolo per arrivare ai giorni nostri.

(1) Irrgarten è aperto tutti i giorni da aprile a giugno e a settembre dalle 9.00 alle 18.00, a luglio e agosto dalle 9.00 alle 19.00, ad ottobre dalle 9.00 alle 17.00. Nel periodo compreso tra dicembre e marzo e a novembre il labirinto osserva periodi di chiusura al pubblico
(2) La terrazza panoramica della Gloriette è accessibile da aprile a giugno e a settembre dalle 9.00 alle 18.00, a luglio e agosto dalle 9.00 alle 19.00 e a ottobre dalle 9.00 alle 17.00
(3) Palmenhaus è aperta tutti i giorni da maggio a settembre dalle 9.30 alle 18.00, nei restanti mesi dell’anno dalle 9.30 alle 17.00
(4) Sonnenuhrhaus-Wustenhaus si visita gratuitamente tutti i giorni dalle 9.00 alle 18.00 da maggio a settembre, dalle 9.00 alle 17.00 da ottobre ad aprile
(5) Tiegarten è aperto da novembre a gennaio dalle 9.00 alle 16.30, a febbraio dalle 9.00 alle 17.00, a marzo e ottobre dalle 9.00 alle 17.30 e in tutto il resto dell’anno dalle 9.00 alle 18.30. Maggiori informazioni su www.zoovienna.at
(6) Stadtbahn-Hofpavillion si può visitare la domenica dalle 10.30 alle 12.30. Maggiori info su www.wienmuseum.at
(7) Technisches Museum è aperto da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 18.00, il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 18.00. Maggiori info su www.tmw.at

 Pubblicato da il 17/03/2012 - 26.759 letture - ® Riproduzione vietata

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