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Lo Stabilimento termale delle Nuove Terme di Acqui in Piemonte

Le Nuove Terme di Acqui Terme in Piemonte sfruttano le acque di 3 sorgenti, di cui due di tipo ipertermale..

Lo stabilimento Nuove Terme rappresenta, assieme al centro termale Regina, uno dei due complessi di Acqui Terme in Piemonte, che sfrutta le proprietà delle acque minerali sorgive della zona a scopi curativi. Dei due stabilimenti termali curativi, questo è naturalmente il più recente, come esplicato dal nome stesso dell’impianto, mentre il Regina rappresenta le “vecchie terme”. E’ uno dei quattro impianti di Acqui che sfrutta l’acqua salutifera del sottosuolo e, al pari degli altri centri, appartiene anch’esso al gruppo delle Regie Terme di Acqui.

Lo stabilimento termale curativo si trova proprio nel cuore del centro storico di Acqui, in posizione comodissima rispetto alla Stazione dei treni che dista cinquecento metri e si raggiunge quindi in meno di cinque minuti a piedi e con splendida vista panoramica sul monumentale castello dei Paleologi.

La struttura curativa dedicata all’erogazione dei trattamenti terapeutici termali occupa attualmente una sezione del medesimo imponente e grandissimo fabbricato che ospita il Grand Hotel Nuove Terme, cui risulta collegato direttamente, nonostante i due impianti rappresenti centri termali a parte, con la struttura ricettiva che dispone infatti di una propria spa termale.

Come le terme Regina, anche le Nuove Terme sono famose in tutta Italia soprattutto per i trattamenti della balneoterapia che sfrutta le bollenti acque minerali del sottosuolo e per i prodigiosi fanghi prodotti tramite maturazione nella medesima.

Storia delle terme

Acqui è la località termale italiana in cui è più solida in assoluto la valorizzazione delle acque termominerali da parte degli antichi Romani. Il nome stesso della città riecheggia il primitivo toponimo latino di Aquae Statiellae, che allude all’abbondanza di scaturigini termali ricordata nelle loro opere dagli storici Plinio il Vecchio e Strabone. Residuano d’altra parte importanti vestigia monumentali della presenza romana legata al mondo delle acque, come i resti di acquedotto risalente al I secolo d.C. presenti nell’Oltre-Bormida usato un tempo per convogliare le acque del torrente Erro fino alle piscine termali. Allo stesso modo nei pressi delle Nuove Terme all’interno del centro storico è stata resa visibile una grande piscina a gradoni, ovvero ciò che residua di un grande impianto termale romano.

Si tratta quasi sicuramente del medesimo complesso termale cui fa riferimento lo storico longobardo Paolo Diacono nella sua Historia Langobardorum dell’VIII secolo d.C. identifica la città di Acqui come il luogo “ubi aquae calidae sunt”. Pochi decenni dopo, il vescovo di Cremona Liutprando, ricorda Acqui come il luogo in cui sorge l’area termale dell’attuale sorgente ipertermale della Bollente. Proprio la pisina pubblica nell’area murata della Bollente rappresenta il primo impianto termale moderno della città a partire dal XII secolo, mentre nel 1480 su impulso del Cardinale Teodoro prende avvio la costruzione di impianti termali aldilà della Bormìda, che si ingrandiscono progressivamente fino a raggiungere nel Seicento oltre cento camerini al servizio dei bagnanti. Nonostante siano distrutte nel corso della frana del 1687, vengono riedificate completamente a spese del Duca di Mantova, e ancora oggi si possono identificare nella struttura dell’Hotel Antiche Terme.

All’apice del tracciato del Corso Bagni viene realizzato negli anni ’70 e ’80 dell’Ottocento l’Albergo Nuove Terme con i suoi impianti, mentre il primo stabilimento di cura ivi annesso risale al 1881. Il Reparto di cure termali delle Terme Nuove attualmente in uso viene invece realizzato fra il 1929 ed il 1930, riportando in auge l’area termale di San Franesco rimasta per secoli in ombra a favore dell’area termale dell’Oltre-Bormìda.
Nel corso dei secoli i bagni di Acqui vengono sfruttati regolarmente da case regnanti come i Marchesi di Monferrato, i Marchesi di Saluzzo, oltre agli Este ed ai Gonzaga.

Acque e trattamenti termali

Le acque termali impiegate presso lo stabilimento di cura Nuove Terme emergono alla fonte a seguito di un lungo percorso nel sottuosuolo, che dura fra i 1.500 ed i 2.000 anni, nel corso del quale si arricchisce di numerosi minerali quali cloruro di sodio, bromo e iodio, residuo di mari atavici che occupavano un tempo la Pianura Padana, oltre a solfati e solfuri dai depositi gessosi posti sul fondo dei serbatoi ipertermali sotterranei.

Grazie alla presenza di profonde spaccature nel terreno, l’acqua scaturisce da una profondità compresa fra i 2.500 e i 3.000 metri senza una sostanziale riduzione del calore accumulato, cosicchè raggiungono la fonte due importanti sorgenti ipertermali, cioè la Bollente, che sgorga a 75 gradi di temperatura, e la Lago delle Sorgenti, che sgorga a 50 gradi. Molto ricca di solfuri ma fredda, in quanto sgorga alla temperatura di 19 gradi, è invece la fonte Acqua Marcia, che perviene ad un serbatoio secondario prima di raggiungere la superficie, perdendo così calore.

Poichè le acque curative di Acqui partecipano di una componente sia salso-bromo-iodica che sulfurea, esse possono essere impiegate presso gli impianti curativi delle Nuove Terme per offrire la gamma completa dei trattamenti terapeutici termali, cioè balneoterapia in vasca e piscina, idromassaggio con ozono, cure inalatorie, irrigazioni vaginali, insufflazioni endo-timpaniche e soprattutto i pregiatissimi fanghi acquesi da secoli praticati in zona Bagni ed oggi impiegati soprattutto per la ucra delle artriti e periartriti, delle malattie di tipo reumatio e delle sindromi fibromialgiche.

Informazioni utili per visitare le terme

Indirizzo, telefono, sito ufficiale
Via XX Settembre, 5 15011 Acqui Terme AL

Tel. 0144 58555
www.termediacqui.it


Come arrivare
Arrivare coi mezzi pubblici allo stabilimento Nuove Terme è molto comodo in particolare per chi si sposta in treno lungo la linea ferroviaria Genova-Torino. In tal caso, con un viaggio in entrambi i casi di circa un’ora e mezza, si arriva alla Stazione FS posta nei pressi del Castello dei Paleologi da cui l’impianto termale dista soltanto cinquecento metri, potendo quindi essere raggiunto in pochi minuti a piedi. Chi invee viaggi in auto o con moto/camper, può spostarsi comodamente in autostrada: chi viaggia fra Torino e Piacenza percorre la A21 fino ad Asti, per poi seguire la provinciale fino ad Acqui via Nizza Monferrato. Chi invece transita sulla direttrice Genova-Alessandria, percorre l’Autostrada A7 fino al casello di Ovada, da cui in una ventina di minuti si raggiunge infine Acqui Terme.
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