Cappella Sistina: la Volta, il Giudizio Universale e gli altri capolavori di Michelangelo
Guida alla visita della Cappella Sistina per ammirare i capolavori di Michelangelo: il Giudizio universale, la Creazione di Adamo da soli valgono il viaggio nei Musei Vaticani e nella cittą di Roma.
Esempio supremo della storia dell’arte mondiale, la Cappella Sistina diventa uno scrigno prezioso che raccoglie al suo interno pregiati tesori realizzati dagli artisti più importanti di tutti i tempi. La visita dei Musei Vaticani non può certo non comprendere una lunga sosta all’interno di uno dei luoghi più spettacolari tra le attrazioni di CIttà del Vaticano e quelle presenti nella città di Roma .
Nata come cappella palatina per volere di papa Sisto IV della Rovere (da cui prende appunto il nome) alla fine del 1400, venne inaugurata ufficialmente con la celebrazione della prima Messa il 9 Agosto del 1483. Il papa per la sua realizzazione fece ristrutturare l’antica Cappella Magna, l’aula fortificata di età medioevale, destinata ad accogliere le riunioni della corte papale e dedicò la nuova cappella alla Vergine Assunta.
Secondo alcuni studiosi, le dimensioni dell’aula (40,23 metri di lunghezza, 13,40 metri di larghezza e 20,70 metri di altezza) non sarebbero affatto casuali, ma anzi, ricalcherebbero le misure del grande tempio di Salomone a Gerusalemme , distrutto nel 70 d.C. dai Romani. L’ingresso principale della Cappella, che si trova sul lato opposto della piccola entrata da cui si accede oggi per la visita, è preceduto dalla grandiosa Sala Regia, destinata alle udienze. Il grande ambiente nel quale entriamo oggi però, si presenta ai nostri occhi con un aspetto leggermente diverso da quello con cui appariva ai contemporanei di Sisto IV.
Facendo uno sforzo di immaginazione, dobbiamo infatti andare a cancellare (ovviamente virtualmente) tutta la decorazione della volta con gli affreschi di Michelangelo Buonarroti: al loro posto si stendeva un elegante cielo stellato d’oro su sfondo blu dipinto da Piermatteo d’Amelia, seguendo quella che era la moda del tempo. E naturalmente non c’era neppure lo straordinario Giudizio Universale dipinto da Michelangelo sulla parete dietro l’altare. Al posto vi erano, invece, due grandi finestre che completavano il giro con quelle presenti sulle pareti laterali. Ma non immaginiamoci una Cappella Sistina priva di pitture o colori: papa Sisto IV infatti chiamò per la sua decorazione gli artisti più famosi del tempo, tra i quali per esempio meritano particolar menzione il Botticelli, il Perugino e il Pinturicchio. Essi ornarono le pareti laterali, divise in tre fasce orizzontali: nella parte inferiore furono realizzati ad affresco finti drappi damascati con le insegne del pontefice e sopra di essi venivano appesi gli arazzi eseguiti su disegni di Raffaello; nella fascia mediana, la più importante, furono dipinte scene di Storie Bibliche con episodi della vita di Mosè e di Cristo (che oggi troviamo quindi disposte lungo tre delle quattro pareti); in quella superiore, all’altezza delle finestre, furono fatti realizzare da Sisto IV, i ritratti dei primi pontefici, per dimostrare la continuità del suo mandato con i suoi predecessori.
Toccò quindi al nipote di Sisto IV, l’intraprendente Giuliano della Rovere, divenuto papa con il nome di Giulio II, far completare le decorazioni pittoriche all’interno della Cappella: venne chiamato Michelangelo per realizzare una nuova decorazione della volta, quella che possiamo ammirare ancora oggi. Con i suoi 800 metri quadrati di pittura “a buon fresco”, è il grande capolavoro del maestro, uno dei cicli più importanti della pittura mondiale. Inimmaginabili sono le difficoltà che dovette in realtà affrontare: non solo non si riteneva particolarmente abile come pittore, ma per affrescare la volta decise di lavorare in solitudine, trascorrendo quindi forzatamente intere giornate steso su alti ponteggi, giorno e notte, utilizzando fievoli candele per illuminare da vicino la parete, la cui cera costantemente gli cadeva su volto e corpo. Ma stoicamente portò a termine l’intera opera in pochissimi anni, dal 1505 al 1512.
Entro una possente architettura dipinta, Michelangelo pose nove storie centrali, raffiguranti episodi della Genesi, tra cui la più straordinaria è certamente la Creazione di Adamo, con ai lati figure di Ignudi, sostenenti medaglioni con scene tratte dal Libro dei Re; alla base della struttura architettonica, pose dodici Veggenti, cioè Profeti e Sibille, che siedono su troni monumentali a cui si contrappongono, più in basso, nelle vele e nelle lunette, gli Antenati di Cristo; infine pose nei quattro pennacchi angolari alcuni episodi della miracolosa salvazione del popolo d’Israele.
Ci vollero invece due pontificati, quello di papa Clemente VII de’ Medici (che la commissionò) e quello di papa Paolo III Farnese (che la fece realizzare), per portare a termine la suprema opera del Giudizio Universale, che Michelangelo fu chiamato a realizzare all’interno della Cappella, per la quale impiegò più di sette anni di ininterrotto lavoro (dal 1534 al 1541). La grandiosa composizione si incentra intorno alla figura dominante del Cristo, colto nell’attimo che precede quello in cui verrà emesso il verdetto del Giudizio. Accanto a Cristo è la Vergine, che volge il capo in un gesto di rassegnazione, non potendo più intervenire, ma solo attendere l’esito del Giudizio.
Anche i Santi e gli Eletti, disposti intorno alle due figure della Madre e del Figlio, attendono con ansia di conoscere il verdetto: alcuni di essi sono facilmente riconoscibili, come per esempio San Pietro con le due chiavi, San Lorenzo con la graticola o San Bartolomeo con la propria pelle, in cui si suole riconoscere l’autoritratto di Michelangelo.
Nella fascia sottostante, al centro gli angeli dell’Apocalisse risvegliano i morti al suono delle lunghe trombe e tutto intorno si scorgono risorti in ascesa verso il cielo mentre recuperano alcuni corpi, insieme ad angeli e demoni che invece sembrano fare a gara per spingere più dannati possibili nell’inferno. Infine in basso, troviamo Caronte che a colpi di remo ed insieme ai demoni, fa scendere i dannati dalla sua imbarcazione per condurli davanti al giudice infernale Minosse, con il corpo avvolto dalle spire del serpente. Insomma, la visita alla Cappella Sistina saprà regalare emozioni esaltanti!
Informazioni utili
Cappella Sistina
Ingresso: Musei Vaticani
Biglietti: intero 16 euro, ridotto 8 euro, audioguida opzionale al prezzo di 7 euro. Incluso nel costo la visita a tutti i Musei Vaticani
Qui il link alla biglietteria online
Visita virtuale della Cappella Sistina seguendo questo link
L'Associazione Culturale L'Asino d'Oro organizza visite guidate a Roma, passeggiate e attività per bambini per scoprire la Città Eterna.
Per prenotazioni e-mail: info@lasinodoro.it
Cellulare: 346 5920077 - Skype: L'Asino d'Oro
www.lasinodoro.it - Diventa loro fan su Facebook - Twitter
Nata come cappella palatina per volere di papa Sisto IV della Rovere (da cui prende appunto il nome) alla fine del 1400, venne inaugurata ufficialmente con la celebrazione della prima Messa il 9 Agosto del 1483. Il papa per la sua realizzazione fece ristrutturare l’antica Cappella Magna, l’aula fortificata di età medioevale, destinata ad accogliere le riunioni della corte papale e dedicò la nuova cappella alla Vergine Assunta.
Secondo alcuni studiosi, le dimensioni dell’aula (40,23 metri di lunghezza, 13,40 metri di larghezza e 20,70 metri di altezza) non sarebbero affatto casuali, ma anzi, ricalcherebbero le misure del grande tempio di Salomone a Gerusalemme , distrutto nel 70 d.C. dai Romani. L’ingresso principale della Cappella, che si trova sul lato opposto della piccola entrata da cui si accede oggi per la visita, è preceduto dalla grandiosa Sala Regia, destinata alle udienze. Il grande ambiente nel quale entriamo oggi però, si presenta ai nostri occhi con un aspetto leggermente diverso da quello con cui appariva ai contemporanei di Sisto IV.
Facendo uno sforzo di immaginazione, dobbiamo infatti andare a cancellare (ovviamente virtualmente) tutta la decorazione della volta con gli affreschi di Michelangelo Buonarroti: al loro posto si stendeva un elegante cielo stellato d’oro su sfondo blu dipinto da Piermatteo d’Amelia, seguendo quella che era la moda del tempo. E naturalmente non c’era neppure lo straordinario Giudizio Universale dipinto da Michelangelo sulla parete dietro l’altare. Al posto vi erano, invece, due grandi finestre che completavano il giro con quelle presenti sulle pareti laterali. Ma non immaginiamoci una Cappella Sistina priva di pitture o colori: papa Sisto IV infatti chiamò per la sua decorazione gli artisti più famosi del tempo, tra i quali per esempio meritano particolar menzione il Botticelli, il Perugino e il Pinturicchio. Essi ornarono le pareti laterali, divise in tre fasce orizzontali: nella parte inferiore furono realizzati ad affresco finti drappi damascati con le insegne del pontefice e sopra di essi venivano appesi gli arazzi eseguiti su disegni di Raffaello; nella fascia mediana, la più importante, furono dipinte scene di Storie Bibliche con episodi della vita di Mosè e di Cristo (che oggi troviamo quindi disposte lungo tre delle quattro pareti); in quella superiore, all’altezza delle finestre, furono fatti realizzare da Sisto IV, i ritratti dei primi pontefici, per dimostrare la continuità del suo mandato con i suoi predecessori.
Toccò quindi al nipote di Sisto IV, l’intraprendente Giuliano della Rovere, divenuto papa con il nome di Giulio II, far completare le decorazioni pittoriche all’interno della Cappella: venne chiamato Michelangelo per realizzare una nuova decorazione della volta, quella che possiamo ammirare ancora oggi. Con i suoi 800 metri quadrati di pittura “a buon fresco”, è il grande capolavoro del maestro, uno dei cicli più importanti della pittura mondiale. Inimmaginabili sono le difficoltà che dovette in realtà affrontare: non solo non si riteneva particolarmente abile come pittore, ma per affrescare la volta decise di lavorare in solitudine, trascorrendo quindi forzatamente intere giornate steso su alti ponteggi, giorno e notte, utilizzando fievoli candele per illuminare da vicino la parete, la cui cera costantemente gli cadeva su volto e corpo. Ma stoicamente portò a termine l’intera opera in pochissimi anni, dal 1505 al 1512.
Entro una possente architettura dipinta, Michelangelo pose nove storie centrali, raffiguranti episodi della Genesi, tra cui la più straordinaria è certamente la Creazione di Adamo, con ai lati figure di Ignudi, sostenenti medaglioni con scene tratte dal Libro dei Re; alla base della struttura architettonica, pose dodici Veggenti, cioè Profeti e Sibille, che siedono su troni monumentali a cui si contrappongono, più in basso, nelle vele e nelle lunette, gli Antenati di Cristo; infine pose nei quattro pennacchi angolari alcuni episodi della miracolosa salvazione del popolo d’Israele.
Ci vollero invece due pontificati, quello di papa Clemente VII de’ Medici (che la commissionò) e quello di papa Paolo III Farnese (che la fece realizzare), per portare a termine la suprema opera del Giudizio Universale, che Michelangelo fu chiamato a realizzare all’interno della Cappella, per la quale impiegò più di sette anni di ininterrotto lavoro (dal 1534 al 1541). La grandiosa composizione si incentra intorno alla figura dominante del Cristo, colto nell’attimo che precede quello in cui verrà emesso il verdetto del Giudizio. Accanto a Cristo è la Vergine, che volge il capo in un gesto di rassegnazione, non potendo più intervenire, ma solo attendere l’esito del Giudizio.
Anche i Santi e gli Eletti, disposti intorno alle due figure della Madre e del Figlio, attendono con ansia di conoscere il verdetto: alcuni di essi sono facilmente riconoscibili, come per esempio San Pietro con le due chiavi, San Lorenzo con la graticola o San Bartolomeo con la propria pelle, in cui si suole riconoscere l’autoritratto di Michelangelo.
Nella fascia sottostante, al centro gli angeli dell’Apocalisse risvegliano i morti al suono delle lunghe trombe e tutto intorno si scorgono risorti in ascesa verso il cielo mentre recuperano alcuni corpi, insieme ad angeli e demoni che invece sembrano fare a gara per spingere più dannati possibili nell’inferno. Infine in basso, troviamo Caronte che a colpi di remo ed insieme ai demoni, fa scendere i dannati dalla sua imbarcazione per condurli davanti al giudice infernale Minosse, con il corpo avvolto dalle spire del serpente. Insomma, la visita alla Cappella Sistina saprà regalare emozioni esaltanti!
Informazioni utili
Cappella Sistina
Ingresso: Musei Vaticani
Biglietti: intero 16 euro, ridotto 8 euro, audioguida opzionale al prezzo di 7 euro. Incluso nel costo la visita a tutti i Musei Vaticani
Qui il link alla biglietteria online
Visita virtuale della Cappella Sistina seguendo questo link
L'Associazione Culturale L'Asino d'Oro organizza visite guidate a Roma, passeggiate e attività per bambini per scoprire la Città Eterna.
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