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Il Castello Maniace di Siracusa sull'isola di Ortigia

Posta all'estrimità dell'isola di Ortigia, questa fortezza federiciana possiede una lunghissima storia, quasi millenaria. Da non perdere la sua elegane Sala Ipostila .

Baluardo difensivo o moschea islamica? E’ uno dei tanti enigmi che riguardano il Castello Maniace di Siracusa, la più antica fra le fortezze sveve di Sicilia. Situata sulla punta del porto cittadino nell’isolotto di Ortigia, questa costruzione dalla pianta rigorosamente quadrata e le torri circolari è una splendida testimonianza dell’architettura militare di Federico II°.

Storia

Secondo la tradizione venne fatto erigere nel 1038 dal generale bizantino Giorgio Maniace come semplice fortino e trasformato due secoli più tardi in un vero e proprio castello su progetto dell’architetto Riccardo da Lentini. Residenza o fortezza, la fama del Maniace è legata alla sua visibilità poiché dal mare ne scorgevano bene la sagoma i commercianti stranieri che con Siracusa intrattenevano rapporti economici e pure i nemici; ma anche gli stessi siracusani che, vedendolo da ogni parte della città, lo avrebbero sempre ricordato per la ribellione sedata nel sangue nel 1232.

L’intera storia di quest’antico gioiello architettonico è costellata di avvenimenti importanti. Nel 1448, dopo un ricco banchetto, il generale Giovanni Ventimiglia fece decapitare nelle stanze del palazzo tutti i convitati accusati di tradimento (e in dono ricevette da re Alfonso di Castiglia due arieti in bronzo che ornavano a quel tempo la facciata dall’edificio). Fu dentro queste mura che Federico firmò il rescritto per la fondazione dell’università di Siracusa e sempre qui che soggiornò, con la famiglia, Pietro d’Aragona. Sede della Camera Reginale fra il 1305 e il 1536, il Maniace ospitò nel tempo le regine Costanza, Maria e Bianca d’Aragona e infine Germana de Foix, seconda moglie di Ferdinando il Cattolico. Nel 1540 Andrea Doria durante la spedizione organizzata da Carlo V° contro i musulmani alloggiò proprio nella fortezza.

Dimora, caserma, prigione: i diversi ruoli del Maniace ne hanno richiesto il rimaneggiamento nel corso dei secoli. Nel novembre 1704 un’esplosione nella polveriera causò ingenti danni alla struttura dell’edificio (ne crollò l’intero torrione e una parte della cinta muraria) che durante la dominazione napoleonica fu poi munita di bocche da cannone; nel 1838 venne consegnato ai Savoia e utilizzato sino al Secondo Conflitto Mondiale per depositare materiale militare. Restaurato e chiusa la caserma dell’esercito alle soglie del 2000, il castello è stato infine aperto al pubblico che da un paio di decenni lo può ammirare in tutto il suo splendore (anche in occasione di festival e avvenimenti culturali).

Nonostante le varie congetture sul suo reale utilizzo (le altre fortezze siciliane fatte costruire da Federico II° erano in posizioni totalmente differenti rispetto a quella del Maniace), il possente edificio fu, e rimane oggi, uno dei simboli della città. A pianta quadrata e con 4 torri cilindriche agli angoli, il castello ripropone modelli arabi; all’interno di ogni torre vi è una scala a chiocciola e i muri del perimetro hanno uno spessore di 3,5 metri. Se poi si osservano attentamente numeri e forme geometriche della costruzione si capisce che la loro scelta non è casuale ma ha, anzi, un significato simbolico. Qualche esempio? Nel Medioevo il quadrato (forma del castello) simboleggiava la terra e la chiesa e il cerchio (le torri) la perfezione. Ma la presenza di una sorgente d’acqua nei sotterranei del Maniace potrebbe anche trasformarlo in una rara testimonianza di moschea fortificata (bagni utilizzati per le abluzioni dei fedeli di rito musulmano).

Ma ad accrescere il mistero che aleggia attorno a questa costruzione vi è anche l’assenza di strutture abitative, di depositi per le derrate alimentari e le munizioni. Dove alloggiava l’imperatore con il suo seguito? E i militari? E senza la piazza d’armi (il celebre baglio) dove si svolgevano le manovre dei macchinari bellici? Anche le torri, inoltre, con le scale al loro interno, non potevano avere scopi difensivi. Ecco perché si presuppone che il castello avesse un tempo un secondo piano: il primo con funzioni ricreative e quello superiore (non più esistente) destinato a logistica e attività militari.

Gli interni e la Sala Ipostila

L’accesso al maniero avviene tramite la porta carraia dell’ex caserma Abela in piazza Federico di Svevia: attraversato il cortile si giunge al ponte in muratura che ha sostituito l’antico levatoio in legno che permetteva di entrare nella fortezza interamente circondata da un fossato. Di grande pregio sono il portale marmoreo decorato, lo stemma imperiale del XVII° secolo sull’ogiva del portale stesso e l’ampia sala interna (Sala Ipostila) con le 24 volte più una a indicare i regni di Federico II° con quello di Sicilia al centro.

Volete ancora una curiosità? Se osservate i blocchi di pietra utilizzati per la costruzione di questa roccaforte in stile gotico svevo noterete la presenza di numerose scritte che indicavano la cava di provenienza o il lavoratore che le aveva sistemate.

Informazioni utili, orari e prezzo dei biglietti per la visita

Tariffa d’ingresso: intero 4€; ridotto 2€ (età compresa fra i 18 e i 25 anni); gratuito sotto i 18 anni. Il castello aderisce all’iniziativa Domeniche al Museo con ingresso gratis per tutti ogni prima domenica del mese. Le riduzioni sono riservate esclusivamente ai paesi dell’Unione Europea. Sito senza barriere architettoniche.

Orario: da lunedì a domenica dalle 8.30 alle 16.30 (ultimo ingresso alle 15.45).

Indirizzo: porto dell’isola di Ortigia, Siracusa – info al +39 0931.4508211 (centralino Sovrintendenza).

Sito di riferimento www.comune.siracusa.it

 Pubblicato da il 20/04/2019 - 6.636 letture - ® Riproduzione vietata

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