Pissignano (Umbria): il castello e la visita al borgo
Pissignano, guida alla visita: cosa fare e cosa vedere tra le sue attrazioni. Pissignano dove si trova? Cosa visitare nei dintorni, come arrivare e il meteo.
Frazione amena di Campello sul Clitunno, Pissignano spalma il proprio abitato su un territorio che fra Trevi e Spoleto si presenta sia pianeggiante che collinare, nell’angolo forse più suggestivo dell’Umbria, irrorato di bellezza naturalistica e sacre emozioni che affondano nell’antico. In questo quadro geografico, le pennellate più marcate sono d’idropittura, nel senso che l’acqua si è affermata come elemento fondante i più begli scorci del comprensorio.
Si tratta di una piccola chiesa che ha le esatte forme di un tempio corinzio la cui parte più in vista e maggiormente apprezzata risulta la facciata con le quattro slanciate colonne a sostegno di trabeazione e frontone. Procedendo verso l’interno, si scorge da subito la cella coperta da palesi volte a botte e in fondo l’abside rivela l’affresco de Il Salvatore tra i santi Pietro e Paolo e angeli. Numerosi interventi successivi al VII secolo hanno reso l’edificio insistentemente classicheggiante e proprio tale aspetto piace al turista in visita per via di un diretto collegamento al modus operandi romano.
Cosa vedere a Pissignano
Un esempio primario lo offre il Clitunno, fiume che integra il nome di Campello dando pieno adito alle celebri Fonti osannate da Plinio il Giovane, Byron e Carducci (famoso il componimento "Alle fonti del Clitunno", compreso nelle "Odi barbare"), incantevole laghetto sul quale si affaccia il Tempietto di ricostruzione longobarda, iscritto nel 2011 fra i Patrimoni dell’Umanità UNESCO.Si tratta di una piccola chiesa che ha le esatte forme di un tempio corinzio la cui parte più in vista e maggiormente apprezzata risulta la facciata con le quattro slanciate colonne a sostegno di trabeazione e frontone. Procedendo verso l’interno, si scorge da subito la cella coperta da palesi volte a botte e in fondo l’abside rivela l’affresco de Il Salvatore tra i santi Pietro e Paolo e angeli. Numerosi interventi successivi al VII secolo hanno reso l’edificio insistentemente classicheggiante e proprio tale aspetto piace al turista in visita per via di un diretto collegamento al modus operandi romano.