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Abu Simbel, ai confini dell'Egitto, visita al tempio sul Lago Nasser

Abu Simbel, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Abu Simbel dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.

E' uno dei luoghi più affascinanti dell'antico Egitto, situato in una regione aspra e remota che rende ancor più suggestivo il viaggio di avvicinamento: stiamo parlando dei templi di Abu Simbel, ultimo baluardo della civiltà egizia costruito per volere di Ramses II per celebrare la potenza del proprio regno e renderlo maestosamente visibile a coloro che risalivano il Nilo provenivano da sud, dalle regioni del Corno d'Africa: si trova infatti a poche decine di km dal confine con il Sudan, nel governatorato di Assuan, nell'Egitto meridionale.

La sua collocazione geografica, sulle rive del Nilo, non fa altro che accrescere la spettacolarità di questo sito, dichiarato Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO nel 1979; il tempio è scavato nella roccia di una collina di pietra arenaria, il che dimostra una volta di più, se ancora ce ne fosse bisogno, la sorprendente abilità tecnica degli egizi.
Il sito Abu Simbel è costituito da due templi, realizzati a partire dall'anno 1284 a.C., che servirono allo scopo di rafforzare l'influenza egizia nella regione, ma che furono anche un omaggio alla sposa di Ramses, Nefertari, originaria della regione della Nubia, a cavallo tra l'attuale Egitto ed il Sudan.
Abu Simbel è uno dei monumenti più conosciuti del pianeta, e vedendolo non è difficile capirne i motivi: si tratta di una sublime opera d'ingegneria, ottimamente conservata nonostante siano passati oltre tremila anni dalla sua costruzione, che presenta sculture ed iscrizioni di pregevole fattura; la “scoperta” da parte degli Europei avvenne nel 1813 grazie all'esploratore svizzero Johann Ludwig Burckhardt, che lo trovò coperto di sabbia; da allora cominciò una sorta di seconda vita per il complesso architettonico, che fu riportato in parte agli splendori di un tempo.
Il primo europeo ad entrarvi fu però l'archeologo italiano Belzoni quattro anni più tardi, ma Abu Simbel balzò definitivamente alla ribalta delle cronache soltanto negli anni Sessanta del XX secolo, quando la costruzione della diga di Assuan per ordine del presidente egiziano Nasser rischiò di comprometterne per sempre l'esistenza; l'allagamento del territorio avrebbe finito col sommeregere anche uno dei più spettacolari templi mai costruiti dall'uomo. Fu così che all'appello lanciato dall'UNESCO per salvaguardare il sito aderirono molti paesi, ognuno secondo le proprie possibilità, con mezzi tecnici, aiuti economici ed ingegneri. Alla fine prevalse l'idea di smontare letteralmente il sito, tagliando la roccia e numerandola pezzo per pezzo (venne smontato in oltre mille blocchi di 30 tonnellate ciascuno), e di ricostruirlo in una posizione leggermente più elevata e distante dal corso d'acqua: impiegarono quattro anni nella realizzazione di uno dei più imponenti traslochi della Storia, ma il risultato fu eccellente e ed efficace allo stesso tempo.

Sono due i templi che si possono ammirare: quello meglio conservato è anche il maggiore dei due, conosciuto come il Tempio di Per-Ramesses-Miamon, è dedicato allo stesso Ramses e per estensione alle divinità Ra, Amon e Ptah. Le sue notevoli dimensioni (la sola facciata misura 33 metri di altezza per 38 di larghezza) ospita quattro enormi statue che sembrano vigilare sull'entrata; il tempio minore, invece, è dedicato alla divinità della dea Hathor, nella persona della regina Nefertari. Anche in questo caso, seppur le dimensioni siano leggermente inferiori a quelle dell'altro tempio, il visitatore rimarrà senza parole nell'ammirare la grandiosità dell'opera e la qualità delle strutture e delle statue che si trovano sia all'interno che all'esterno.

Come spesso si è potuto verificare nei casi di studio delle opere antiche, anche per Abu Simbel esiste una precisa correlazione tra la sua posizione e gli astri nel cielo; qui, nei giorni del 22 febbraio (nascita del Faraone Ramses) e del 22 ottobre (data della sua incoronazione), i raggi del Sole etrano nel tempio fino ad illuminare i volti delle divinità scolpite all'interno, con la sola eccezione del dio Ptah, che non era colpito dal raggio di luce perché considerato il dio delle tenebre e dell'oscurità. Gli ingegneri che effettuarono il trasloco cinquant'anni or sono tennero sapientemente conto di questa caratteristica dei templi, si adoperarono per mantenere lo stesso orientamento delle strutture rispetto agli astri ed ancora oggi in queste giornate si può apprezzare il ripetersi della “magia” del Bacio del Sole. Alcuni archeologi danno interpretazioni diverse delle due date specifiche, legandone il significato alle piene del Nilo ed al periodo del raccolto, ma resta stupefacente ancora oggi poter ammirare questo spettacolo che si ripete da oltre tremila anni.

Per raggiungere Abu Simbel conviene volare su Luxor o su Assuan (esiste tuttavia un piccolo aeroporto locale anche ad Abu Simbel, sul quale operano molti voli charter) ed una volta in città scegliere di partecipare ad una delle numerose escursioni in crociera lungo il fiume Nilo ed il lago Nasser, che consentono di apprezzare non solo la spettacolarità del territorio, ma anche siti di rilevanza storica come Quasr Ibrim, il Tempio di Amada ed il Tempio di Dakka. La città di Assuan si trova 300 km a nord di Abu Simbel e la distanza può essere coperta anche su strada.

Il periodo migliore per visitare il profondo sud dell'Egitto è sicuramente quello compreso tra fine ottobre ed aprile, quando le temperature risultano più sopportabili. Ad Abu Simbel non piove quasi mai ed il cielo di norma si mantiene sgombro dalle nubi, ma tra giugno e settembre la colonnina del mercurio si mantiene mediamente intorno ai 40 °C all'ombra, con punte di 45 °C che rendono l'aria rovente. E' bene ricordare che Abu Simbel si trova nel deserto, ed in inverno l'escursione termica può essere molto forte, con temperature piacevoli di giorno ma che a gennaio possono scendere a valori prossimi agli zero gradi durante la notte.


Foto Flickr, cortesia: Jungle_Boy e Rita Willaert

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