Mitsio, viaggio nell'arcipelago di isole del Madagascar
Mitsio, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Mitsio dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Nei pressi dell’estremità settentrionale del Madagascar, immerso nelle tiepide acque dell’Oceano Indiano, si staglia sull’orizzonte l’incantevole arcipelago delle Mitsio. Questo gruppo di isolette, situato una cinquantina di chilometri a nord-est di Nosy Bè, è composto da atolli di sabbia bianchissima, rocce e variopinti coralli che affiorano dalle cristalline acque del mare. La maggior parte delle isole sono disabitate, fatta eccezione per Nosy Mitsio e Grande Mitsio, sulle quali si incontrano modesti villaggi di pescatori ed alcuni piccoli complessi turistici. Già da questo primo quadro di insieme si capisce come l’arcipelago sia un paradiso naturalistico pressoché incontaminato, ideale per praticare un turismo ecologico a stretto contatto con la natura e per rilassarsi staccando totalmente con la routine della vita quotidiana.
Della cinquantina di isole che compongono l’arcipelago delle Mitsio buona parte risulta ancora totalmente inesplorata, con meravigliose lagune dalle acque limpidissime cinte da una vegetazione lussureggiante e selvaggia. A testimoniare questo sostanziale isolamento è la lingua, visto che a differenza di Nosy Bè, dove il francese viene parlato correntemente ed insegnato ai ragazzi nelle scuole, nelle Mitsio si parla esclusivamente sakalava, l’idioma storicamente padroneggiato dalle popolazioni autoctone del nord del Madagascar.
Tsarabanjina, conosciuta anche come “isola dalla sabbia bella”, è la più meridionale e la prima isola delle Mitsio che si incontra provenendo da Nosy Bè, che dista all’incirca 50/55 chilometri. Arrivati a Tsarabanjina potrà sembrare di aver messo piede nel paradiso terrestre, con la natura incontaminata, la vegetazione tropicale ed il cielo che si fonde con il mare che concorrono a comporre scenari da cartolina. La superficie complessiva di questo atollo corallino è pari a 22 ettari, anche se la maggior parte non è propriamente accessibile a causa della quasi totale assenza di strade ed infrastrutture. Se è vero che il litorale rappresenta l’attrattiva principale, è altrettanto vero che un’escursione nell’interno non ce la si può negare, vista la bellezza delle colline ricoperte da una foresta lussureggiante. Tsarabanjina vanta anche un sito di carattere religioso, ovvero il sepolcro nel quale si trovano le tombe dei re Sakalava delle Mitsio. Questa sorta di “tempio”, situato su una piccola spiaggia dell’isola, è contraddistinto dal fatto che i corpi dei sovrani sono conservati all’interno delle rispettive piroghe guidate in vita. Ancor oggi i pochi abitanti dell’isola si raccolgono in preghiera in questo luogo tremendamente affascinante, nel quale il sacro si mescola con lo spettacolo paesaggistico offerto dalla piccola baia. Un'altra attrattiva di Tsarabanjina sono i cosiddetti “Quattro fratelli”, un gruppo di rocce che si stagliano sulle acque sul lato nord-occidentale dell’isola, spesso ricoperte da una moltitudine di uccelli tra i quali spiccano i gobe-mouches, simbolo di Tsarabanjina, oltre ad aquile pescatrici, aironi e galline d’acqua.
Dirigendosi verso nord, a sud-ovest dell’isola di Grande Mitsio, si incontrano le Canne d’Organo, ovvero delle scure formazioni basaltiche la cui forma richiama per l’appunto quella delle canne di un organo. La più estesa isola dell’arcipelago è Grande Mitsio, un atollo abitato quasi esclusivamente da pescatori del luogo. Quasi il 90% del perimetro è contraddistinto da larghe estensioni di magnifiche spiagge sabbiose, mentre all’interno si possono visitare alcune belle foreste e qualche villaggio sakalava. Al largo di Grande Mitsio si incontra una grande roccia che sovrasta Nosy Ankarea, l’ennesima perla di questo arcipelago nel quale il tempo pare essersi fermato.
Un’altra bella isola delle Mitsio è Nosy Lava, sulla quale si trovano alcuni sepolcri risalenti ai tempi dei re sakalava. Molto affascinante è l’antico faro, dalla cui cima si gode di un incantevole panorama che spazia da Nosy Saba, a nord, ad Analava, ad est, fino a Maromony, a sud, anche se l’edificio più vecchio dell’isola è il misterioso penitenziario francese costruito nel 1911, che ha accolto prigionieri politici fino al 1960, anno del raggiungimento dell’indipendenza. Attualmente vi si trovano all’incirca 200 carcerati arrestati dal governo malgascio ed abbandonati a sé stessi.
Il clima delle Mitsio è semplicemente perfetto. Le acque del Canale di Mozambico sono calde, piacevoli per immergersi per tutto l’anno, mentre le temperature oscillano tra 20 e 30 gradi da gennaio a dicembre. Gli unici mesi nei quali sarebbe meglio non partire sono quelli compresi tra dicembre e l’inizio di marzo, dato che in questo periodo di verifica la maggior parte delle precipitazioni sotto forma di improvvisi temporali occasionalmente accompagnati da violenti cicloni, che comunque tendono ad interessare maggiormente la parte orientale del Madagascar.
Raggiungere le Mitsio non è certo comodissimo, anche se negli ultimi anni i tempi di percorrenza dall’Europa si sono notevolmente accorciati grazie all’istituzione di nuove rotte aeree per Nosy Bè con scalo ad Antananarivo. Dalla vicina Nosy Bè non resterà che imbarcarsi su un catamarano o su un traghetto verso la destinazione prescelta, tenendo presente che Tsarabanjina dista un paio d’ore di nave. Gli spostamenti interni sono necessariamente da compiere via mare, mentre muoversi sulle isole risulterà piuttosto complesso a causa dell’assenza di strade e di infrastrutture efficienti.
Della cinquantina di isole che compongono l’arcipelago delle Mitsio buona parte risulta ancora totalmente inesplorata, con meravigliose lagune dalle acque limpidissime cinte da una vegetazione lussureggiante e selvaggia. A testimoniare questo sostanziale isolamento è la lingua, visto che a differenza di Nosy Bè, dove il francese viene parlato correntemente ed insegnato ai ragazzi nelle scuole, nelle Mitsio si parla esclusivamente sakalava, l’idioma storicamente padroneggiato dalle popolazioni autoctone del nord del Madagascar.
Tsarabanjina, conosciuta anche come “isola dalla sabbia bella”, è la più meridionale e la prima isola delle Mitsio che si incontra provenendo da Nosy Bè, che dista all’incirca 50/55 chilometri. Arrivati a Tsarabanjina potrà sembrare di aver messo piede nel paradiso terrestre, con la natura incontaminata, la vegetazione tropicale ed il cielo che si fonde con il mare che concorrono a comporre scenari da cartolina. La superficie complessiva di questo atollo corallino è pari a 22 ettari, anche se la maggior parte non è propriamente accessibile a causa della quasi totale assenza di strade ed infrastrutture. Se è vero che il litorale rappresenta l’attrattiva principale, è altrettanto vero che un’escursione nell’interno non ce la si può negare, vista la bellezza delle colline ricoperte da una foresta lussureggiante. Tsarabanjina vanta anche un sito di carattere religioso, ovvero il sepolcro nel quale si trovano le tombe dei re Sakalava delle Mitsio. Questa sorta di “tempio”, situato su una piccola spiaggia dell’isola, è contraddistinto dal fatto che i corpi dei sovrani sono conservati all’interno delle rispettive piroghe guidate in vita. Ancor oggi i pochi abitanti dell’isola si raccolgono in preghiera in questo luogo tremendamente affascinante, nel quale il sacro si mescola con lo spettacolo paesaggistico offerto dalla piccola baia. Un'altra attrattiva di Tsarabanjina sono i cosiddetti “Quattro fratelli”, un gruppo di rocce che si stagliano sulle acque sul lato nord-occidentale dell’isola, spesso ricoperte da una moltitudine di uccelli tra i quali spiccano i gobe-mouches, simbolo di Tsarabanjina, oltre ad aquile pescatrici, aironi e galline d’acqua.
Dirigendosi verso nord, a sud-ovest dell’isola di Grande Mitsio, si incontrano le Canne d’Organo, ovvero delle scure formazioni basaltiche la cui forma richiama per l’appunto quella delle canne di un organo. La più estesa isola dell’arcipelago è Grande Mitsio, un atollo abitato quasi esclusivamente da pescatori del luogo. Quasi il 90% del perimetro è contraddistinto da larghe estensioni di magnifiche spiagge sabbiose, mentre all’interno si possono visitare alcune belle foreste e qualche villaggio sakalava. Al largo di Grande Mitsio si incontra una grande roccia che sovrasta Nosy Ankarea, l’ennesima perla di questo arcipelago nel quale il tempo pare essersi fermato.
Un’altra bella isola delle Mitsio è Nosy Lava, sulla quale si trovano alcuni sepolcri risalenti ai tempi dei re sakalava. Molto affascinante è l’antico faro, dalla cui cima si gode di un incantevole panorama che spazia da Nosy Saba, a nord, ad Analava, ad est, fino a Maromony, a sud, anche se l’edificio più vecchio dell’isola è il misterioso penitenziario francese costruito nel 1911, che ha accolto prigionieri politici fino al 1960, anno del raggiungimento dell’indipendenza. Attualmente vi si trovano all’incirca 200 carcerati arrestati dal governo malgascio ed abbandonati a sé stessi.
Il clima delle Mitsio è semplicemente perfetto. Le acque del Canale di Mozambico sono calde, piacevoli per immergersi per tutto l’anno, mentre le temperature oscillano tra 20 e 30 gradi da gennaio a dicembre. Gli unici mesi nei quali sarebbe meglio non partire sono quelli compresi tra dicembre e l’inizio di marzo, dato che in questo periodo di verifica la maggior parte delle precipitazioni sotto forma di improvvisi temporali occasionalmente accompagnati da violenti cicloni, che comunque tendono ad interessare maggiormente la parte orientale del Madagascar.
Raggiungere le Mitsio non è certo comodissimo, anche se negli ultimi anni i tempi di percorrenza dall’Europa si sono notevolmente accorciati grazie all’istituzione di nuove rotte aeree per Nosy Bè con scalo ad Antananarivo. Dalla vicina Nosy Bè non resterà che imbarcarsi su un catamarano o su un traghetto verso la destinazione prescelta, tenendo presente che Tsarabanjina dista un paio d’ore di nave. Gli spostamenti interni sono necessariamente da compiere via mare, mentre muoversi sulle isole risulterà piuttosto complesso a causa dell’assenza di strade e di infrastrutture efficienti.