Cerca Hotel al miglior prezzo

Parco Archeologico di Segesta: visita dal teatro al solitario tempio greco

Famoso per il suo tempio dorico e il teatro greco, Segesta è un parco archeologico straordinario della Sicilia Occidentale, vicino alla località di Calatafimi.

Situata nel comune di Calatafimi (Trapani), Segesta rappresenta un meraviglioso centro archeologico della Sicilia occidentale. Il sito solitario e altamente suggestivo, sulle pendici del Monte Bàrbaro, non solo è famosissimo per il suo tempio dorico ma soprattutto per un incanto di scenografie che fa respirare storia, arte e cultura in ogni porzione di panorama incapace di rimanere statico e fermo, ma con la continua sensazione che sia sempre animato da qualcosa.

La sua storia ebbe inizio da un popolo che secondo documenti antichi, si dice provenisse dall'antica Troia e si tratta degli Elimi. Segesta godette di un ruolo da protagonista nel passato, soprattutto per il suo aspetto di carattere prevalentemente ellennistico. In seguito a battaglie e conquiste di potere derivanti soprattutto dai Cartaginesi, riconquistò la sua toponomastica (persa nel 307 a.C. quando le venne attribuito il nome di Diceòpoli, ossia Città della Giustizia) e da allora, nonostante le guerre puniche, Segesta non fu punita dai Romani in quanto città troiana e, paradossalmente, diede il via ad un periodo florido e ricco di prosperità.

Situata a circa metà strada tra Marsala e Palermo, da sempre vissuta in perfetta solitudine tra cipressi, ulivi e macchia mediterranea, oltre al tempio dorico che rappresenta uno degli esempi meglio conservati dell'arte greca all'interno del territorio italiano, Segesta è conosciuta anche per il suo Teatro. Non solo: numerosi scavi archeologici e scientifici anche nell'attualità continuano a indagarla, anche perché rappresenta una testimonianza importante per capire la conformazione delle antiche città che avevano il profilo delle località microasiatiche.

Il teatro sorge sul Monte Barbaro. Qui vi sale una strada assolutamente percorribile in auto, lungo la quale si notano i resti dell'antica città quali un torrione, una porta fortificata e diversi ruderi di una cinta muraria di età tarda. Il teatro risale all'età ellennistica (III-II secolo a.C.) e fu restaurato dai Romani. La sua grandezza per il tempo era davvero spettacolare, poteva contenere infatti fino a 4.000 spettatori. Ad ogni modo l'aspetto che più colpisce è il suo bipolarismo di stile, così all'avanguardia e al contempo tradizionale.

Altro elemento di prestigio per Segesta è costituito dalla Porta di Valle. Questa ha avuto un'evoluzione particolare nel corso dei secoli. Nata per proteggere la cinta muraria i cui scopi militari rendevano necessaria la sua esistenza, la Porta di Valle fu ampliata, ridotta, arricchita da torri merlettate e fornita di nuovi ambienti. Nel corso del tempo poi, reso nullo il suo scopo militare, fu trasformata in frantoio. Nell'attualità rappresenta un motivo di attrazione decisamente notevole soprattutto per la storia che la precede.

Sempre sul Monte Barbaro è poi significativo e meta di notevole interesse l'edificio ecclesiastico che prende appunto il nome dal complesso roccioso: la Chiesa del monte Barbaro. Originariamente il suo utilizzo era quello di cappella rurale, quindi chiaramente attirava a sè molti fedeli e pellegrini. In seguito gli scavi archeologici hanno rilevato che prima dell'attuale Chiesa del Monte Barbaro, sorgeva un'ulteriore complesso ecclesiastico, il che la rende ancora più affascinante.

Ed ecco la parte più significativa di Segesta: il Tempio Greco. Sito in un ampio luogo, dominato dai contrafforti del monte Barbaro sulla cui cima si trova il Teatro, si sposa alla perfezione con il contesto panoramico. Una volta parcheggiata l'auto in prossimità della caratteristica gradinata che porta al complesso, ci si accorge immediatamente della bellezza anche del circondario del sito, nonché dell’imponenza della struttura completa con le sue 36 colonne originali, affascinanti della loro trabeazione e dei due peristili.

L'alone di mistero che avvolge questo tempio è dovuta al fatto che non sia mai stato un tempio. Secondo i documenti storici e archeologici mancherebbe, infatti, un'indicazione sulla divinità a cui fu dedicato il tempio (se mai lo fu) e addirittura, non essendo visibile alcuna cella interna (aspetto piuttosto insolito essendo la cella interna la parte costruita per prima in un tempio) il mistero diventa ancora più accattivante. Se ci fosse stata la cella interna, saremmo stati di fronte ad un bellissimo peristilio di tipo pseudo templare, anche se rimarrebbe strana la collocazione così fuori dal monde dell’edifico, nonostante la posizione intima in una magnifica e completa solitudine.

Un servizio di navetta conduce in alto fino al teatro e al tempio ma comunque è possibile compiere la salita anche in autonomia, lungo la mulattiera e i sentieri accessori. Il teatro rimane più in alto, in una bellissima posizione panoramica, mentre il tempio rimane leggermente più in basso e durante la salita, non sono rare le bellissime fotografie che si possono scattare. Nell'attualità il teatro viene utilizzato per spettacoli di vario genere e, considerando la magnifica posizione, le rappresentazioni che vengono svolte in notturna o nella luce crepuscolare, riescono a far rivivere il fascino antico del sito di Segesta.

Merita una visita anche la Moschea poiché è stata la prima ad essere confermata come tale in tutta la Sicilia, quindi oltre a rappresentare essa stessa un'importante testimonianza storica, rappresenta anche sede di esempio a cui si rifanno altre strutture similari siciliane. Risale al XII secolo e le fattezze architettoniche indicano con certezza la realizzazione avvenuta da parte dei musulmani, che a quel tempo si erano insediati sul Monte Barbaro.

Segesta rappresenta l'esempio archeologico più alto di tutta la Sicilia. Sicuramente altre numerose realtà sono degne di monumenti ed elementi storico artistici meritevoli di menzione, ma solo Segesta ha una conformazione urbana così particolare che la rende un piccolo angolo di arte e storia. Il suo Tempio poi, così isolato tanto da sembrare un regalo e al tempo stesso così fuso con lo scenario paesaggistico, fanno di questa dimensione un tempo a parte, forse mai passato del tutto.

 Pubblicato da il 31/03/2016 - 22.276 letture - ® Riproduzione vietata

29 Marzo 2024 Il Palio del Recioto e Amarone a Negrar ...

Quest'anno il Palio del Recioto e Amarone a Negrar di Valpolicella, ...

NOVITA' close